ENERGIA: D’ALFONSO, ”PUNTARE SU ACQUA E SOLE”, MA GLI INCENTIVI?

di Filippo Tronca

5 Giugno 2014 08:08

Regione - Economia

L'AQUILA – “L’acqua e il sole sono le fonti di energia su cui l'Abruzzo dovrà puntare”.

Così il neo eletto governatore Luciano D’Alfonso è tornato sul tema delle politiche energetiche all’Aquila, in occasione della firma del protocollo di intesa per la gestione delle emergenze sul sistema elettrico da parte del capo della Protezione civile Franco Gabrielli, e dall'amministratore delegato di Enel Francesco Starace.

L'energia idroelettrica, ha ricordato, già frutta entrate per 2,5 miliardi di euro. Via obbligata resta poi quella delle energie rinnovabili.

A tal proposito giova ricordare che secondo il 'Rapporto energie rinnovabili 2014' di Legambiente, si producono in Abruzzo 1.003 megawatt dall’idroelettrico , 660 Mw dal solare, 236 Mw dall’eolico, 34,3 Mw dalla bioenergia, 0,07 Mw dalla geotermia.





La politica energetica nell’ottica del neo presidente va però inquadrata nella ritrovata capacità di attrarre investimenti, offrendo in cambio alle imprese pacchetti tecnologici e formativi ad hoc e un menu di convenienze come il collegamento del servizio ferroviario alle zone industriali, banda larga e appunto un servizio energetico ottimale.

“Le aziende – spiega D’Alfonso ad AbruzzoWeb – devono poter avere energia a basso costo e dunque devono avere la possibilità eventualmente di produrre in loco quella che consumano”.

A spianare la strada per future politiche energetiche della decima legislatura ci ha pensato il colpo di mano bipartisan nell'ultima seduta del Consiglio regionale, in cui è stata cancellata la moratoria per gli impianti fotovoltaici in zona agricola, l'eolico selvaggio nelle aree interessate dalla presenza di specie di avifauna e di mammiferi tutelate a livello comunitario e per le centrali a biomasse di potenza superiore ad 1 megawatt.

C’è però un problema, richiamato a questo giornale anche dall’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace: è finita la cuccagna degli incentivi, degli svariati miliardi che ogni anno i contribuenti erogano ai produttori di energia rinnovabile, rendendo più cara quella bolletta che D’Alfonso vorrebbe ridurre.

Il governo ha deciso infatti di correre ai ripari con un ridimensionamento dei super-incentivi al solare fotovoltaico, anche con misure retroattive. In particolare il sottosegretario all’ambiente Silvia Velo ha comunicato che è allo studio un provvedimento spalma-incentivi che intende ridurre del 10% la bolletta delle piccole e medie imprese attraverso un taglio dei contributi alle rinnovabili operato spalmando gli aiuti su 27 anni anziché su 20.





“Ci sono sistemi – concorda Starace – e il governo sta dimostrando di farlo bene, per poter ricalibrare questa bolla che c'è stata, oggi il meccanismo si è fermato, si tratta di gestire il passato”.

Alla domanda dei cronisti se l'Italia è stata eccessivamente generosa nel concedere incentivi, Starace ha replicato che “siamo stati generosi come gli altri, non c'è alcun Paese nel mondo che possa dire di aver esattamente calibrato gli incentivi”.

Bolla o non bolla per il settore la fine del regime agevolato non sarà indolore, anche in Abruzzo. Pochi mesi fa Valerio Natalizia, vicepresidente del Gifi, il Gruppo imprese fotovoltaiche italiane, ha reso noto che il mercato del fotovoltaico in Italia dovrebbe dimezzarsi, con installazioni in calo da 3,4 a 1,5 gigawatt. E anche i posti di lavoro nelle aziende italiane potrebbero diminuire del 50%, in misura proporzionale alla riduzione del fatturato.

A D’Alfonso il compito di spiegare come intenda costruire una politica energetica incentrata sul fotovoltaico sull’eolico senza la droga degli incentivi, al netto delle difficoltà che gli operatori del settore stanno incontrando, e salvaguardando la bellezza del paesaggio dall’atterraggio di altri ufo tra le vigne, sui crinali delle colline, lungo gli acrocori delle montagne.

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