”DITTE RISCHIANO IL FALLIMENTO PER UNA FIRMA”, RICOSTRUZIONE, ALLARME DEI SINDACI DEL CRATERE

di Filippo Tronca

14 Febbraio 2016 09:15

L'Aquila -

L'AQUILA – “Se ci saranno ditte che dovranno portare i libri in tribunale, nei cantieri di San Demetrio come altrove, la responsabilità se la dovrà assumere qualcuno a Roma, sia a livello governativo che di alta dirigenza, perché certi ritardi burocratici non sono concepibili”.

I due coordinatori dei sindaci del cratere sismico, Sandro Ciacchi, consigliere comunale ed ex sindaco di Goriano Sicoli (L'Aquila), e Francesco Di Paolo, sindaco di Barisciano (L'Aquila), esprimono vicinanza e piena solidarietà a Silvano Cappelli, sindaco di San Demetrio ne' Vestini (L'Aquila), esasperato per le casse vuote e le ditte che a breve non potranno essere pagate e che rischiano il fallimento solo perché Paolo Esposito, il coordinatore dell’Ufficio della ricostruzione dei comuni del cratere (Usrc), riconfermato l’11 gennaio scorso, non può firmare gli atti e i mandati di pagamento, in quanto il rinnovo avvenuto con un Decreto del presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm), firmata dal sottosegretario Claudio De Vincenti, non ha ancora la vidimazione della Corte dei conti.





“Comprendo la rabbia del sindaco Cappelli – sottolinea Di Paolo – ma gli chiedo di aver pazienza, non voglio nemmeno pensare che l’attesa possa durare più di qualche giorno”.

“Tanti altri sindaci sono allarmati – aggiunge Di Paolo – ma resto fiducioso, perché il decreto di riconferma tanto atteso è arrivato, e il merito è anche dei sindaci che hanno fatto grande pressione per stringere i tempi”.

A San Demetrio, aveva spiegato Cappelli ad AbruzzoWeb, sono operativi 70 cantieri, e il Comune attende 8 milioni di euro per pagare gli stati di avanzamento dei lavori, ma l’Usrc come già detto non può farlo perché Esposito non può firmare gli atti.





E di conseguenza oltre al blocco dei cantieri, il rischio è anche il fallimento delle ditte più esposte e impossibilitate a fare anticipazioni di cassa.

“La situazione di San Demetrio – conferma Ciacchi – è la più grave, ma a breve anche altri Comuni si troveranno nella stessa impossibilità di pagare i Sal. Un paradosso, ora che i fondi per la ricostruzione ci sono, e riusciamo a chiudere pratiche per circa 30 milioni di euro al mese”.

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