ELEZIONI REGIONALI SARDEGNA: VINCE IL CENTRODESTRA, CROLLO DEL MOVIMENTO 5 STELLE

25 Febbraio 2019 22:18

Italia -

L'AQUILA – Christian Solinas è il nuovo governatore della Sardegna. Il centrosinistra perde il governo della Regione ma torna secondo nella sfida col centrodestra, mentre il Movimento 5 stelle crolla all’11%.  È l’esito delle elezioni sull’isola, anche se a quasi 24 ore dalla chiusura dei seggi non si hanno ancora numeri definitivi. A causa di uno spoglio lentissimo, infatti, l’ufficiale incoronazione del senatore del partito sardo d’Azione arriverà solo in serata.

Con l’80% delle schede scrutinate, il candidato del centrodestra ha ormai un vantaggio incolmabile di 14 punti: è al 47%. Il secondo in classifica, cioè Massimo Zedda, è inchiodato al 33%. E infatti è proprio il candidato del centrosinistra a riconoscere la vittoria allo sfidante poco dopo le 18: “Il risultato – dice – dà la vittoria al centrodestra. Ho provato a chiamare Christian Solinas e gli ho già mandato un messaggio per augurargli buon lavoro”.

Il neo governatore, da parte sua, sottolinea il margine di vantaggio e critica gli exit poll: “Non ho mai visto un testa a testa, che non rispondeva al vero, 14 punti di vantaggio rappresentano un dato incontrovertibile”. È un vero e proprio flop, invece, quello del M5s di poco superiore al dieci percento.





Luigi Di Maio ci tiene a sottolineare che il M5s entrerà per la prima volta in consiglio regionale ma il risultato dei grillini è ben lontano dal 42,5 per cento delle elezioni politiche del 2018. In ogni caso tutti  – dal premier Giuseppe Conte, ai vice Di Maio e Matteo Salvini – ripetono che i numeri sardi non avranno ripercussioni sul governo. Anche perché neanche la Lega ha sfondato: è al 12%, era poco superiore al 10 il 4 marzo. Il candidato pentastellato, Francesco Desogus, non sembra stupido della disfatta: “Sono già tornato al mio lavoro, in biblioteca.

Sapevamo che era una partita già persa in partenza ma mi sarebbe andato bene anche un secondo posto”, dice lo sconfitto già nel primo pomeriggio. Poi, però, all’Huffington Post ha aggiunto una frase più dura: “Metterci la faccia e mettersi a competere con Salvini non era utile. Sarebbe sembrata una gara a due e Di Maio sarebbe andato a perdere, dopo l’Abruzzo ha capito che non poteva permetterselo e quindi ha annullato l’appuntamento in Sardegna”.

A parte la vittoria del centrodestra, annunciata dai sondaggi, la debacle del M5s è il principale grande tema delle regionali sarde. Soprattutto in relazione alla tenuta dell’esecutivo.  “Sicuramente non ritengo che dagli esiti potrà derivare una qualche conseguenza sul governo nazionale”, diceva in mattinata il premier Giuseppe Conte dall’Egitto.

Prova a ostentare ottimismo, nonostante i risultati, Luigi Di Maio. “Il Movimento 5 stelle è vivo e vegeto e va avanti, in regione Sardegna come a livello nazionale. Noi siamo positivi, per la prima volta entriamo in regione Sardegna con diversi consiglieri regionali. È inutile confrontare il dato delle amministrative con le politiche: sarebbe come confrontare le mele con le pere“, ha detto il capo politico del M5s da Roma. Da dove annuncia “novità importanti per il Movimento tra domani e dopodomani”. Il leader del M5s, però, è il bersaglio di alcuni attacchi interni.





Non solo da parte del candidato Desogus, ma anche da parte del senatore Alberto Airola, secondo il quale “questo è un risultato che deve far riflettere”. Sull’apertura del capo politico alle liste civiche, Airola dice: “Resterei sempre con un unica lista e unico simbolo, ma forse ci sono posti e situazioni dove si può presentare una lista che porti avanti i valori 5 Stelle”. Più diretta, invece, la “senatrice ribelle” Paola Nugnes, che dice: “La leadership di Luigi Di Maio certamente va rimessa in discussione”. Sul fronte opposto – cioè quello dei vincitori – si registrano umori opposti.

Per Matteo Salvini l’esito delle regionali non mette assolutamente a rischio il governo perché “a livello nazionale non cambia nulla”. Per il leader della Lega, gli sconfitti sull’isola sono i dem: “Dalle politiche a oggi – dice – se c’è una cosa certa è che su sei consultazioni elettorali, la Lega vince 6 a zero sul Pd. Anche in Sardegna, dopo il Friuli, il Molise, Trento, Bolzano e l’Abruzzo i cittadini hanno scelto di far governare la Lega. E come in Abruzzo anche in Sardegna è la prima volta che ci presentiamo alle Regionali. Grazie a tutti quelli che hanno deciso di darci fiducia”.

Eppure in Sardegna la Lega non ha sfondato: è al 12%, poco più del M5s e sullo stesso livello dei voti presi alle politiche. Anche il Carroccio, come il M5s, non si era presentato alle ultime regionali sarde. Per Silvio Berlusconi, però, quelle percentuali vogliono dire solo una cosa: “Salvini senza Forza Italia non è autosufficiente”. Un leit motiv – sempre lo stesso – ripetuto quasi identico da tutti i leader berlusconiani. “Il centrodestra unito vince, anzi stravince, mentre i Cinque stelle crollano”. Elementi che per gli azzurri basterebbero a sfrattare il governo Conte. La pensa allo stesso modo Giorgia Meloni: “Dopo questo nuovo tracollo dei Cinque Stelle mi sembra che la fine del governo si stia avvicinando”. Salvini, però, ribadisce la solidità dell’esecutivo: “Con Di Maio ci siamo messaggiati, siamo tranquilli, non c’era bisogno che lo confortassi io”.

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