DOCENTE UNIVERSITA’ L’AQUILA PROPONE TEORIA SUI DRUIDI IN IRLANDA

10 Agosto 2011 10:43

L'Aquila - Cultura

L’AQUILA – Riportiamo del dottor Ulrich Zimmer sull’intervento di uno studioso dell’Università dell’Aquila al XIV Congresso Internazionale di Studi Celtici. Si tratta del professor Paolo Taviani, docente di storia delle religioni presso l’ateneo del capoluogo.





Zimmer collabora con l’Associazione studentesca irlandese per il giornalismo indipendente.

C’ERANO I DRUIDI NELL’IRLANDA ANTICA? FORSE NO.
 
Uno studioso dell’Università dell’Aquila ha presentato un’interessante teoria al XIV Congresso Internazionale di Studi Celtici, recentemente conclusosi a Maynooth (Repubblica d’Irlanda).
 
Si è chiuso venerdì scorso (5 agosto) il XIV Congresso Internazionale di Studi Celtici. Circa trecento studiosi di tutto il mondo si sono riuniti per una settimana presso il Maynooth College, la prestigiosa università irlandese. I congressisti hanno esaminato ogni settore della vasta area di studi: linguistica, archeologia, storia, folklore.
 
Un particolare interesse ha suscitato la relazione presentata dal professor Paolo Taviani. Taviani insegna Storia delle religioni all’Università dell’Aquila. I suoi studi comparativi riguardano in particolare l’Irlanda antica. La sua passione per l’Irlanda risale ai primi anni ottanta, quando frequentò le lezioni dei professori P. Mac Cana e F. J. Byrne presso l’Università Statale di Dublino.
 
Taviani vive vicino all’Aquila. La notte del 9 aprile 2009 ha dovuto abbandonare rapidamente la propria casa danneggiata dal terremoto, insieme con la sua famiglia. Ciò nonostante, Taviani non ha mai interrotto i suoi studi e venerdì mattina ne ha presentato alcuni risultati al Congresso.
 
Taviani ha messo in discussione una delle maggiori certezze degli studi sull’Irlanda antica: la presenza dei druidi.
Che nell’Irlanda antica vi fossero individui deputati a compiere riti e una qualche tipologia d’indovini – ha sostenuto Taviani – non soltanto plausibile per ragioni comparative, ma è anche confermato da alcune, rare, testimonianze dirette. Ma che questi individui formassero una classe di druidi, come in Gallia, ciò è molto dubbio.
“Possiamo considerare l’idea di ‘druidi irlandesi’ come il risultato di un processo culturale in tre tappe. 1) Nel disegnare un passato irlandese adatto alla tradizione cristiana, gli scrittori di vite di santi applicarono all’Irlanda lo schema ‘santo versus mago’. 2) In seguito al diffondersi di alcune osservazioni di Plinio, i maghi irlandesi vennero riconosciuti come druidi. 3) I druidi irlandesi furono descritti riunendo insieme: a) elementi tratti da tradizioni straniere, b) elementi tratti dalla mitologia locale, c) elementi che emergevano dall’osservazione della società irlandese e che riguardavano delle figure sociali che venivano percepite come ostacoli al diffondersi del Cristianesimo.
Naturalmente si tratta di un’ipotesi.  Ma se questa sequenza trovasse conferme i futuri studi sugli specialisti dei riti nell’Irlanda antica farebbero bene a seguire una semplice strategia: non dare troppo peso alla comparazione con i druidi della Gallia.”
 
Il moderatore, Professor Jonathan Wooding,  è riuscito a fatica a chiudere il dibattito dopo l’intervento di Taviani. Qualche studioso ha mostrato disappunto per una teoria che, se confermata, manderebbe al macero miglia di pagine pubblicate sull’argomento. Molti altri, invece, hanno apprezzato la teoria di Taviani. L’opinione prevalente è che in futuro se ne dovrà comunque tenere conto.





Concludendo il suo intervento, Taviani ha detto: “E’ sempre un piacere immaginare l’Irlanda antica, anche senza druidi.” L’intera platea ha approvato queste sue parole con un lungo applauso.
 
Ulrich Zimmer (traduzione di Teresa Belli)

 

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