ELEZIONI: MELILLA MASTICA AMARO, ”QUESTA E’ LA CAPORETTO DI LIBERI E UGUALI”

5 Marzo 2018 14:08

Regione - Politica

PESCARA – “La Caporetto di Liberi e uguali”.

Queste le parole del deputato uscente di Articolo 1 Mdp-Liberi e uguali Gianni Melilla, deputato uscente. 





“Registriamo la più grave sconfitta elettorale e politica del centrosinistra e della sinistra italiana nella storia repubblicana: una vera e propria Caporetto. In Abruzzo Liberi e uguali si colloca molto al di sotto presi da Sel cinque anni fa. A Pescara quasi la metà in meno. Non vi è stato nessun valore aggiunto, anzi Liberi e uguali ha perso voti rispetto a Sel”, aggiunge Melilla.

Secondo il quale per il risultato “catastrofico di Leu ci sono responsabilità evidenti in chi ha gestito e deciso il profilo programmatico, le candidature e la campagna elettorale, con rara miopia politica e maleducazione personale. Il dato di 118 pluricandidature, senza nessun rispetto per i territori e la democrazia riassume la vergogna di una gestione personalistica che è stata respinta dagli elettori di sinistra, che non hanno riconosciuto capacità innovativa e democratica al progetto di Leu”.

Per Melilla, inoltre, “su importanti questioni come ad esempio la riforma Fornero che ha sequestrato la vita di milioni di lavoratori, Leu è apparsa reticente. Dare la colpa di tutto alla politica degli ultimi tre anni del Partito democratico e a Matteo Renzi non è stato credibile, le responsabilità del fallimento di Liberi e ugiali hanno origini più profonde e coinvolgono tutte le personalità che hanno diretto il centrosinistra e la sinistra italiana negli ultimi venti anni”.





“Per un anno i dirigenti autonominatisi  di Mdp hanno negato un congresso democratico, hanno fatto e disfatto tutto, prima hanno scelto Pisapia e poi Grasso, ma sempre pensando di dare le carte senza nessun controllo da parte di organismi democratici. Chi ha gestito le candidature dovrebbe dirci perché non sono stati ricandidati gli unici due operai parlamentari (un senatore della Fiat di Melfi e una senatrice dell’Arsenale di Taranto), perché si è abbandonata la candidatura emblematica  del medico di Lampedusa, perché in Abruzzo sono stati imposti ben due capilista esterni nei collegi di Pescara-Chieti e L’Aquila-Teramo così come è stato fatto in tanti altri collegi italiani”, ha quindi commentato Melilla.

“Non c’è regione italiana senza paracadutati e pluricandidati. Si é aggirato in modo indegno anche la parità di genere con una gestione furba delle pluricandidature. Per questi motivi chi ha sbagliato deve mettersi da parte lasciando gli incarichi a cui si é autonominato un anno fa, in Mdp va subito calendarizzato un Congresso democratico in cui definire linea, profilo ideale e programmatico e gruppi dirigenti”, ha concluso.

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