FILMAVA DONNE IN PISCINA, PER LA CASSAZIONE E’ VIOLENZA

15 Maggio 2015 18:10

Teramo - Cronaca

ATRI – Filmava donne, ma anche minorenni, che frequentavano la piscina dove all'epoca lavorava come istruttore, ad Atri (Teramo).

Per questo, riconosciuto colpevole di interferenza illecita nella vita privata, in primo grado era stato condannato a 2 anni e 4 mesi.

In appello, la pena era stata ridotta a 1 anno e 4 mesi, anche per l'estinzione di alcuni capi di imputazione a causa della prescrizione.





Prescrizione ancora possibile per alcuni capi di imputazione a carico dell'uomo.

La vicenda, però, dovrà ora tornare in Appello in quanto la Cassazione ha riqualificato il reato: da illecita interferenza nella vita privata a violenza privata.

“Sono soddisfatta che la Corte, nel ritenere che la piscina non sia equiparabile a un privata dimora, abbia deciso di inquadrare l'accaduto sotto un'altra ipotesi di reato – ha sottolineato l'avvocato Manola Di Pasquale, che rappresenta alcune molte delle donne che all'epoca si costituirono parte civile – ma la normativa va rivista in quanto c'è un vuoto normativo che rischia di far restare impuniti questi comportamenti”, questo per via della prescrizione.

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