ELEZIONI: IL PD GIURA, ZERO PARACADUTATI; LE TRAME A DESTRA; VENERDI’ SI CHIUDE, I NOMI

di Alberto Orsini

24 Gennaio 2018 20:51

Regione - Politica

L’AQUILA – Tra domani e venerdì, con una 48 ore no-stop, si chiuderà in tutti gli schieramenti la complicatissima partita per la definizione delle liste elettorali in vista del voto politico del prossimo 4 marzo.

Ore febbrili con i “big” della politica abruzzese collegati in tempo reale tra telefonate e chat oppure presenti fisicamente a Roma, dove sono tornati i leader nazionali dei partiti per sistemare le griglie e andare a presentare i nominativi al ministero tra lunedì 29 e mercoledì 31, secondo i termini di legge.

La partita nazionale più bollente è quella del piazzamento dei cosiddetti “paracadutati”: nomi planati dall’alto di personaggi più o meno di rilievo che nulla c’entrano con i territori, e che andranno a infarcire per lo più le liste bloccate del proporzionale, infestando molto meno i collegi uninominali.

E dopo l’indiscrezione dei giorni dei giorni scorsi, fatta trapelare dal centrodestra e che aveva trovato parziali ammissioni anche tra i diretti interessati, di due “estranei” in arrivo tra le file del Partito democratico, definita “una papera” dal presidente della Regione e candidatissimo, Luciano D’Alfonso, oggi i vertici dem abruzzesi appaiono molto più ottimisti su questo tema.

Non ci saranno paracadutati, giurano, zero nomi obbligati nelle liste. E anzi, essendocene con quasi certezza parecchi tra le coalizioni avverse, da possibile motivo di imbarazzo questo si trasformerà in punto d’orgoglio da rivendicare in campagna elettorale. Anche questo fatto, naturalmente, andrà verificato al tirar delle somme, a caccia di ulteriori, eventuali “papere”.

Tra gli altri schieramenti, nel centrodestra si ipotizza la presenza di un paio di nomi calati dalle alte sfere, mentre i “catapultati” di Liberi e uguali sono già noti e hanno suscitato un pandemonio nel neonato cartello di sinistra.

Infine i Cinque stelle: gli uscenti tranne due e una marea di illustri sconosciuti tra i selezionati per il proporzionale, la vera attesa è per i nomi del maggioritario, che dovrebbero riservare sorprese con profili “pesanti” dell’imprenditoria e società civile selezionati nel suo frettoloso tour per l’Italia dal candidato premier, Luigi Di Maio.

E proprio lui, al momento, è l’unico depositario dei nomi, che usciranno in “zona Cesarini”.

QUI CENTROSINISTRA

Scoperti i bluff, accolte le disponibilità, nel centrosinistra le rose dei nomi nei vari territori sono ormai pressoché definitive; resta da capire chi verrà scelto e per quale sistema, chi avrà le pole position e chi invece dovrà accontentarsi delle retrovie.





Il tris d’assi, ormai sembra acclarato, vedrà il governatore Luciano D’Alfonso come capolista del listino proporzionale al Senato, la senatrice uscente Stefania Pezzopane capolista del proporzionale alla Camera L’Aquila-Teramo, il consigliere regionale Camillo D’Alessandro capolista del proporzionale alla Camera Chieti-Pescara.

Sui due per Montecitorio, comunque, sarebbe in atto un tentativo di schierarli in un collegio maggioritario, tenendo bene a mente il mantra che si è capito nelle scorse settimane: sui singoli collegi decidono i territori, sui listini decide il Nazzareno.

Le rose, si diceva. Nel Chietino, grande area in realtà divisa in più di un collegio a seconda di quale camera e sistema di voto, ci sono i placet per i consiglieri comunali teatini Alessandro Marzoli e Luigi Febo, quest’ultimo candidato sindaco sconfitto, l’assessore comunale lancianese Marusca Miscia, l’ex manager Honeywell Gaetano Di Corinto (si dimise in dissenso ai rischi occupazionali, è il ragionamento che si fa), l’ex sindaco vastese Luciano Lapenna. E poi c’è D’Alessandro.

Sull’Aquila si registrano le disponibilità dell’ex segretario provinciale Mario Mazzetti, dell’ex sindaco del capoluogo Massimo Cialente, in queste settimane sui social più renziano che mai, del collaboratore di Andrea Orlando, ministro della Giustizia, Michele Fina, del consigliere comunale e candidato sindaco aquilano sconfitto al ballottaggio Americo Di Benedetto, dell’esponente dell’assemblea nazionale Lorenza Panei. Oltre alla Pezzopane, ovviamente.

A Pescara, detto di D’Alfonso, in primis ci sono tre deputati uscenti, Antonio Castricone, Vittoria D’Incecco e Gianluca Fusilli, seguiti dall’avvocato popolese e orlandiano Sergio Della Rocca, il segretario cittadino Moreno Di Pietrantonio, il segretario provinciale Francesca Ciafardini.

Quanto a Teramo, infine, il deputato uscente Tommaso Ginoble, che potrebbe aprire il “caso” rivendicando un posto al sole nel proporzionale, ma non è detto non debba accontentarsi del maggioritario, la presidente provinciale Anna Marcozzi, i due consiglieri regionali Sandro Mariani e Luciano Monticelli.

Fin qui i democratici che, comunque, avranno la parte del leone. Agli alleati verranno riservate due misere postazioni, secondo gli scenari più accreditati.

Vale a dire, una al sindaco di Atessa, Giulio Borrelli, ex direttore del Tg1, in quota “Insieme”, la lista di prodiani, socialisti e verdi, segnatamente all’uninominale Lanciano-Vasto per la Camera: una candidatura, si mormora nei corridoi della politica, graditissima a D’Alfonso perché in grado di tessergli proficue trame di contatti con il giornalismo romano di alto livello, soprattutto quello della tv di Stato.

E poi il sottosegretario uscente alla Giustizia Federica Chiavaroli, che con Civica popolare dovrebbe essere la candidata di coalizione all’uninominale per il senato Chieti-Pescara.

Sempre che, e questa è la pillola dell’ultim’ora, l’ispiratrice della lista, il ministro uscente della Salute Beatrice Lorenzin, non scelga anche l’Abruzzo tra i 4-5 collegi sicuri in cui schierarsi: in questa eventualità, comunque, la Chiavaroli slitterebbe al numero 2 ed entrerebbe lo stesso in caso di opzione dell’altra per l’elezione in altro territorio. Cosa che, d’altronde, le capitò anche nel 2013 con la scelta di Silvio Berlusconi.





QUI CENTRODESTRA

Nel flessibile panorama del centrodestra l’unico posto davvero sicuro sembra quello destinato al deputato Fabrizio Di Stefano nel collegio uninominale per la Camera, quindi in rappresentanza della coalizione, Chieti-Sulmona.

Allo stesso modo è certa la candidatura del coordinatore regionale Nazario Pagano: da capire, tuttavia, se all’uninominale per il Senato, oppure, come preferirebbe l’interessato, nel listino proporzionale.

Questo perché l’orientamento prevalente sembra essere, ma da confermare, di posizionare i politici più noti e navigati a correre per la preferenza personale al maggioritario, destinando i listini bloccati del proporzionale alla società civile e le nuove proposte.

Capitolo paracadutati. Sembra certo saranno in due tra i forzisti, paradossalmente con tenui legami con i rispettivi territori ma certo non loro espressione: per l’uninominale Camera, il collegio L’Aquila-Marsica-Sangro sembrerebbe appannaggio di Andrea Ruggieri, responsabile nazionale tv e nipote di Bruno Vespa; nel proporzionale, il pianista celanese Nazzareno Carusi, maestro di piano del presidente di Mediaset e amico fraterno di Berlusconi Fedele Confalonieri.

Altro nome paracadutato, ma tra gli alleati, sarebbe quello di Lorenzo Cesa, come già spiegato supportato dal deputato uscente Filippo Piccone, che in caso di elezione del leader della Lega potrebbe subentrargli come eurodeputato.

Per il resto si registra la forte avanzata dell’ex governatore Gianni Chiodi, a dispetto delle smentite qui e lì, a stretto contatto con lo stesso Berlusconi tramite il braccio destro Gianni Letta, che ha incontrato a Roma, e che potrebbe ritrovarsi capolista al proporzionale della Camera sul collegio L’Aquila-Teramo.

Altri scenari possibili sono, nel maggioritario per Montecitorio, il collegio Teramo al coordinatore regionale della Lega, Giuseppe Bellachioma; il collegio Pescara recuperato da Fratelli d’Italia con Guerino Testa ormai sorpassato da Alessandra Petri; collegio Lanciano-Vasto a Enrico Di Giuseppantonio di Noi con l’Italia, la cosiddetta quarta gamba di post-democristiani, civici e compagnia.

Fuori dai giochi i forzisti aquilani: una vera iattura per loro, vista l’insperata riconquista del Comune capoluogo lo scorso giugno e il “vento” positivo per il centrodestra, si sperava nella possibilità di riportare un parlamentare del capoluogo dopo decenni. Ma da quanto appreso, si sono giocate partite personali e non di territorio, destinate, a oggi, a naufragare.

Il problemone vero nella coalizione, comunque, come già fatto notare, è che i sopraccitati aspiranti non potranno essere tutti candidati perché naufragherebbe il rispetto della proporzione 60-40 uomini-donne, su base nazionale alla Camera e regionale al Senato secondo la legge.

Servono le donne, e questo farà la fortuna di nomi d’esperienza o all’esordio: due su tutte, la senatrice uscente Paola Pelino, che correrà per il quarto mandato, e l’assessore comunale dell’Aquila Annalisa Di Stefano, ben accreditata nell’associazionismo e amica dell’ex ministro Renato Brunetta. Ma sono poche, dovranno saltar fuori altri nominativi per arrivare alla quadra.

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI: