ELETTRODOTTO L’AQUILA: TERNA DRIBBLA IL COMUNE PER I TRALICCI DA SPOSTARE

16 Luglio 2014 08:36

L'Aquila -

L’AQUILA – Tutto tace sullo spostamento dell’elettrodotto che taglia in due metà la città dell'Aquila. E il sospetto è che, come dice l’adagio, la dilazione sia la forma più letale di diniego.

Terna, la società che in Italia gestisce la rete elettrica, non ha dato infatti ancora seguito alle ripetute richieste del sindaco del capoluogo, Massimo Cialente, di un incontro per ragionare concretamente sulla delocalizzazione, lontano dai centri abitati, dell’elettrodotto a doppia linea ad alta tensione da 150 e 220 chilovolt che attraversa la città, tagliando in due i quartieri di Pettino, San Francesco e Torrione.

A pochi metri da numerosi edifici scolastici e da abitazioni dove, ha denunciato a questo giornale Federica Marola, dottore in Medicina presso l'Ospedale 'San Salvatore' dell'Aquila, si sono verificati corso degli ultimi dieci anni, ben cinque casi di malattie ematologiche.





Ai giornalisti che alzano il telefono per chiedere lumi e l’onore di un’intervista, gli addetti della comunicazione di Terna, sia nazionali che regionali, rispondono con gentilezza che i superiori sono pieni di impegni, a cominciare dal direttore operativo Gianni Vittorio Armani, e che sulla fattibilità e i tempi dell’intervento la società non può, per ora, prendere posizioni ufficiali.

Assicurano, in modo informale, che il caso L’Aquila è stato inserito in agenda, ma ci sono i fatidici tempi tecnici. E l’infruttuosa telefonata si conclude puntualmente con l’altrettanto fatidico “le faremo sapere”.

Molte le domande che restano dunque senza risposta. Quelle da dare ai cittadini che temono per la loro salute, o che hanno a cuore legittimamente, la riqualificazione estetica dei loro quartieri, visto che i tralicci sono incomparabilmente più brutti rispetto a quelli, per esempio, avveniristici e che ricordano un germoglio, disegnati dall'architetto Hugh Dutton, vincitore del concorso internazionale “I tralicci del futuro” indetto da Terna, proprio nell’intenzione di rinnovare, dal punto di vista tecnico e del design, la vetusta rete di trasmissione elettrica italiana.





Senza risposta a tal proposito anche legittime domande sullo stato di sicurezza statica e la manutenzione dei tralicci vecchi di decenni del tratto aquilano, in cui sono evidenti, anche a occhio nudo, segni di usura.

L’impressione, a questo punto, è che Terna non abbia tutto questo interesse a rimuovere i tralicci aquilani. Potrebbe farlo solo se a finanziare l’operazione fosse il Comune, che ovviamente non ha le risorse per un intervento stimabile nell’ordine delle decine di milioni di euro, ma che potrebbe anche avere un rapporto costi e benefici più che accettabile, visto che al dì del aspetto sanitario e della precauzione, si libererebbero ettari di terreno di proprietà comunale molto preziosi in una fase in cui L’Aquila, con la ricostruzione post-sismica, sta ridisegnando il suo assetto urbanistico.

Terreni che potrebbero essere infatti utilizzati per aree verdi, strutture sportive, percorsi ciclabili e pedonali, per interventi di riqualificazione di quartieri sorti nel secolo scorso intorno e sotto a quei tralicci senza un disegno urbano degno di questo nome. Filippo Tronca

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