FESTIVAL INCONTRI CASO NAZIONALE: POLEMICHE A RAFFICA, DUBBI ANCHE SUI COSTI

13 Settembre 2019 12:29

Regione -

L'AQUILA – Se l'intento, nell'utilizzare gli ingenti fondi ministeriali, era quello di far parlare dell'Aquila oltre i confini regionali, l'obiettivo è stato centrato

E' diventato un  caso nazionale la vicenda Festival degli Incontri, che dovrebbe svolgersi all'Aquila dal 13 al 15 ottobre, fino a ieri, aveva sentito parlare. A seguito del “no” del sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, di Fratelli d'Italia, alla partecipazione di personaggi quali Roberto Saviano e il fumettista Zerocalcare, ritenuti troppo di sinistra, “divisivi”. Il sindaco ieri in conferenza  stampa  si è scagliato, contro chi vuole trasformare il decennale in “un luna park privato della sinistra”, contestando il costo stratosferico dell'evento, 700 mila euro, su cui non c'è nemmeno chiarezza su come questi soldi saranno utilizzati.  

Altrettanto dure le controrepliche della direttrice artistica Silvia Barbagallo, che parla di “censura politica” e di Annalisa De Simone, presidente del Teatro Stabile d'Abruzzo, ideatrice dell'evento, che ha definito quanto accaduto “di una gravità inaudita”.

Parallelamente si è scatenata un tourbillon di tweet e note stampa, da parte dei big della politica nazionale, e da parte dei due diretti interessati, Saviano e Zeroclcare. 

Passa in secondo piano invece il fatto che finora a L'Aquila nessuno aveva mai sentito parlare di questo festival dal budget sontuoso, di 700 mila euro, sul milione di euro stanziati con legge di bilancio per il decennale del sisma.





E Biondi ha tenuto a precisare che “il programma e il bilancio di previsione non sono stati ancora presentati all’Istituzione Sinfonica Abruzzese, il soggetto attuatore del Festival; non si conoscono i cachet degli artisti, non ci sono lettere d’incarico, preventivi sulla comunicazione, sul service e sul resto”.  E rivela che “sappiamo che 132 mila euro ‘ruotano’ intorno alle attività del direttore artistico, 385 mila euro circa sono stati stanziati per l’ospitalità, 110 mila euro per la comunicazione e la promozione dell’evento, 22 mila euro sono destinati, invece, a non meglio specificate attività di consulenza, 100 mila euro sono a bilancio per palchi, service e altri servizi. E al Comune dell’Aquila, intanto, è stata richiesta la concessione gratuita dell’Auditorium del Parco, del Palazzetto dei Nobili, l’esenzione della Cosap e del costo per le affissioni oltre alle dotazioni tecniche”.

La politica nazionale e i media però si interessa sopratutto alla presunta “censura”, più che ai costi dell'operazione. 

“La cultura deve essere libera da pressioni e interferenze politiche. Sul programma del Festival degli incontri all'Aquila non può e non deve esserci alcuna intromissione né da parte del Mibac né da parte del Comune», ha cinguettato il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini. 

Posizione rafforzata dal'ex premier e parlamentare dem Matteo Renzi. “Sono stato criticato molto da Roberto Saviano. Ma la censura che contro di lui e contro Zerocalcare è arrivata dal sindaco dell'Aquila mi spinge a reagire. Il sindaco dell'Aquila prima o poi dovrà capire che la cultura non ammette censure”.

Altrettanto duro l'ex sottosegretario ai Beni culturale, l'abruzzese M5s  Gianluca Vacca, Movimento  5 Stelle, che spera in queste ore in una riconferma.

“Non si comprende quindi a quale titolo il sindaco Biondi pretenda di avere l'ultima parola sulla scelta degli artisti, minacciando o mettendo veti sui nomi sgraditi a lui o al suo partito. La sua è un'ingerenza grave e inaccettabile”.  





Sull'altro fronte a difendere a spada tratta il sindaco leader di Fdi Giorgia Meloni: “È intollerabile che i soldi destinati per il decennale del terremoto siano utilizzati per costruire l'ennesima passerella per personaggi come Roberto Saviano, il cui unico talento è quello di essere amico della sinistra. Ed è vergognoso che per il Pd e l'intellighenzia il sindaco Biondi, che è stato eletto dai cittadini, non abbia nemmeno il diritto di dire che non è d'accordo”.

Aggiungendo che “sono fuori dal mondo le parole del ministro Franceschini, talmente sfacciato e presuntuoso da pretendere di impartire lezioni sulla libertà della cultura da pressioni e interferenze politiche. L'unica lezione che la sinistra può fare è su come usare i soldi degli italiani per finanziare amici intellettuali, scrittori, attori, film che non vede nessuno e le immancabili coop. Da queste sanguisughe non accettiamo lezioni: portate rispetto agli aquilani e se vi piace tanto la compagnia di Saviano invitatelo a cena. E pagate voi”.

Pioggia di dichiarazioni anche a livello regionale, e a difesa del sindaco interviene il presidente della Regione Marco Marsilio: “Il cartellone che è stato sbattuto in faccia al sindaco è a voce unica. Più che una festa della rinascita, è una festa dell'Unità”.  Secca la replica di Sara Marcozzi del M5s, “Vedo che il presidente si sveglia e fa sentire la sua voce solamente per questioni interne al proprio partito, Fratelli d'Italia. Quando deve intervenire in difesa dei diritti degli abruzzesi, invece, sembra desaparecido”.

Infine i diretti interessati: Saviano su twitter dice: “Gli aquilani meritano che la loro sofferenza sia ancora, dopo dieci anni, condivisa da tutti gli italiani, e questo è possibile solo se L'Aquila torna a essere ciò che è sempre stata: un luogo di cultura e di dibattito, aperto a tutti e che tutti accoglie”

Su facebook scrive Michele Rech, in arte Zerocalcare: “Ciao il drammatico precipitare degli eventi ha reso necessario chiarire tre cose. In primis, “all'Aquila ci andavo gratis” quindi “tuttalpiù ci risparmio la benzina e il casello”. “I piagnoni vittimisti lasciamoli fa ai nazisti che ormai sono specializzati”. Poi ironizza sulla cancellazione degli account social di Casapound e Forza Nuova: “Io sto bene, magno vitamine, non c'ho il daspo dall'Abruzzo e i miei account Facebook e Instagram stanno benissimo”. Infine, conclude: “Se volete dare sostegno a qualcuno, datelo al festival e alla direttrice (Silvia) Barbagallo che si sta accollando tutto senza accettare pezze imbarazzanti”.

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