ELEZIONI L’AQUILA: IL PRIMO SI’ DI LOLLI ”IO SINDACO? SE ME LO CHIEDONO VEDREMO”

di Alberto Orsini

4 Maggio 2016 15:15

Regione - Politica

L’AQUILA – “Io sindaco? L’Aquila perderebbe una postazione importante in Regione, ma se ci sarà una richiesta in tal senso vedremo”.

Con questa frase sibillina in un’intervista di oggi al Messaggero il vice presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, apre per la primissima volta a una sua candidatura a sindaco del capoluogo per la coalizione del centrosinistra per puntare alla successione a Massimo Cialente.

Un’ipotesi che, almeno fino a oggi, l’ex sottosegretario del governo Prodi aveva sempre allontanato dicendo di essere felice e impegnato in quello che sta facendo attualmente, cosa che peraltro conferma, e di non desiderare altri incarichi, posizione che comincia a cambiare.





Sarebbe l’uovo di Colombo per il centrosinistra, meno compatto di quello che si possa pensare tra le contraddizioni interne del Partito democratico, diviso tra giovani e ‘middle aged’, i cinquantacinquenni, e i partitini che reclamano più visibilità e sono anche tentati, tra mille paure, però, di scomparire, da una coalizione solo sinistra-niente centro in solitaria.

Il nome di Lolli metterebbe tutti d’accordo, spazzando via qualsiasi ipotesi di primarie combattute, visto che con un nome simile in campo diventerebbero un plebiscito e nessuno oserebbe sfidarlo apertamente, e ipotecando la vittoria finale alla luce della mancanza di candidati di livello anche paragonabile nel centrodestra e nel variegato mondo del civismo.

Un Lolli davvero in campo potrebbe, inoltre, mettere KO anche le velleità dell’attuale vice sindaco, Nicola Trifuoggi, di convogliare la sinistra senza simboli (ma anche il partito civatiano Possibile) e altre forze civiche sotto il suo nome per una candidatura a capo di un “terzo polo”: ipotesi che sarebbe stata difficile, ma ancora praticabile, con un candidato centrista, ma da escludere in toto con uno che 40 anni fa diventava segretario regionale dei Giovani comunisti.

Avendo mandato letteralmente al diavolo l’appoggio al sapor di centrodestra che gli aveva offerto Giorgio De Matteis, l’ex procuratore di Pescara potrebbe, così, ritrovarsi tutt’a un tratto solo.





“Non ho altro da dire rispetto a questo argomento. Ciascuno ha interpretato a modo suo le mie parole, ma in ogni caso per ora non aggiungo altro”, ha detto peraltro Trifuoggi sibillino ad AbruzzoWeb, evitando ulteriori controrepliche, di botto parco di parole dopo la sovresposizione mediatica delle ultime settimane.

Intanto tra i rumors della politica, rinfocolati da questa primo sì alla discesa in campo, si registra una possibile apertura a fare da numero 2 di Lolli di un altro che poteva invece essere un candidato sindaco “innovativo”, il presidente uscente della società idrica Gran Sasso Acqua, Americo Di Benedetto.

Puntava alla fascia tricolore, ma dopo averlo in un primo momento escluso, ora ripensandoci pare non disdegni troppo l’ipotesi di fare il vice sindaco per riequilibrare i futuribili vertici comunali dando rappresentanza anche all’ala moderata e post-democristiana della coalizione.

Un panorama, comunque, ancora mutevole in attesa della resa dei conti tra i dem, che avverrà quando qualcuno dovrà assumersi la briga di chiedere a Lolli, che ha già mollato un seggio sicuro in Parlamento in favore del dalfonsiano Gianluca Fusilli (tanto tranquillo da risultare maglia nera della produttività in aula per le statistiche di Openpolis), di dire addio anche alla Regione Abruzzo per puntare a ereditare quella che l’amministrazione uscente considera la fase finale della ricostruzione post-sisma del 6 aprile 2009 e il rilancio economico e produttivo che lui stesso assicura di aver avviato da palazzo Silone con la promessa di mille posti di lavoro in futuro nel “cratere”.

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