FESTIVAL LGBT ALL’AQUILA CIRINNA’, ”COL MIO CORPO FACCIO QUEL CHE VOGLIO”

11 Aprile 2016 21:08

L'Aquila -

L’AQUILA – “Sono contraria a ogni tipo di sfruttamento del corpo della donna, a ogni tipo di sfruttamento che proviene da un bisogno economico o dipendenza psicologica”. 

Così la senatrice del Partito democratico, Monica Cirinnà, relatrice della legge sulle unioni civili, parlando al primo Lgbt Festival all’Aquila, sul tema dell’utero in affitto. 

L’evento è stato organizzato dalla Associazione L’Aquila Young ed è stato ospitato all’Auditorium del Parco, ed è stato ideato da Marcello Di Giacomo, presidente dell’associazione e proponente la rassegna cinematografica.





Il festival è stato presentato stamttina in conferenza stampa da Di Giacomo, la senatrice del Pd Stefania Pezzopane, l'assessore comunale alle Politiche sociali Emanuela Di Giovambattista, il presidente di Arcigay L’Aquila Leonardo  Dongiovanni e il presidente di L’Aquila Film Festival Federico Vittorini.

“Sono favorevole a tutte le libere scelte di una donna – continua -. Ho i capelli bianchi, sono stata una ragazza negli anni Settanta, educata al concetto che l'autodeterminazione è la prima cosa. Il corpo è mio e lo gestisco io. Se in California, nel rispetto della legge per carità, per scelta sociale ed etica una donna dona 9 mesi della sua vita a una coppia che non può avere bambini, io personalmente non sono contraria”. 

La Cirinnà sottolinea che “la maternità surrogata in Italia è vietata dall'articolo 12 della legge 40 e resta vietata. È punita con una multa fino a un milione di euro. A tirare in ballo la maternità surrogata in merito alla legge sulle unioni civili sono state persone e forze politiche che non volevano la legge”. 

“Tutto è stato fatto in modo strumentale – continua -. Inoltre il 98 per cento che va all'estero per fare gestazione per altri è composto da coppie eterosessuali sterili. Suppongo e, credo, basta guardare le statistiche, che se consentono alle persone dello stesso sesso l'adozione, il ricorso alla gestazione per altri scende in modo vertiginoso. E comunque in Italia parliamo del 2 per cento di coppie dello stesso sesso a cui va comunque il nostro rispetto. E sono persone che, per avere una genitorialità, vanno all'estero a rispettare una legge, non a commettere un reato”. 





“L'Italia – prosegue Cirinnà – era fuori dall'Europa, fuori da ogni possibilità di dare diritti a coppie di  persone dello stesso sesso, in ritardo rispetto a tutto il resto del mondo. Siamo comunque riusciti ad ottenere un primo risultato, quello di unirsi civilmente, con un nuovo istituto giuridico di diritto pubblico, che non è il matrimonio”.

“Arriveremo al matrimonio ugualitario. Come ci sono arrivati tutti gli altri paesi, con calma”, spiega ancora la Cirinnà, per la quale “i numeri della Camera sono molto più sicuri, si possono respingere anche tutti gli emendamenti, bisogna valutare il rischio di voto segreti comunque la legge è blindata e non potrà essere modificata”.

“Porteremo insomma a casa il resto approvato al Senato – conclude la  senatrice – e subito dopo lavoreremo ad una legge di riforma delle adozioni per consentire adozione ai single, ai conviventi e alle persone dello stesso sesso e agli eterosessuali anche con una differenza d'età non così pesante come quello attuale. Ci sono 15 mila bambini in Italia nelle case famiglia e hanno diritto ad avere un'opzione di famiglia”.

 

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