E’ RIVOLTA PER IPOTESI DI CHIUSURA DELLA SEDE RAI, LEGNINI: ”HO PARLATO CON GUBITOSI, NO RISCHIO”

28 Aprile 2014 18:27

Regione -

L'AQUILA – “Ho sentito il direttore generale Luigi Gubitosi, posso assicurare che l'Abruzzo non perderà la sua sede della Rai”.

Così il sottosegretario di Stato all'Economia Giovanni Legnini rispondendo alla domanda dei cronisti sull'ipotesi di chiusura in seguito alle risultanze della spending review. (f.t.)

LA RIVOLTA

“Respingiamo totalmente questo ennesimo rigurgito di neocentralismo statale, che investe indiscriminatamente le pubbliche amministrazioni: La sede Rai non solo è patrimonio di tutti noi abruzzesi, ma garantisce democrazia e pluralismo dell’informazione”.

Anche i quattro presidenti di provincia abruzzesi, Enrico Di Giuseppantonio, Guerino Testa, Walter Catarra e Antonio Del Corvo, fanno sentire la loro voce contro l'ipotesi di una riduzione del numero delle sedi regionali della Rai, e l’accorpamento delle sedi abruzzesi e pugliesi.

Un'ipotesi contenuta nella relazione conclusiva del commissario alla spending review Carlo Cottarelli, in cui si rileva che sono troppe 24 sedi Rai locali, che costano 400 milioni di euro circa, mentre lo share dei tg regionali ha raggiunto il minimo storico di 2,7 milioni di spettatori (11,9 per cento di share).





L’idea è dunque quella di accorpare le sedi per bacini interregionali, su modello della Bbc, la televisione di stato britannica, organizzata in una decina di “zone”, cioè meno della metà delle sedi Rai. In commissione vigilanza Rai, per esempio, si sta ragionando su macrosedi interregionali da almeno 8 milioni di abitanti e con un massimo di 200 dipendenti.

Vincenzo Morgante, direttore della testata giornalistica regionale ha replicato stizzito: “Abbiamo 750 giornalisti, produciamo 8.500 ore di prodotto tv e 600 ore di programmazione radio, tre tg al giorno, due notiziari radio e due trasmissioni. A riprova che la localizzazione è ricchezza, è valore aggiunto, garantire l’informazione di prossimità è servizio pubblico”.

LE REAZIONI

L’ipotesi accorpamento in Abruzzo sta intanto provocando una levata di scudi bipartisan da parte del mondo politico.

La senatrice del Partito Democratico Stefania Pezzopane si dice contraria all’accorpamento della sede abruzzese con quella pugliese.

“Garantire i conti in ordine della Rai è una priorità, a pluralità dell’informazione va difesa, come vanno tutelati i presidi locali dell’informazione, che garantiscono un valore aggiunto, a cui il servizio pubblico non può rinunciare. Ricordo bene il ruolo che la Rai locale ha svolto dopo il terremoto, consentendo di accendere i riflettori sulla nostra tragedia e di farla conoscere al mondo intero – scrive – Se questo è stato possibile è anche grazie a tanti giornalisti abruzzesi, che hanno svolto un ruolo prezioso e insostituibile. Il ruolo dell’informazione va potenziato. Sono anni che auspichiamo il rafforzamento della sede Rai nel capoluogo di regione, proprio perché avvertiamo l’esigenza di quanto sia importante avere una centrale d’informazione che racconti il territorio, in ogni sua sfaccettatura, in maniera puntuale ed esaustiva”.

Pronto a un'iniziativa parlamentare Gianni Melilla, deputato di Sinistra ecologia e libertà.





“La Rai deve sicuramente ridurre i suoi costi ci sono sicuramente sacche di privilegi e sprechi che riguardano tanti  personaggi famosi dello spettacolo e del giornalismo Rai con compensi milionari inaccettabili, così come molti programmi e investimenti sono stati dettati da logiche non aziendali o pubbliche, ma semplicemente clientelari. E dunque occorre intervenire con coraggio e lungimiranza per colpire i veri sperperi della Rai – rincara – Così come è necessaria una lotta rigorosa all'evasione del canone radiotelevisivo che provoca un danno per centinaia di milioni di euro al bilancio della Rai. Diventa però inaccettabile invece attaccare il pluralismo dell'informazione chiudendo le sedi regionali della Rai, che attraverso i Tgr svolgono una funzione importante di tutela del diritto costituzionale dei cittadini ad essere informati sui vari aspetti della vita sociale, culturale e istituzionale”.

“Il tentativo di smantellare la sede Rai dell’Abruzzo per accorparla ad altre sedi è una mortificazione per l’intero Abruzzo e noi già domani in Consiglio regionale svolgeremo un’azione politica forte perché questo disegno dissennato non abbia a realizzarsi”.

Lo sostiene il capogruppo dell’Unione di centro in Consiglio regionale, Antonio Menna, commentando le notizie diffuse negli ultimi giorni secondo le quali il governo si preparerebbe a effettuare una serie di tagli all’azienda Rai nel quadro del contenimento dei costi di gestione.

“Se l’azienda dev’essere risanata perché la gestione fa acqua da tutte le parti allora si trovino altre soluzioni – ha proseguito Menna – ma certamente non può essere l’Abruzzo a pagare, ancora una volta, una parte di questi sacrifici vedendosi privare un servizio fondamentale che non è solo d’informazione pubblica ma anche sociale e culturale”.

“Impoverire il nostro territorio di un presidio di informazione come la Rai regionale sarebbe una scelta scellerata – afferma infine il candidato Pd alle prossime regionali Pierpaolo Pietrucci – Una delle premesse per una democrazia di qualità è un’informazione ricca e plurale, e la mannaia dei tagli non può abbattersi ovunque, senza priorità o distinzioni. L'Abruzzo deve ripartire valorizzando le proprie ricchezze, non privandosene”.

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