FASCICOLO SANITARIO ELETTRONICO USATO DAL 7% ITALIANI, IL 47% NON SA COSA SIA

29 Ottobre 2019 13:38

Italia -

ROMA – Le App sulla salute stanno entrando nella quotidianità ma ancora molto poco conosciuto è il Fascicolo Sanitario Elettronico, lo strumento che permette di tracciare la storia della propria vita sanitaria, condividendola con i professionisti: solo il 7% dei cittadini lo utilizza e il 47% non è neppure a conoscenza della sua esistenza.

A fare il punto è il Forum Pa Sanità, la due giorni sull'innovazione sostenibile del sistema salute ospitata al Talent Garden Ostiense. 





Il Fascicolo Sanitario Elettronico è attivo, almeno su carta, in 18 regioni, ma anche in queste regioni, a utilizzarlo in modo attivo, sono in pochi.

“Nonostante gli 1,4 miliardi stanziati nel 2018 per la sanità digitale – spiega Antonietta Cavallo, dirigente della Ragioneria Generale dello Stato (Mef) – sul Fascicolo procediamo a rilento: quasi la metà della popolazione non sa cosa sia e che si può attivare, e i pochi che lo usano sono concentrati in alcune regioni, che tra l'altro non si parlano fra loro”. 

Questo avviene anche perché è mancata una campagna di informazione. 





“La lanceremo a breve – annuncia Cavallo -, nei mesi passati ci siamo occupati di costruire l'infrastruttura del servizio e renderla operativa”. 

La filiera della salute in Italia, commenta Carlo Mochi Sismondi, presidente Forum Pa, “vale il 10,7% del Pil, impiega il 10% degli occupati, rappresenta un volano per la crescita e lo sviluppo del Paese, la ricerca e l'occupazione qualificata. Il primo passo, dunque, è cercare di suggerire politiche a sostegno del settore, sfruttando i nuovi modelli organizzativi e le soluzioni tecnologiche rese possibili dal digitale”.

“C'è un enorme potenziale da sfruttare – conclude Mariano Corso, direttore scientifico Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano – per migliorare la prevenzione e l'accesso ai percorsi di diagnosi e cura, ma richiede uno sforzo congiunto per ripensare i modelli organizzativi e trovare le risorse adeguate”. 

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