IL GOVERNATORE: ''BERLUSCONI MI HA INVESTITO DI ORGANIZZARE IL PARTITO'' IL PARLAMENTARE EX AN PUNTA ALLO ''SCORRIMENTO DELLA GRADUATORIA''

FORZA ITALIA: LOTTA PER LA LEADERSHIP, CHIODI SI MUOVE, DI STEFANO STA ZITTO

13 Dicembre 2013 08:01

Regione - Politica

L'AQUILA – È uno scontro fatto di tattiche striscianti e parole non dette quello in corso in Abruzzo per la leadership di Forza Italia.

Da un lato il vice coordinatore regionale dell'ex Popolo della libertà, il deputato Fabrizio Di Stefano, che considera il posto già a suo appannaggio, grazie allo “scorrimento della graduatoria” dopo l'addio del collega di Montecitorio Filippo Piccone, transitato nel Nuovo centrodestra degli “scissionisti” di Angelino Alfano.

Dall'altro il governatore, Gianni Chiodi, che nelle dichiarazioni ufficiali allontana l'investitura, ma in concreto lavora per disegnare un partito a sua immagine e somiglianza.

Se ad AbruzzoWeb aveva detto che non è possibile “essere contemporanemente candidato alla presidenza della Regione e alla guida degli azzurri”, nei fatti si sta muovendo, e molto, come testimonia l'sms mandato ai maggiorenti della bandierina tricolore in cui annuncia un incontro a Teramo, previsto per lunedì prossimo, nel quale si parlerà “della organizzazione regionale del nuovo partito della quale il presidente Silvio Berlusconi mi ha investito”.





Di Stefano, di contro, non prende parte alla bagarre e non fa commenti, con la chiara intenzione di non smuovere eccessivamente le acque, lasciando che la promozione a numero 1 dei berluscones avvenga naturalmente.

Pubblicamente gli interessati smentiscono qualsiasi frizione: “Dualismo tra noi per il controllo di Forza Italia in Abruzzo? Assolutamente no”, hanno detto dopo essere stati intercettati dal nostro giornale a prendere un caffè fuori dal Consiglio regionale, ma in realtà i movimenti sono evidenti.

Uno dei “cervelli” di questa strategia è l'assessore regionale Gianfranco Giuliante, entrato in rotta di collisione con Chiodi dopo che quest'ultimo ha offerto il suo sostegno alla fronda che punta all'azzeramento delle cariche nel capoluogo, animata dagli “under 40” capitanati dal componente della Giunta provinciale e capogruppo al Comune dell'Aquila, Guido Liris.

Non è un caso che Liris sia stato messo nel mirino dal gruppo di Forza Italia in Provincia, per quattro quinti composto da esponenti di chiara osservanza “distefaniana”, quali Gianluca Alfonsi, Fernando Caparso, Armando Floris e Gabriele Fulvimari.

Persone che fanno squadra con un altro fedelissimo del parlamentare proveniente da Alleanza nazionale, il consigliere regionale Emilio Iampieri, diventato egemone sulla Marsica dopo l'addio del coordinatore Massimo Verrecchia, che ha seguito il suo mentore Piccone nel Ncd.





Sullo sfondo la battaglia per le regionali del maggio prossimo: se dovesse preservarsi lo status quo, gli attuali rappresentanti all'Emiciclo dell'Aquilano, gli stessi Giuliante e Iampieri e Luca Ricciuti potrebbero a buon diritto reclamare di correre per il bis, lasciando solo uno strapuntino libero.

Infatti la nuova legge elettorale assegna alla circoscrizione aquilana sette candidati, di cui, però, tre devono essere donne.

Per far sì che l'ultimo posto disponibile, anche a costo di sovraffollare di pretendenti il capoluogo, sia il suo, Liris ha cercato la sponda di Chiodi, che di rimando ha strizzato l'occhio e si è fatto vedere all'inaugurazione della sede del circolo animato dall'assessore provinciale.

Per questo si è beccato la dura reprimenda di Giuliante, che lo ha accusato di “concordare sempre con i non aquilani”, nella fattispecie il governatore e il suo braccio destro, Antonio Morgante.

Un gioco di posizionamento logorante che potrebbe durare a lungo, considerato che i vertici di Forza Italia non sembrano avere fretta nel ridisegnare gli assetti e anche qualora lo facessero in tempi brevi, non sono escluse sorprese, come nelle corde del Cav. (b.s. – pi.bi.)

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