LA DIFESA: ''NON ERA CAPACE DI INTENDERE E VOLERE E LO DIMOSTREREMO''

FEMMINICIDIO PESCINA: FIGLI DELL’OMICIDA CHIEDONO 5 MILIONI DI EURO DI DANNI

10 Aprile 2014 20:33

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – Con una maxi richiesta di risarcimento danni da 5 milioni di euro si è aperto oggi all'Aquila, in Corte d'Assise, il processo a carico di Veli Selmanaj, di 48 anni, cittadino kosovaro, che a Pescina (L'Aquila) ha ucciso il 16 ottobre 2013 la moglie Fatime e la figlia Senade e per questo rischia il carcere a vita.

L'accusa è di duplice omicidio premeditato, con l'aggravante del vincolo discendente con la figlia.

Nella prima udienza sono stati sentiti i carabinieri che hanno proceduto all'arresto dell'uomo e ai rilievi sul luogo del delitto: il piazzale del discount Todis e quattro dei cinque figli dell'uomo.

Le testimonianze più toccanti sono state quelle delle due figlie dell'omicida, che hanno raccontato che il papà era stato cacciato dalla propria abitazione di Pescina per un passato fatto di violenze e abusi sessuali nei loro stessi confronti.





L'uomo non accettava questa decisione. Per questo ha fatto fuoco contro la ex moglie che voleva proteggere la famiglia e contro la figlia che per prima aveva trovato il coraggio di parlare.

Nel corso dell'udienza i figli dell'omicida si sono costituiti parte civile, chiedendo un maxi risarcimento di 5 milioni di euro.

Il 16 ottobre le donne erano andate a fare la spesa. Selmanaj, dopo un lungo appostamento, cominciato nel pomeriggio dello stesso giorno davanti all'azienda agricola Coltor di Ortucchio, dove le due donne lavoravano, aveva sparato prima alla moglie Fatime, 45 anni, e poi alla figlia 21enne Senade, che ferita aveva tentato di scappare.

Un'esecuzione in piena regola, visto che la ragazza era stata finita con un colpo di pistola alla testa.

Selmanaj aveva con sé un revolver calibro 22 e, nascoste in un vano della portiera dell'auto, circa 33 cartucce.





L’arrestato è difeso dagli avvocati Davide Baldassarre e Antonio Milo. I cinque figli rimasti sono assistiti dagli avvocati Leonardo Casciere, Emiliana Longo e Annarita Terenzi.

MILO: “NON ERA IN GRANDO DI INTENDERE”

“Quando ha sparato alla moglie e alla figlia, Veli Selmanaj non era capace di intendere e di volere e cercheremo di dimostrarlo”.

Così l'avvocato Antonio Milo, che assiste il cittadino kosovaro autore del femminicidio.

“In tal senso – prosegue Milo – nelle prossime udienze costituirà uno snodo importante la deposizione del neuropsichiatra Vittorio Sconci, consulente di parte della difesa”.

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI: