ELEZIONI: DI STEFANO, ”ESCLUSO IN MODI SCORRETTI, ORA MI CANDIDO A PRESIDENZA REGIONE”

di Alberto Orsini

29 Gennaio 2018 20:13

Regione - Politica

L’AQUILA – “Ci poteva stare che, dopo diversi anni, si arrivasse a un ricambio o perlomeno un pit-stop, soprattutto per chi, come me, non vive di politica, ma ha anche altre attività. Certo il modo poteva essere più corretto, ma dopo questo pit-stop sarò più pronto di prima a ripartire”.

Lo afferma ad AbruzzoWeb Fabrizio Di Stefano, deputato uscente e prima ancora senatore, il grande escluso della tornata elettorale del prossimo 4 marzo nelle lista di Forza Italia e del centrodestra, che comunque rilancia e si dice già da ora “pronto” a correre per la presidenza della Regione Abruzzo alle elezioni del 2019 o quelle anticipate qualora l’attuale governatore, Luciano D’Alfonso, entri in Parlamento.

“Se mi sento candidato presidente in pectore dopo questa esclusione? Credo che ci siano tutti i presupposti – afferma – tant’è che avevo già detto in passato, anche al coordinatore Pagano, che ero disponibilissimo a non candidarmi per niente al Parlamento, proprio per concentrarmi su questo obiettivo”.

“Poi, visto questo sistema elettorale, in cui sui collegi uninominali la forza del candidato diventa importante, avevo valutato la mia candidatura su un collegio maggioritario, mai ho chiesto il proporzionale perché volevo conquistare il consenso tra la gente”, prosegue Di Stefano.





“Sono pronto a farlo, questo passo, se mi si chiede, e a questo punto ci sono tanti che me lo stanno chiedendo. Ora, comunque, ci concentriamo per far vincere il centrodestra a queste Politiche”, assicura.

Tornando alle modalità che hanno portato alla sua esclusione, “se proprio ci doveva essere un ricambio, avrei preferito che fosse con qualcuno dei tanti amministratori capaci che abbiamo, dei tanti esponenti del mondo imprenditoriale che sono stati sempre vicini al centrodestra nella buona e nella cattiva sorte, che si fosse valorizzata qualche nuova leva, che fossero premiate la coerenza e la competenza”.

“Invece – prosegue ancora – vedere che, di fatto, il mio posto viene preso da chi due anni prima era alla Leopolda renziana (in riferimento ad Antonio Martino, ndr) non è un buon insegnamento per la politica. Chi ha fatto queste scelte, comunque, aveva ruoli e competenze per farlo”.

Sempre sui modi, “mi poteva essere detto una settimana prima, se qualcuno temeva che, io sapendolo in anticipo, avrei poi fatto altre scelte su altri lidi, forse non mi conosce abbastanza,. Per me la coerenza è un principio assoluto, non è riducendomi all’ultimo che si evitano salti di barricata. Evidentemente – accusa – avendo a che fare con soggetti, oggi candidati, che al salto della quaglia sono avvezzi, è chiaro che si temeva che anch’io fossi di questa pasta”.

Uno che ha cambiato partito è l’ex presidente della Regione, Gianni Chiodi, passato da Forza Italia a Noi con l’Italia.





“Non so le motivazioni che hanno spinto Gianni a optare per questa candidatura che, comunque – rileva Di Stefano – è abbastanza in linea con il suo percorso, perché già militava nel movimento Idea, che è entrato nella quarta gamba. Il paradosso, semmai, è che Quagliariello stia dentro le liste di Forza Italia”.

Di Stefano non vede all’orizzonte un cambio di partito, per quanto lo riguarda. “Sono un uomo di centrodestra, la mia storia e coerenza politica mi impongono di restare dove stavo, dove sto e dove starò – precisa – Qualcuno mi imputa di non venire dalla prima Forza Italia, ma da Alleanza nazionale: è vero e ne vado fiero e orgoglioso. Ma An o Fi che sia, il mio percorso è chiaro e cristallino. A quella parte resto coerente, che si vinca o si perda: non salto su altri carri, non mi interessano situazioni alla Lorenzin”.

“In questo momento è importante concentrarsi perché il centrodestra possa vincere le elezioni, e possa farlo insieme, superando il 40% per governare da solo – rimarca – Sarebbe una iattura non riuscirci e, qualora non dovesse essere così, all’idea di dover fare un governo di larghe intese con altri mi solleva non esserci”.

Non del tutto escluso, a sentire la risposta, comunque, un possibile approdo in Fratelli d’Italia.

“In questo momento i progetti politici Fdi, Lega, Fi e Nci sono simili, pur con sfaccettature diverse, altrimenti non ci sarebbe alleanza. Non sarà una mancata candidatura in Forza Italia a farmi spostare, saranno, eventualmente, scelte politiche ma non personalistiche – conclude – Nei prossimi giorni incontrerò in assemblee organizzate quelli che ritengo siano i miei elettori, proprio per spiegare loro qual è il mio pensiero e quale l’importanza della battaglia nella coerenza e nel centrodestra”.

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