ELEZIONI: I RUMORS, ”GATTI FA VOTARE MARIANI!”, MA LUI SMENTISCE, ”FAKE NEWS”

di Filippo Tronca

23 Febbraio 2018 15:06

Regione - Politica

TERAMO – “Riassumendo: non ho mai fatto lo steward, non ho parenti importanti, non sono un escursionista della politica, e ho sempre superato le 10 mila preferenze sul territorio. Ero del tutto incompatibile con il Rosatellum…”.

Un cinguettio pieno di rabbia e da incorniciare quello del consigliere regionale teramano di Forza Italiae vice presidente del Consiglio regionale Paolo Gatti, digitato all’indomani della funesta notizia della sua esclusione dalle liste di candidati alle politiche del 4 marzo.

Frasi amare, quelle del parlamentare mancato, a cui hanno fatto seguito calomorosi rumors negli ambienti politici teramani, secondo i quali addirittura Gatti, “starebbe dirottando il suo cospicuo pacchetto di voti a favore di Sandro Mariani”, capogruppo regionale del Partito democratico, candidato nel collegio uninominale di Teramo per la Camera.

Gatti, contattato da Abruzzoweb, ovviamente smentisce.

“La notizia è totalmente falsa, è una fake news non voterò e mai farò votare il centrosinistra e chi lo ha detto è uin alcolizzato che inoltre vive di speranze”, assicura il consigliere, che in effetti sta partecipando ad eventi ufficiali in campagna elettorale in quota agli azzurri.

Ciò non toglie, assicurano i ben informati, che Gatti è ancora arrabbiato, come del resto in molti nel partito in Abruzzo.





Da qui il rumors di una sua tremenda vendetta, nei confronti degli irriconoscenti forzisti, a cui potrebbe far seguito l’uscita dal partito, e una sua ricollocazione politica, tutta ancora da definire, a partire dalle prossime elezioni comunali di Teramo. Da apripista ha del resto fatto anche un altro forzista deluso per la mancata candidatura, l'ex presidente della Regione, Gianni Chiodi, della cui giunta ha fatto parte anche Gatti, che ha sbattuto la porta passando tra le fila di Noi con l'italia, che lo ha candidato, comunque nella coalizione del centrodestra.

Ma non è tutto: a dare una mano a Mariani, dove nel collegio di Teramo, in base agli ultimi sondaggi, il Partito democratico deve recuperare lo svantaggio che lo separa dal candidato di Movimento 5 stelle Antonio Zennaro, ci sarebbe anche Giorgio D’Ignazio, consigliere regionale di opposizione con il Nuovo centro destra, che poi si è candidato al collegio proporzionale L’Aquila-Teramo per la Camera con Civica Popolare, alleata del Partito democratico. Secondo fonti interne agli staff elettorali, D’Ignazio starebbe invitando a barrare nella scheda il nome di Mariani, fino a pochi mesi fa avversario in consiglio regionale, nella scheda dell’uninominale, e ovviamente il simbolo di Civica popolare nel proporzionale della Camera, dove D’Ignazio è per così dire blindato, e ha come unico interesse che la sua lista superi la soglia di sbarramento del 3 per cento. Un accordo perorato anche dall’antico mentore politico di D’Ignazio, il parlamentare uscente Paolo Tancredi molto accreditato elettoralmente nel territorio teramano.

In questa concitata campagna elettorale si registra anche un riavvicinamento tra Mariani e l’assessore all'agricoltura Dino Pepe, candidato in seconda posizione, dopo la senatrice aquilana Stefania Pezzopane, nel collegio proporzionale L'Aquila-Teramo della Camera, e che per conquistare un seggio dovrà dunque sperare in un risultato del Pd, oltre le più rosee previsioni.

Pepe e Mariani per mesi se le sono date di santa ragione, schierati su fronti contrapposti in occasione dell’elezione del segretario provinciale Pd di Teramo, ma nche sulle politiche della caccia, per il conflitto territoriale tra le aree interne teramane di Mariani, originario di Campli, e quelle rivierasche di Pepe, originario della Val Vibrata.

La partita della segreteria provinciale è stata poi vinta da Mariani, che riuscito a far riconfermare Gabriele Minosse. Ora tra i due sembra però essere tornato il sereno, e non è sfuggito che sia Mariano che Pepe erano assenti alla kermesse di Pescara dell’11 febbraio scorso, in cui il presidente Luciano D’Alfonso ha lanciato in grande stile la sua candidatura al Senato come capolista del Partito democratico al proporzionale nel collegio unico regionale.

Assenza abbastanza spiegabile per Mariani, più volte venuto ai ferri corti con il presidente, un po’ meno per Pepe, molto più fedele e allineato.





Un patto più o meno segreto, quello tra Mariani e D’Ignazio da una parte, e tra Mariani e Gatti dall’altro che avrà probabili conseguenze in vista delle elezioni comunali a Teramo, previste per primavera, a seguito della rovinosa caduta a dicembre della giunta di centrodestra di Maurizio Brucchi.

Del resto le sventure di Gatti, che da anni tenta invano di staccare un biglietto per Roma, nascono proprio a seguito della caduta di Brucchi, pugnalato alle spalle in primis dai consiglieri comunali di Futuro In, fedeli a Gatti.

Forza Italia, a cominciare dal coordinatore regionale Nazario Pagano non gliel'avrebbe perdonata, e si suppone nemmeno i vertici romani vicini al leader maximo Silvio Berlusconi, dopo aver ascoltato gli impietosi resoconti sulle “malefatte politiche di Gatti” da parte dei messi abruzzesi ad Arcore.

Inoltre a mettere un veto alla candidatura di Gatti è stata anche Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni non ha dimenticato che nel 2013 Gatti si è candidato al Parlamento proprio con Fdi, e subito dopo la mancata elezione, è tornato come nulla fosse in Forza Italia.

Il tempo dirà se il malcontento di Gatti sarà il preludio di nuovi scenari anche a Teramo, dove del resto i cittadini sono più che abituati ad accordi oltre gli schemi e ad arditissime convergenze parallele.

 

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