LE CARTE DELLA CANDIDATURA A PATRIMONIO IMMATERIALE DELL'UMANITA' IL ''CELESTINE PARDON'' VERRA' NOMINATO IN NAMIBIA A FINE MESE DOPO ANNI

DOSSIER PERDONANZA-UNESCO AI RAGGI X: PORTA SUL MONDO, MASTICE DI UNA CITTA’

di Alberto Orsini

3 Novembre 2015 08:08

L'Aquila -

L’AQUILA – Porta per il mondo, collante di una comunità.

Sono questi i “valori etici e culturali inviolabili” della Perdonanza Celestiniana che “la tradizione orale, attraverso le storie raccontate a casa, a scuola e in ogni luogo in cui la comunità si riunisce insieme, ha consentito alle vecchie generazioni dell’Aquila di trasmettere ai più giovani”.

I valori del “Celestine Pardon”, bisogna cominciare a chiamarlo così perché tra poco meno di un mese finalmente sarà conosciuto anche all’estero.

In queste frasi, contenute nel dossier inviato dal capoluogo all’Unesco, c’è tutta la voglia di prendersi il riconoscimento da parte dell’agenzia culturale delle Nazioni Unite di “patrimonio immateriale dell’umanità” per l’annuale giubileo istituito nel 1294 da Celestino V che da allora si ripete ininterrottamente, e dal 1983 oltre che festa religiosa è tornato a essere anche culturale e di popolo, laico come l’aveva voluto il pontefice fondatore.

Con la comparsa della candidatura sul sito Unesco.org, il traguardo è praticamente certo. Le ricadute concrete? “Si potrà apporre ovunque il logo Unesco e c’è chi valuta l’aumento di turismo tra il 30% e il 100%”, ha spiegato ieri ad AbruzzoWeb il referente unico dell’operazione, Walter Capezzali.

Di Unesco si parla ormai da quasi un lustro, ma l’investitura dovrebbe avvenire nella decima sessione del Comitato intergovernativo per la Salvaguardia del Patrimonio culturale immateriale che si terrà a Windhoek, in Namibia, dal 30 novembre al 4 dicembre, che presenta una sola candidatura italiana, “la nostra Perdonanza”, come sottolinea con orgoglio il sindaco, Massimo Cialente.

Il faldone consta di una relazione di 14 pagine in inglese e francese, centinaia di lettere di sostegno di enti e associazioni, una fotogalleria in verità un po’ magra e un video di 10 minuti sempre in inglese.

Nel rapporto si punta a esaltare il carattere internazionale: “Ogni anno le celebrazioni danno risalto a tematiche di particolare interesse sociale, culturale e ambientale, come per esempio, la pace nella ex Jugoslavia, la conservazione della foresta pluviale amazzonica, la salvaguardia della memoria della Shoah e delle stragi naziste, cooperazione tra i popoli, la fame e la povertà in Africa e il conflitto mediorientale”.

Dall’altra parte, si sottolinea il suo ruolo di filo conduttore della cittadinanza nei secoli, che ha dovuto necessariamente fare i conti con il 6 aprile 2009, tra volontà di “restauro e conservazione di ciò che è stato distrutto dal terremoto, in particolare la Basilica di Collemaggio” e quella di “conservazione del sapere e dei rituali tradizionali del festival” soprattutto per i giovani.

Che sono protagonisti di tre progetti, uno di incontri nelle scuole, uno di riscoperta degli antichi mestieri e infine della moda dell’età di Celestino, purtroppo fermi al 2011 nell’aggiornamento anche nell’ultima versione del documento che risale a qualche mese fa.

IL DOSSIER

Oltre al “Celestine Pardon Committee”, il Comitato promotore, sono 12 le “comunità, i gruppi e gli attori sociali che hanno diversi ruoli e che soddisfano le funzioni essenziali nella preparazione, realizzazione e la salvaguardia” citati nel fascicolo: Cavalieri di Celestino, Fraterna Tau, Sbandieratori città dell’Aquila, Gruppo Storico della Perdonanza Celestiniana, Gruppo “Uomini d’arme città dell’Aquila”, Arcieri storici medievali “Virtus Sagittae”, “Schola Cantorum San Sisto”, “Cantrici di Euterpe”, “Civitas Nova Aquilae”, Gruppo Storico di Ocre, “Nuova Acropoli”, Gruppo Alpini in congedo.

Nell’aspetto della localizzazione geografia all’interno dei territori si fa riferimento al “Cammino del Perdono”, antipasto di 66 chilometri che porta la nota fiaccola da Sulmona all’Aquila attraversando la provincia, quindi al Corteo della Bolla che nel giorno clou dell’evento arriva alla Basilica di Collemaggio passando per le vie del centro.





Un altro errore nelle date nella parte di descrizione generale dell’evento in massimo 250 parole, in cui si fa notare che l’evento si svolge “da 717 anni” ma in realtà sono 721. La Bolla del Perdono diventa “Indulgence Bull” mentre la Porta Santa di Collemaggio è la “Holy Door”.

Il documento cerca di far passare l’idea che la Perdonanza venga trasmessa di generazione in generazione come patrimonio di valori, affermando che “gli aspetti storici e culturali del festival sono insegnati ai bambini in età scolare attraverso attività extra-scolastiche” mentre “gli aspetti etici e simbolici si sviluppano all’interno dei vari gruppi e comunità”.

Citato anche lo “Statuta civitatis Aquilae, che risale al XIV secolo e attualmente conservato all’Archivio di Stato”, antico manoscritto anonimo con “disposizioni concernenti come il festival dovrebbe essere organizzato”.

Lo scopo dell’evento? “Contribuire a superare i contrasti e le divergenze che sono normalmente si trovano all’interno di una struttura della città”.

Perché iscrivere la Perdonanza all’elenco dei patrimoni dell’umanità, chiede l’Unesco. Seguono una serie di domande le cui risposte devono convincere delle effettive ricadute sull’aumento della consapevolezza dell’importanza dell’evento, sul dialogo tra comunità e popoli, sul rispetto per la diversità culturale e la creatività umana.

“L’obiettivo principale sarebbe quello di provocare nella coscienza dei nativi dell’Aquila l’idea che questo festival non è solo un evento riguardante le loro tradizioni religiose locali, ma è anche l’espressione del loro patrimonio culturale e umano” mentre “un aumento del numero di partecipanti, grazie al riconoscimento Unesco, consentirebbe un maggior numero di persone di riunirsi, comunicare tra loro e vengono a contatto con il messaggio di pace che è implicito nella tradizione Celestino”.

Si chiede poi di descrivere le iniziative svolte o in svolgimento per salvaguardare la vitalità della Perdonanza.

La risposta cita l’“impegno costante da parte delle comunità” e l’“immersione in documenti d’archivio e di memoria orale, importanti interventi di restauro” che hanno permesso di riscoprire “simboli e oggetti rituali” per non dire della conservazione della Bolla e dell’astuccio, anche se in verità non viene detto che per 6 mesi il documento papale è stato spedito a Expo Milano 2015 ed esposto in una teca di plexiglass senza alcuna protezione.

Interessante la parte delle misure di salvaguardia che si propone di attuare in futuro. In primis, la ricostruzione di luoghi-chiave resi inagibili dal sisma, su tutti palazzo Margherita, che custodiva la Bolla, e la stessa basilica di Collemaggio, ma anche “portare avanti il lavoro di ricostruzione di strade, teatri, club giovanili parrocchiali, bar e piazze, in modo che le persone possano incontrarsi e socializzare”.

E poi i tre già citati progetti culturali: “Pardon Generation”, “Generazione Perdonanza”, un programma didattico di 30 incontri nelle scuole; “Arti manuali antiche” per rivitalizzare le conoscenze e competenze necessarie artigianali; “Moda e abbigliamento nel Medioevo”, finalizzato al recupero di stili di abbigliamento, tipi di tessuto (lana, lino, canapa) e tinture.

Il grado di aggiornamento è datato: “Nel 2011 sono stati assegnati 50.000 euro con delibera n 296 del 21/09/2011, mentre la dotazione finanziaria per il 2012 non è ancora stato decisa”.

Inoltre, si annuncia, “il Comitato sta lavorando a un progetto per un Museo della Perdonanza nel chiostro del Convento di San Bernardino”.

La versione è aggiornata al 13 gennaio 2015, quindi gli errori sulle date potevano essere corretti, e siglata da Antonia Pasqua Recchia, segretario generale del ministro per i Beni culturali.





Seguono un documento di 101 pagine con numerosissimi documenti da parte di enti pubblici, associazioni di categoria, associazioni varie, a sostegno della candidatura.

Si segnala, inoltre, in una nota che la Perdonanza è stata inclusa nell’inventario del ministero per i Beni e le attività culturali e del turismo.

A completare la documentazione una fotogalleria un po’ datata di 10 scatti presi dalle edizioni 2006-2011 e il video di circa 10 minuti che racconta per filo e per segno la genesi e il significato della ricorrenza.

LE REAZIONI

PEZZOPANE: “CANDIDATURA UNESCO OCCASIONE IMPORTANTE PER RINASCITA CITTA’”

“L’inserimento della Perdonanza Celestiniana nella lista ufficiale per il riconoscimento del patrimonio orale e immateriale dell’Unesco è un traguardo emozionante. È il legittimo riconoscimento dell’importanza che l’evento ha svolto in questi anni per la città e per l’Abruzzo intero”.

Lo dichiara la senatrice aquilana del Partito democratico Stefania Pezzopane.

“Indubbiamente con il Giubileo alle porte, il riconoscimento accenderà i riflettori internazionali sulla nostra città e dobbiamo essere uniti e lavorare insieme per saper mettere a frutto questa occasione, che rappresenta un’opportunità importante  per la rinascita anche culturale della città”, conclude.

PIETRUCCI: “PUO’ DIVENTARE UN EVENTO INTERNAZIONALE”

“La Perdonanza Celestiniana che si avvia a diventare patrimonio immateriale dell’Unesco è senza dubbio una notizia che ci riempie di orgoglio e trepidazione. Non possiamo che auspicare che tra qualche settimana tutto vada secondo le aspettative, e che L’Aquila e l’Abruzzo abbiano un riconoscimento altissimo al valore e al fascino delle loro tradizioni”, commenta il consigliere regionale dem Pierpaolo Pietrucci.

“È ovvio che si tratterebbe di un traguardo ma anche di un’opportunità. Non dobbiamo commettere l’errore di sederci sulle nostre ricchezze e, come troppe volte è stato fatto in passato, non avere la visione e la lungimiranza di valorizzarle al meglio”, prosegue.

Per Pietrucci, “la Perdonanza ha tutte le potenzialità di diventare un evento e un appuntamento che travalica i confini regionali e perfino nazionali. Se il riconoscimento giungerà in porto, tali potenzialità saranno ancora di più e più solide – rimarca – Spetta a noi lavorare per coglierle, consapevoli che la grande ricaduta economica che potrà giungere dalla Perdonanza è una ricaduta che a che fare con le identità aquilana e abruzzese”.

“Identità vive e forti, ma ancora poco curate e spese al momento dell’accoglienza, nella programmazione turistica, in generale nei rapporti con l’esterno – conclude – Altrove, penso alla Toscana, all’Umbria, al Salento, sono stati bravi. Abbiamo le carte in regola per esserlo anche di più”.

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