PUBBLICATA LA DELIBERA DI GIUNTA CON ALLEGATO IL VERBALE D'INTESA, NEI PROSSIMI GIORNI IL PRESIDENTE REGGENTE FIRMERA' IL DECRETO ELETTORALE

ELEZIONI REGIONALI: ECCO I TRE MOTIVI PER I QUALI LOLLI HA SCELTO DI VOTARE IL 10 FEBBRAIO

di Marco Signori

19 Settembre 2018 15:02

Regione - Politica

L'AQUILA – Garantire “la più ampia partecipazione dei cittadini e la massima tutela dei diritti all'elettorato passivo ed attivo”, svolgere la campagna elettorale “interamente dopo la data del 6 gennaio, che tradizionalmente conclude il periodo delle festività di fine anno”, riallineare la prossima legislatura con la durata naturale di altri organi elettivi favorendo anche il contenimento della spesa pubblica.

Sono le tre direttrici sostanziali in cui si è mosso il presidente reggente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, per fissare al 10 febbraio prossimo la data delle elezioni anticipate in Abruzzo, in seguito alle dimissioni di Luciano D'Alfonso eletto senatore nelle fila del Partito democratico.

Le motivazioni sono contenute nel verbale dell'intesa allegato alla delibera, pubblicata oggi, con la quale la Giunta regionale, nella seduta di ieri, ha ratificato l'atto.

La decisione in un clima di polemiche da parte delle opposizioni del Movimento cinque stelle e del centrodestra con Forza Italia che ha annunciato ricorso al Tar, è stata adottata da Lolli d'intesa con il presidente della Corte d'Appello dell'Aquila, Fabrizia Francabandera, e sentito il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio.

Nelle prossime ore Lolli firmerà il decreto per elezioni anticipate necessarie dopo le dimissioni del presidente D'Alfonso, il 10 agosto scorso costretto a lasciare per la sopraggiunta incompatibilità con la carica di senatore ottenuta alle politiche dello scorso 4 marzo.





“È opportuno che il periodo di svolgimento della propaganda elettorale ricada interamente dopo la data del 6 gennaio, che tradizionalmente conclude il periodo delle festività di fine anno, e che la data delle elezioni sia perciò individuata successivamente al mese di gennaio, in cui, per consuetudine, finalizzata a garantire la massima partecipazione dei cittadini, in Italia non sono mai state esperite consultazioni elettorali”, si legge in uno dei passaggi del verbale d'intesa.

A quest'ultimo è allegato il parere del presidente Di Pangrazio del 14 settembre scorso, giorno in cui è stata resa nota la decisione. 

Due pagine di considerazioni frutto “del parere reso su mia richiesta – scrive Di Pangrazio – dalla Direzione Affari della Presidenza e lesiglativi del Consiglio regionale, nonché all'esito delle consultazioni intercorse con i capigruppo consiliari in merito alla data di svolgimento delle elezioni regionali”.

E il presidente dell'assemblea, conferma un aspetto emerso dal dibattito politico, a tratti feroce, delle ultime settimane: “Dal predetto parere emerge un quadro normativo in materia elettorale suscettibile di differenti interpretazioni”, riferito alle diverse posizioni delle opposizioni che hanno chieto il voto entro il mese di novembre. 

Due le strade indicate: secondo la prima, che poi ha prevalso nella scelta di Lolli, la data delle elezioni sarebbe dovuta essere fissata “non prima del 19 dicembre”, in base alla seconda, invece, “entro tre mesi dallo scioglimento” del Consiglio.





Interpretazione, quest'ultima, che ha portato il centrodestra a ritenere possibile il ritorno alle urne a fine novembre, visto che l'assemblea regionale è stata sciolta il 22 agosto scorso.

A contribuire a dirimere la questione, ci ha pensato il tema dei i diritti dell'elettorato passivo, cioè di coloro che vogliono candidarsi al Consiglio regionale ma ricoprono cariche pubbliche che glielo impediscono.

È il caso dei sindaci di comuni superiori a cinquemila abitanti, che “in entrambe le ipotesi” devono rimuovere le cause di ineleggibilità entro il termine perentorio del 6 ottobre prossimo: in questo caso, i tempi per votare alla fine di novembre sarebbero stati troppo stretti.

Dalla consultazione dei capigruppo, poi, è emerso come fossero favorevoli allo slittamento delle elezioni Partito democratico, Regione facile, Centro democratico, Sel, Alternativa popolare-Ncd, mentre hanno espresso contrarietà Forza Italia, che nei giorni scorsi ha anche occupato l'aula, e Movimento cinque stelle.

Di Pangrazio, dal canto suo, ha messo nero su bianco come sarebbe stato inopportuno votare nel periodo delle festività natalizie o immediatamente a ridosso.

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