ESUBERI CONAD: FUMATA NERA, 66 LAVORATORI ABRUZZESI APPESI AL FILO DELLA SPERANZA

di Alessia Centi Pizzutilli

2 Agosto 2018 22:53

Regione -

LANCIANO – “Nessun accordo sindacale può andare a ledere i diritti dei lavoratori, per questo dobbiamo fare in modo che i dipendenti Conad abruzzesi siano tutti solidali e che l’eventuale riduzione oraria sia valutata e scelta dai singoli”.

Nessuno spiraglio sembra aprirsi all’orizzonte per i 66 dipendenti “in esubero” nei punti vendita Conad di Vasto (45 lavoratori) e di Lanciano (21), in provincia di Chieti, ma l’unica proposta che resta in ballo è quella fatta dall’azienda, che prevede una riduzione oraria volontaria.





“A Lanciano oggi è andata esattamente come nell’incontro di ieri a Vasto, nessun accordo e proseguiamo con la nostra lotta a favore dei lavoratori. Sono gli ultimi incontri della fase sindacale, poi il 21 agosto (23 per Vasto) subentrerà il tavolo istituzionale, con ulteriori trenta giorni”.

Così Maria Luisa Di Guilmi, segretario provinciale dell’Ugl Terziario di Chieti, nel fare il punto della situazione, dopo l’incontro che si è tenuto oggi pomeriggio nel Conad di Lanciano, tra sindacati, vertici dell'azienda e della società Adriatica, che gestisce il punto vendita.

Durante l’ultima fase, come raccontato nei giorni scorsi da AbruzzoWeb, l’azienda ha presentato una serie di proposte da mettere in campo: azzeramento degli scatti di anzianità, “improponibile” per i sindacalisti, la riduzione oraria su base volontaria e un incentivo all’esodo, ma in questo caso la Conad non ha quantificato la cifra a disposizione.





Bisogna precisare, poi, che a gestire i punti vendita in questione sono delle società private,  rispettivamente “Pianeta” per Vasto e “Adriatica” per Lanciano, che pagano un corrispettivo alla Conad per poter utilizzare il marchio.

Da questo è partita la controproposta dell’Ugl: “Dalla ultime notizie che abbiamo – ha illustrato a questo giornale Di Guilmi, prima del vertice a Vasto – Conad sta affittando anche i rami di azienda della grande ‘I’ (Iper), si tratta quindi di un marchio in crescita che potrebbe, secondo noi, ‘accontentarsi’ di una cifra inferiore che andrebbe a colmare il gap del costo dei dipendenti, scongiurando gli esuberi”.

Tutte le proposte al momento restano in ballo, in attesa di un accordo che dovrà arrivare entro la fine di agosto e per il quale restano appese 66 famiglie.

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