ELEZIONI: GIORGIO FEDELE, ”METTETE ALLA PROVA IL M5S, CENTROSINISTRA E CENTRODESTRA FALLIMENTARI”

di Marco Signori

20 Febbraio 2018 07:00

Regione - Politica

L'AQUILA – “Il presidente D’Alfonso è infatti ben consapevole che gli abruzzesi avrebbero bocciato un suo governo bis in Regione”, per questo ha “fatto di tutto per cogliere l’occasione di un posto sicuro in Senato”.

Lo dice Giorgio Fedele, candidato alla Camera con il Movimento 5 stelle sia al collegio uninominale L'Aquila-Marsica-Alto Sangro, sia al plurinominale L'Aquila-Teramo.

“Quello che ad oggi manca veramente è l’etica ed il rispetto dei cittadini e dei loro bisogni. È la sensibilità e conoscenza dei territori della nostra provincia ed il senso del dovere, necessari per essere dei buoni rappresentanti. Valori che non rivedo ancora oggi nelle scelte fatte dal centrodestra e dal centrosinistra”, aggiunge Fedele, che grazie al M5s dice di essere tornato a sentirsi rappresentato dopo anni di disaffezione e astensionismo.

Fedele, lei è uno dei volti nuovi del Movimento 5 stelle. Inizierei con il chiederle di presentarsi e far conoscere qual è stato il suo percorso di avvicinamento al M5s.

Ho 32 anni, sono nato e vivo ad Avezzano. Durante gli anni del liceo ho iniziato ad interessarmi al territorio in cui vivo ed ai suoi problemi. Come immediata conseguenza, mi sono appassionato alla politica, riconoscendo in essa il necessario momento di confronto e di contemperamento degli interessi che animano la nostra società. Crescendo, però, sono rimasto sempre più deluso dalle scelte e dagli atteggiamenti assunti dai partiti. Nel Movimento 5 stelle ho visto da subito un’alternativa, un segno di discontinuità con tutto questo. Ho iniziato a seguire il blog sul finire del 2008 e nel 2012, insieme ad un gruppo di persone fantastiche, ho fondato il gruppo di Avezzano. Il secondo della provincia dell’Aquila. Grazie al M5S, ho avuto la possibilità di partecipare veramente alla vita politica del Paese, rifiutando la logica della disaffezione e dell’astensionismo. Oggi posso dire di sentirmi rappresentato e di comprendere appieno l’importanza dell’impegno diretto nelle decisioni che fondano l’Italia del domani.





Lei è candidato in quarta posizione in quota proporzionale, in ossequio ai risultati delle consultazioni online, ma è anche il candidato dell'uninominale nel collegio L'Aquila-Marsica-Alto Sangro. Com'è noto i candidati nei collegi maggioritari sono stati scelti direttamente da Luigi Di Maio e dagli altri vertici del Movimento. Si considera un privilegiato? E questo significa che lei ha un filo diretto con il candidato premier?

Nessun privilegio e nessun filo diretto. La logica seguita è quella del buon senso e del rispetto dei territori. Tutte le persone scelte infatti hanno due elementi in comune: le capacità dimostrate ed acquisite nel corso degli anni e l’appartenenza e conoscenza del territorio nel quale sono candidate. Diversamente dai partiti, come il centrodestra, che hanno imposto ai cittadini candidature paracadutate da Pescara e da Napoli, il Movimento 5 stelle ha sempre espresso la volontà di garantire alla città di L'Aquila, alla Marsica e all’Alto Sangro la giusta rappresentanza, con candidati radicati nel territorio e che ne sono diretta espressione. Ovviamente per me essere candidato all'uninominale è un onore ed è anche il riconoscimento del buon lavoro svolto in questi anni. Sono fiero di avere la concreta opportunità di rappresentare la mia terra in Parlamento e ne sostengo tutta la responsabilità.

La partita in Abruzzo sembra essere tra Movimento cinque stelle e centrodestra. Quanto sentite il peso di questa responsabilità?

Ad oggi siamo la prima forza politica, in Abruzzo e in Italia, e siamo consapevoli della responsabilità che ne deriva. Non ci siamo mai tirati indietro anzi, quello che chiediamo è di essere messi alla prova. Il duro lavoro non ci ha mai spaventato. Il M5S non solo è cresciuto nei consensi, in questi anni siamo cresciuti soprattutto sul piano delle capacità e delle competenze ed ora siamo pronti a servire i cittadini al governo del Paese. La nostra provincia, poi, merita molto di più del disinteresse e del pressapochismo che il centrodestra e il centrosinistra hanno riservato alle aree interne della nostra regione. Se il buongiorno si vede dal mattino, le scelte fatte nella formazione delle liste sono il chiaro sintomo che c’è un’intollerabile scarsa considerazione delle nostre realtà.

Le simulazioni più accreditate, tuttavia, sembrano indicare come unica via quella di un governo Pd-Forza Italia. Il M5s continua ad essere dell'idea di non stringere alcuna alleanza?

Come detto già dal nostro candidato premier Luigi Di Maio, noi puntiamo a cambiare questo Paese, forti di quella coerenza e di quella capacità che in politica mancano da molto tempo. Se all’esito delle votazioni non avessimo i numeri per governare, come prima forza politica del Paese chiederemo l’incarico di formare un governo al presidente Mattarella. Le consultazioni saranno aperte a tutti i parlamentari eletti, ma saranno incentrate solo sul programma da realizzare. Il classico mercato delle vacche, inscenato ad ogni elezione o crisi di governo per barattare le poltrone con il futuro del nostro Paese, è qualcosa che non ci appartiene. Il concetto di alleanza a cui ci hanno abituato il centrodestra e il centrosinistra è solo il mezzo per rimanere al potere. La legge elettorale che hanno votato è l’ennesima prova di questo interesse e va a discapito solo dei cittadini che, ancora una volta, sono stati sacrificati alla politica dell’inciucio formata da Pd-Forza Italia.





La candidatura al Senato del presidente della Regione Luciano D'Alfonso avvicina l'appuntamento elettorale regionale. Il Movimento cinque stelle come si prepara?

Il 4 marzo i cittadini hanno la possibilità di iniziare veramente a cambiare le cose, noi ci stiamo focalizzando solo su questo. Il fatto che il governatore D’Alfonso abbia fatto di tutto per cogliere l’occasione di un posto sicuro in Senato, così come hanno fatto molti altri fra gli attuali consiglieri regionali di maggioranza, ben rappresenta il fallimento del centrosinistra nel governare la Regione Abruzzo. Il presidente D’Alfonso è infatti ben consapevole che gli abruzzesi avrebbero bocciato un suo governo bis in Regione. Da questo punto di vista, la candidatura del presidente, come degli altri consiglieri regionali, non ha purtroppo stupito. La Regione Abruzzo per loro ha rappresentato solo un trampolino di lancio per il raggiungimento di fini personali. Solo i consiglieri regionali del M5S hanno tenuto fede e terranno fede al mandato ricevuto dagli elettori.

Che Abruzzo lascia il governo di centrosinistra?

Quello del centrosinistra è stato un governo regionale fallimentare che ha portato l’Abruzzo ai minimi storici per trasporti, sanità, ambiente e occupazione. Negli ultimi 4 anni, l’Abruzzo ha perso 15mila posti di lavoro, più di 2.500 imprese hanno chiuso i battenti e 11mila abruzzesi hanno lasciato la regione per cercare lavoro altrove. Questi sono i dati, divulgati dai nostri consiglieri regionali, al di là della propaganda incessante alla quale Luciano D’Alfonso sottopone i cittadini abruzzesi dal 2014. Nonostante non abbia mantenuto le promesse fatte in campagna elettorale nel 2014, oggi ci riprova con nuove roboanti e irrealizzabili promesse, fino ad arrivare a mascherare il pessimo lavoro sul servizio sanitario abruzzese.

Ricostruzione al palo, tribunali minori nel limbo, ambiente da tutelare, attrattività turistica, collegamenti. Qual è la priorità delle priorità per l'Abruzzo?

La priorità in Abruzzo è quella di rimettere in moto il nostro sistema economico, iniziando finalmente a valorizzare le nostre specificità e, al tempo stesso, intervenendo sul tessuto sociale e sui servizi al cittadino. Agire in qusto senso significa occuparsi, non solo delle questioni citate, ma del territorio nel suo complesso. È questo il ruolo di chi è chiamato a rappresentare i cittadini nelle Istituzioni. D’altro canto, per poter adempiere a tale compito, non si può continuare a ragionare per compartimenti stagni, come se i vari settori, in cui si svolge il quotidiano, fossero effettivamente scissi gli uni dagli altri. La ricostruzione, ferma soprattutto nei comuni intorno a L’Aquila, non può essere messa in secondo piano rispetto ai collegamenti. Allo stesso modo, non si può parlare di sicurezza e di impresa in un territorio dove vengono soppressi i Tribunali, che di “minore” hanno solo la considerazione che il decisore politico ha riconosciuto ai cittadini che vivono quei territori. Le risorse per far funzionare il nostro sistema ci sono sempre state e la prova, se ce ne fosse ancora bisogno, è data dai miliardi di soldi pubblici, trovati nel giro di poche ore per salvare le banche e gli amici degli amici. Quello che ad oggi manca veramente è l’etica ed il rispetto dei cittadini e dei loro bisogni. È la sensibilità e conoscenza dei territori della nostra provincia ed il senso del dovere, necessari per essere dei buoni rappresentanti. Valori che non rivedo ancora oggi nelle scelte fatte dal centrodestra e dal centrosinistra.

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI:


    Abruzzo Web