PROPOSTA SPONSORIZZATA DA CHIODI, MENO GRADITA DA 'MASSA' DEI CONSIGLIERI

ELEZIONI REGIONALI: SCONTRO SULLE DATE SPUNTA L’IPOTESI DEL 17 E 18 NOVEMBRE

di Berardino Santilli

27 Giugno 2013 08:17

Regione - Politica

L’AQUILA – Per il voto regionale accanto alla ipotesi del 9 e 10 marzo, data per la quale parteggiano in molti e che sembrava la più percorribile, spunta fuori, a sorpresa per la verità, quella del 17 e 18 novembre che anticiperebbe di un mese la fine della consigliatura visto che gli abruzzesi sono andati alle urne il 15 dicembre del 2008. Anche se c’è qualcuno che vorrebbe allineare le elezioni abruzzesi con le europee del prossimo mese di giugno.

Il balletto di date non è di facile soluzione, si profila uno scontro istituzionale ai massimi vertici regionali: infatti, lo slittamento del voto a marzo, peraltro previsto dalla legge, è ben visto dal presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, e da molti consiglieri regionali dislocati in modo bipartisan; invece il ritorno alle urne a novembre è molto gradito dal presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi. Se passasse questa proposta, la campagna elettorale si infiammerebbe, come pure la corsa alla candidatura per un Consiglio che da 45 componenti scende a 30. 

I prossimi giorni saranno decisivi per formalizzare una volta per tutte la data delle prossime elezioni regionali: almeno in seno alla maggioranza di centrodestra il momento della verità e del confronto, che si annuncia serrato, ci sarà nel summit ad Atri del primo luglio, una riunione chiesta a gran voce dai consiglieri regionali del Pdl. 

Secondo quanto si è appreso, in questo momento potrebbe prevalere la soluzione del 17 e 18 novembre meno gradita alla “massa” dei consiglieri ma sponsorizzata da Chiodi che ha del resto il maggiore potere decisionale.





Non a caso, il governatore Chiodi, stabilisce la data “sentito” il presidente del Consiglio regionale e “d’intesa” con il presidente della Corte d’Appello dell’Aquila, il magistrato Stefano Schirò.

I nodi sul tappeto riguardano l’assicurazione di condizioni adeguate per svolgere la campagna elettorale e una data che favorisca, soprattutto dal punto di vista meteorologico, l’affluenza ai seggi anche alla luce della forte tendenza astensionista.

Sullo sfondo anche il discorso del risparmio: infatti, se alla Regione si dovesse votare isolatamente la spesa sarebbe intorno ai 10 milioni di euro, se si allineassero ci sarebbe un risparmio. Ma non c’è dubbio che tra i consiglieri che propendono per un allungamento dell’amministrazione Chiodi c’è chi pensa ai maggiori incassi in termini di indennità, benefit e privilegi. Sentendo i protagonisti il governatore, ieri insieme a Pagano a Bruxelles,  si è limitato a dire “non lo so, ancora non decido”. Ma secondo i bene informati, per votare il 17 e 18 novembre, se non riuscirà con le modalità ordinarie, potrebbe anche forzare la mano, dimettendosi anticipatamente.

In quanto a Pagano, pur non esprimendosi esplicitamente, sembra più propenso per il voto di marzo.

 “Non so ancora quando si voterà, dobbiamo parlarne con il presidente Chiodi, ma visto che lui deve ascoltare me per la mia funzione, sto sentendo i consiglieri e gli assessori – spiega Pagano – Mi auguro che la prossima settimana ci siano idee più chiare”.





Secondo il presidente del Consiglio, “bisogna fare in modo che la maggior parte dei possibili elettori vada a votare, è un impegno istituzionale preciso, insieme al fatto che si dovrà spendere il meno possibile. Ballano 8-10 milioni di euro in più o in meno se la data non verrà accorpata – sottolinea – Vale la pena aprire e chiudere i seggi elettorali nel giro di qualche mese con elezioni diverse?”.

Ma l’argomento le elezioni non porta con sé solo questioni politiche: in discussione c’è anche l’aspetto organizzativo. E l’aspetto interessante è che successivamente all’abolizione del servizio legislativo della Giunta regionale, nell’ambito della riorganizzazione e del taglio delle spese, a oggi non c’è una struttura specifica e pronta a occuparsi del complesso percorso delle elezioni.

In questo senso, da quanto apprende AbruzzoWeb, si è scatenato un marasma interno tra vari uffici della Giunta.

In particolare, della vicenda dovrebbe occuparsi la direzione Affari della presidenza della Giunta, guidata da Antonio Sorgi. Ma all’interno non ci sono professionalità specifiche né personale e quindi la palla potrebbe passare all’ufficio Decreti e atti della presidenza del Consiglio, guidato da Walter Gariani: quest’ultimo vorrebbe svolgere il compito, pare abbia accettato, ma anche lui non può contare su professionalità specifiche, Si sarebbe rivolto a dirigenti e funzionari di altri settori che avrebbero risposto picche.

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