FORZA ITALIA: CHIODI E PELINO BENEDICONO LIRIS, ”STOP POLEMICHE”

di Alberto Orsini

9 Dicembre 2013 21:20

L'Aquila - Politica

L’AQUILA – “Si parla del nuovo organigramma regionale di Forza Italia come fosse una panacea, noi invece partiamo con persone elette sul territorio e tanti giovani”.

Questa la ‘ricetta’ per il nuovo partito berlusconiano dell’assessore provinciale Guido Liris, che inaugura un club e una sede “provinciale” che sarà riferimento per la città dell’Aquila con la benedizione del presidente della Regione, Gianni Chiodi, e della senatrice Paola Pelino, entrambi vicinissimi al leader Silvio Berlusconi.

Ma nonostante i ripetuti inviti all’unità, “chi vuole bene al partito non fa polemiche, lo dico a noi stessi e provo a insegnarlo ai giovani” ripete Liris, non si può non avvertire il fantasma della Forza Italia “altra”, quella di Gianfranco Giuliante e del suo gruppo di ex Alleanza nazionale e anzi, l’evento di oggi marca la distanza rispetto a quel gruppo e alle sue emanazioni, come gli altri club forzisti del capoluogo.

Partecipano cinque consiglieri comunali dell’Aquila: oltre al padrone di casa, anche Alessandro Piccinini (gruppo misto), il candidato sindaco aquilano pidiellino sconfitto Pierluigi Properzi (Domani L’Aquila), cui all’inizio Chiodi chiede sorpreso “Che ci fai qua?”, Giuseppe Ludovici (Api), Roberto Tinari (Pdl pronto a diventare Fi) che è anche assessore provinciale.





Ci sono poi gli ex consiglieri forzisti Pino Ussorio, e Luigi Di Luzio, quest’ultimo annuncia che varerà “un circolo di Forza Italia solo delle partite Iva tartassate” oltre a Corrado Sciomenta ex Udc. Fanno capolino anche alcuni sindaci dei Comuni dell’Aquilano, Fausto Fracassi (Ocre), Donato Circi (Cagnano Amiterno), Paola Di Iorio (Navelli), Tonino Di Carlantonio (Campotosto).

Spuntano anche il consigliere provinciale Paolo Federico e il segretario generale della presidenza della Regione Antonio Morgante, mentre per i giovani parlano con entusiasmo Alessio Ciccone e Paolo Divizia.

Chiodi sottolinea che “è la prima inaugurazione della sede di un club in Abruzzo. Avviene in una città con le sue difficoltà e qui il partito ha le sue difficoltà – ammette – Forza Italia si deve contraddistinguere qui e altrove per la sua vocazione maggioritaria”.

“Questo partito deve includere, e lo dico senza retorica: si apra alla società civile, imprenditoriale, si dia una percezione diversa dalla solita casta che ha l’obiettivo di controllare i processi – prosegue il governatore – Il nostro obiettivo deve essere piuttosto di vincere le elezioni”.

In tal senso, “auspico un partito unito, perché uno disunito arriva secondo alle elezioni. Quando siamo uniti si vince costantemente – sottolinea Chiodi dando forse una toccata a Giuliante – Se ci frammentiamo per personalismi di gestione del partito, invece, arrivano clamorose sconfitte. L’Aquila, in particolare, si è stufata di perdere anche perché perdere contro il Pd aquilano è davvero incredibile!”.





Ai microfoni di AbruzzoWeb Chiodi poi allontana da sé il ruolo di futuro coordinatore regionale, “non è possibile esserlo e contemporaneamente essere il candidato per la presidenza della Regione”, preparandosi a proporre qualcuno dei suoi, mentre spegne strategicamente il dualismo con Fabrizio Di Stefano, un altro che ambisce alla carica: “ciascuno di noi ha ruolo e autorevolezza. Le leadership si fanno con quella, non con l'autorità”.

Sul frondista Giuliante, che è nella sua Giunta, Chiodi dice poi che “ha sempre sostenuto la necessità di un rinnovamento e non l’ha mai ostacolata. Se fossi in lui o in Liris o in Luca Ricciuti – l’ammonimento a tutti – non mi accontenterei di fare una testimonianza, ma vorrei che il partito cercasse di affermarsi per evitare che questa città sia gestita dall’oligarchia e dalla casta del Partito democratico che fuori dall’Aquila non ha la minima credibilità”.

La Pelino, interrotta nel suo intervento da una telefonata dell’ex ministro Paolo Romani su un emendamento in Senato, saluta “i tanti visi noti anche della politica che è stata. Il ritorno al passato c’è solo nel nome – avvisa – ma Berlusconi vuole girare pagina sulla politica dei personalismi. Nel 94 c’erano tanti imprenditori, poi la voglia di potere ha consegnato il partito in mano a persone che volevano avere e non dare”.

La senatrice mette in guardia dal “fuoco amico pronto a distruggerti”, in particolare sulla figura di Angelino Alfano dice che “un figlio non può voltare le spalle al padre, dispiace umanamente”, mentre su Berlusconi promette: “Per sostenere la candidatura di Chiodi verrà in Abruzzo più volte”.

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