L'AQUILA – Ci sono in Italia, impianti che trattano rifiuti che scatenano sommosse e barricate da parte di cittadini e comitati. Altri, invece, che diventano meta di vocianti scolaresche e teatro di lezioni di educazione ambientale, in cui si può toccare con mano quanto sia intelligente e facile separare i rifiuti e riutilizzarli. In una sola parola, economia circolare, l’unica che potrà sopravvivere alla progressivo esaurimento di molte materie prime, che va di pari passo con l'aumento della popolazione e dei consumi.
È il caso dell’impianto di trattamento e recupero dei rifiuti, di Guidonia Montecelio nel Lazio, fiore all’occhiello di Avr spa, che riesce a trattare e differenziare 60 mila tonnellate all’anno di rifiuti, in parte significativa provenienti anche dallo spazzamento stradale, che normalmente va a finire in discarica.
La plastica, la carta e i materiali misti provenienti dalla raccolta differenziata, vengono lavorati avvalendosi di tecnologie avanzate come i vagli balistici, griglie in movimento, che riescono a differenziare i materiali in base al peso e alle dimensioni ed attraverso appositi lettori ottici che riconoscono le tipologie dei materiali.
La piattaforma di Avr è il luogo adatto insomma per percorsi didattici in cui trasmettere il concetto di sviluppo sostenibile, di conservazione delle risorse, ma anche di educazione civica e culturale, rivolta ai cittadini e agli istituti scolastici.
A occuparsene in prima persona è l’ingegnere Francesco Cerullo.
“Dalla nostra esperienza – spiega – gli studenti delle scuole elementari sono quelli che hanno la maturità per comprendere i concetti base della tutela dell’ambiente e che dimostrano un interesse puro. Concetti semplici come il “ciclo” della raccolta differenziata, ovvero ad esempio, spiegare che da un quaderno di carta si può produrre un altro quaderno di carta e che se gettiamo il quaderno nel sacco sbagliato per produrre un nuovo quaderno sarà necessario tagliare un albero”
“Una volta compreso il gesto – prosegue Cerullo – lo studente capisce che la stessa azione moltiplicata per milioni di altre dello stesso tipo, può produrre un cambiamento. I bambini assimilano il concetto che il cambiamento è davvero a porta di mano e si trasformano in veri e propri paladini dell’ambiente”.
Particolare attenzione, nel percorso didattico viene accordata alla comprensione di quanto sia importante non solo fare la raccolta differenziata, ma farla nel modo corretto, per riottenere una materia prima ottimale utilizzabile per nuovi prodotti.
“Nell’impianto di selezione e trattamento rifiuti – spiega infatti Cerullo – è possibile vedere con i propri occhi il risultato di quel piccolo ma importantissimo gesto di scelta nel separare i rifiuti nel modo appropriato. Questo gesto rappresenta la nostra materia prima. Come le materie prime di origine naturale per una classica l’industria, è importante che le nostre materie prime, che sono i rifiuti, siano di buona qualità e nelle giuste quantità”.
Infine la visita didattica rappresenta di fatto un ulteriore “controllo qualità” della raccolta differenziata, oltre a quella aziendale e istituzionale, utile a sfatare anche la “bufala” del “che la faccio a fare, tanto poi mischiano tutto…”.
“Con la visita in impianto – tiene a sottolineare Cerullo – si partecipa ad un’esperienza “live” dei processi di selezione e trattamento, per verificare l’effetto del nostro gesto, che può sembrare non avere un fine ben definito, ma che in realtà è il motore di un processo di diminuzione del numero delle discariche, di riduzione dello sfruttamento delle materie prime e lo strumento per effettivi risparmi energetici, con i conseguenti benefici per l’ambiente”. Filippo Tronca
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