INTERVISTA A CANDIDATO DI FORZA ITALIA, ''EUROPA VA CAMBIATA, NON DISTRUTTA, SOLO CON UNITA' SI PU0' COMPETERE NEL MONDO''

ELEZIONI EUROPEE: PATRICIELLO, ”CON FONDI NON SPESI DA NOI, AUTOSTRADE IN IRLANDA”’

di Filippo Tronca

11 Maggio 2019 07:00

Regione - Cronaca

L'AQUILA – “In Irlanda hanno costruito un autostrada con i fondi europei revocati al Mezzogiorno d'Italia, e lo hanno ricordato con un grande cartellone con scritto su scritto 'Grazie Italia!'. Ecco, tutto ciò è umiliante, dobbiamo impegnarci  affinchè nulla di tutto ciò possa ancora accadere”.

Ad affermarlo l'eurodeputato del Partito popolare, Aldo Patriciello, molisano classe 1957, candidato con Forza Italia alle elezioni europee del 26 maggio, nella Circoscrizione Sud, dunque anche in Abruzzo.

Patriciello a L'Aquila ha incontrato in una gremita sala conferenze della casa del volontariato i suoi sostenitori. Presenti tra gli altri, Rodolfo De Laurentiis, consigliere di amministrazione della Rai, il vicepresidente del Consiglio regionale Roberto Santangelo di Azione politica, il prosdiente del consiglio comunale dell'Aquila Roberto Tinari, Forza Italia, e il consigliere comunale Luca Rocci di Aquila Futura. A moderare il dibattito Luca Bergamotto, direttore di Laqtv.

Eurpoeista convinto,  oramnai di di casa a Strasburgo, Patriciello promette di battersi per una “riforma della Bce e delle poltiche dell'austerity”, per la “realizzazione di un esercito unico europeo”, e soprattutto per la “costruire di un asse mediterraneo, tra Italia, Francia, Spagna, Grecia,  Malta e Portogallo”, che riequilibri i rapporti di forza con la Germania e i Paesi del nord Europa. 

Più volte consigliere regionale in Molise della Dc, e poi dell'Udc, è diventato per la prima volta deputato al Parlamento europeo nel maggio 2006, per la lista dell'Udc dopo la rinuncia del segretario Lorenzo Cesa, nel frattempo eletto deputato nazionale.

Ha aderito nel 2008 al Popolo della Libertà, e l'anno dopo è stato rieletto a Strasburgo con 113.924 preferenze, nella circoscrizione Sud. Terzo mandato lo ha ottenuto con Forza Italia, questa volta con 111.544 preferenze. A rafforzare la sua fama di mister preferenze. 

La sua famiglia è proprietaria di una ventina di aziende con circa 900 dipendenti, attive nella sanità, nell'edilizia e nell'editoria. 

Durante la sua lunga attività di europarlamentare, Patriciello ha ricoperto il ruolo di vice presidente della Commissione Industria, Telecomunicazioni, Ricerca ed Energia. Inoltre è stato membro della Commissione per il controllo dei bilanci e membro sostituto della Commissione per i trasporti e il turismo e della Delegazioni per le relazioni con i paesi del Maghreb.





Aldo Patriciello, prima domanda canonica: perché i cittadini dovrebbero andare a voltare il 26 maggio?

Devono votare per l'istituzione Europea perché l'Europa è la nostra casa, la nostra patria. L'Europa è un'istituzione che noi abbiamo voluto e abbiamo il dovere, la responsabilità di parteciparvi in modo attivo.

Per conservarla così come è, o per cambiarla?

Per cambiarla, senza dubbio, l'Europa deve diventare più vicina ai cittadini, più solidale. Ma un conto è cambiare l'Europa, un conto volerla distruggere. Noi non possiamo farne a meno, perché rappresenta il futuro delle nostre aziende, dei nostri giovani. E' solo ed esclusivamente dentro Europa forte e coesa, che lavori per gli Stati Uniti d'Europa, che si può immaginare una ripresa economica, un riscatto delle regioni più in difficoltà, a cominciare dal Mezzogiorno d'Italia.

A proposito di Mezzogiorno d'Italia: tema assai dibattuto in questa campagna elettorale e la nostra scarsa capacità di spendere i finanziamenti europei...

Racconto un amaro aneddoto: in Irlanda hanno costruito un autostrada con i fondi revocati al Mezzogiorno d'Italia, che non erano riusciti a spenderli. Gli irlandesi lo hanno ricordato con un grande cartellone all'uscita dell'autostrada, con scritto su scritto 'Grazie Italia!'. Ecco, questo ci mortifica, ci fa sentire responsabili, colpevoli. C'è da rivedere qualcosa, c'è da sburocratizzare il nostro Paese, occorre essere più efficienti, più veloci. Ricordo che è ai nastri di partenza l'asse di finaziamenti 2021-2027, che  darà più risorse al Sud, anche all'Abruzzo. Tutto dipenderà da noi, non possiamo mancare questa opportunità.

Non è utopico immaginare gli Stati Uniti d'Europa, in uno scenario, quello attuale, dove gli stati giocano per sè e non sono affatto coesi? 

I conflitti tra Stati sono evidenti. Oggi purtroppo ancora non esiste una sola Europa, prevalgono le diversità e i personalismi. Io credo che noi dobbiamo lavorare per unire, per mettere da parte gli steccati ideologici, e cercare di lavorare per una grande Europa. Gli Stati Uniti d'Europa rappresentano l'unica strada da percorrere in uno scenario geopolitico in cui dobbiamo competere con potenze come gli Usa, la Russia, la Cina l'India. 





D'accordo con la chiusura dei porti e delle frontiere, nazionali ed europee, che è uno dei cavalli di battaglia dei sovranisti, e in Italia di Matteo Salvini? 

Secondo me non si risolve nulla chiudendo i porti. Occorre andare a fare i progetti di cooperazione nei Paesi dove la gente parte, aiutarli a casa loro. Se queste misure sono efficaci, le persone non hanno motivo di lasciare i loro Paesi.

L'esercito unico europeo è una sottrazione di sovranità, o un opportunità?

E' un obiettivo prioritario: un esercito unico consentirà anche al nostro Paese di fare efficienza, in termini di costi, ed essere parte finalmente di una grande potenza.

In Europa comandano la Germania, la Bce e le lobby?

C'è una Germania fortissima, c'è una Bce che guarda solo all'inflazione. Ecco perché occorre una profonda riforma, noi Popolari vogliamo modificare la Bce, per far si che diventi più vicina al mondo del lavoro. La Germania è forte, anche perché ha fatto alleanze con altri paesi europei su cui ha una posizione di predominio. Sta a noi costruire delle alleanze con la Francia, con la Spagna, con la Grecia, con la piccola Malta, con il Portogallo. Un asse mediterraneo, che riequilibri i rapporti di forza.

Hanno detto autorevoli economisti: il dogma del pareggi del bilancio, il rapporto deficit-pil come è stato calcolato, sono sostanzialmente “stupidi”. Concorda?

C'è da fare molto anche sul rapporto deficit-Pil. Io credo che oggi questa Europa sia da modificare, guarda troppo all'aspetto dei bilanci e molto meno alla crescita. Ma, per quanto riguarda l'Italia, ci si può riuscire se diventa un Paese davvero amico dell'Europa, non un nemico.

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