EMANUELE MARI, 17 ANNI E UN FUTURO A QUATTRO RUOTE

di Silvia Santucci

22 Luglio 2011 07:57

L'Aquila -

AVEZZANO – Appena 17 anni e una passione che lo impegna da dieci anni. Emanuele Mari è una giovane promessa dell’automobilismo, un ragazzo come tanti che frequenta Ragioneria della sua città, Avezzano (L’Aquila), ma con un sogno che non ha intenzione di abbandonare.

“Spero che quello di pilota diventi un lavoro ma, nel caso non ci riuscissi, credo che prenderò l’università di Ingegneria meccanica. Se non sarò un professionista, sarò per lo meno, un meccanico”, dice sorridendo Emanuele, impegnato nel campionato di Formula 2.0.

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“La passione – racconta il padre, Donato Mari – inizia da bambino, guardando le riprese o assistendo dal vivo alle mie gare”.

Il signor Donato è stato, infatti, impegnato per una decina d’anni nel rally, tra salite e slalom, ed è a quel punto, che, “notando il grande entusiasmo di Emanuele, ci siamo decisi, a 7 anni e un giorno (età minima per partecipare alle gare, ndr), a iscriverlo per farlo gareggiare con i go-kart, vincendo due titoli italiani”.

“Mio figlio – aggiunge Donato – è un ragazzo responsabile, certo potrebbe anche montarsi la testa ma per ora, fortunatamente, non è così. Lui è un talento e questo non lo dico io che, purtroppo, ho avuto la possibilità di vederlo gareggiare recentemente solo a Imola, ma lo dice chi capisce di queste cose e lo testimoniano le offerte che mi hanno fatto alcuni sponsor, dopo Imola, scegliendo magari di guadagnare di meno, ma puntando su un pilota all’altezza, una sorta di ‘specchio per le allodole’”.





“Quello degli sponsor è, però – prosegue il padre – un problema: ci sono tanti ragazzi come mio figlio che hanno talento ma non emergono perché non hanno abbastanza fondi. Noi abbiamo acquistato l’automobile, risolvendo così almeno un problema, da questo punto di vista, ma questo è un sport molto costoso”.

Emanuele, a ogni modo, non si perde d’animo, è consapevole delle sue capacità. “Alcuni mi ritengono il pilota più forte d’Abruzzo – dice, e prosegue – Penso sia fondamentale farmi conoscere, perché no, anche dalla stampa sportiva, continuando a vincere le gare”.

“Tra tutte le gare che ho fatto, un traguardo importante che ancora ricordo con emozione e soddisfazione, oltre naturalmente l’aver raggiunto la mia categoria, è stato arrivare, a soli 9 anni, in una gara a livello nazionale, 4° su ben 75 partecipanti”, racconta Emanuele.

“Il punto di svolta nella mia carriera – aggiunge – è avvenuto, però, nel 2010, quando, dopo essere stato selezionato, tra otto piloti in tutta Italia, nel corso di scuola federale della durata di una settimana, presso l’autodromo di Vallelunga, ho ottenuto la licenza speciale per monoposto. È cambiato tutto da allora, non solo in ambito professionale ma anche per il mio gusto di poter guidare una macchina più potente, più veloce”.

La velocità contraddistingue senza dubbio questo sport e, ammette il signor Donato, “quando si è passati dalla pista dei go-kart, che poteva essere controllata a vista, all’automobilismo vero e proprio, in cui si riesce a vedere solo un piccolo tratto di strada, c’era un pò di apprensione da parte mia, anche perché, la prima volta che mio figlio andò fuori pista, si dimenticò di avvertirmi via radio. Fortunatamente ha imparato la lezione”.

Emanuele appare invece più tranquillo. “La velocità è la mia passione, non posso averne paura!”, esclama.

È proprio grazie a questo tenace amore per la velocità che il giovane pilota ha centrato numerosi e importanti risultati, tra cui anche un’esperienza all’estero, a Valencia (Spagna).





“L’esperienza in Spagna – sostiene il padre – gli ha permesso di confrontarsi con piloti di altre nazionalità che non sempre rispettono le regole, anzi, spesso si lasciano andare a scorrettezze poco eleganti, scorrettezze che anche gli italiani, talvolta, commettono, ma magari usando modi più eleganti”.

Emanuele ha poi corso sull’impegnativo circuito di Imola arrivando secondo e salendo, così, su uno dei più importanti podi d’Europa. Ma questo non gli basta.

“Tra i miei prossimi obiettivi – rivela – vi è un passo in avanti in categoria verso la GP 2 o la Formula 3 e arrivare ad avere un budget adeguato per poter prendere parte a tutte le gare di un campionato. Nell’ultimo a cui ho partecipato ho dovuto rinunciare a tre gare”.

Queste ambizioni costano molti sacrifici alla giovane promessa abruzzese, come il duro allenamento quotidiano. “Mi alleno minimo due o tre ore al giorno – spiega – e tra i miei hobby vi sono anche le attività in palestra e in piscina, che mi servono per sviluppare i muscoli necessari alla guida”.

Il pilota marsicano dovrà però continuare imperterrito se vorrà davvero coronare il suo grande sogno: arrivare a guidare un’auto potente come quelle dei suoi idoli di Formula 1, il pluricampione Michael Schumacher e l’indimenticato Ayrton Senna.

Per ora è un giovane abruzzese, già largamente conosciuto e temuto, che sembra avere tutte le carte in regola per arrivare ai vertici di questo sport.

Alla domanda “hai mai paura di perdere?”, risponde con convinzione: “Per il pilota l’obiettivo principale è vincere, se continuo a correre la vittoria arriverà”.

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