TERAMO – L'utilizzo di materiale vegetale vivo abbinato a legname da costruzione e materiali inerti come pietre sassi, terra, ferro e acciaio, fibre vegetali, che consente di risolvere, minimizzando l'uso del cemento, i problemi di consolidamento e drenaggio di scarpate, versanti e sponde, ma anche di sistemare i corsi d'acqua, regolarizzando e convogliando il deflusso di fiumi e torrenti, limitando l'impatto ambientale e garantendo un corretto inserimento paesaggistico di luoghi ed infrastrutture.
In una parola ingegeria naturalistica. Una soluzione evoluta, che altrove è una cosa normale, ma nell'Abruzzo funestato da frane e dissesti idrogeologici, una rarità.
A rilanciare questo approccio evoluto alla messa in sicurezza del territorio è Gianluca Pomante consigliere comunale “arancione” di Teramo, nonchè coordinatore regionale di Abruzzo Civico.
“Come Abruzzo Civico – spiega infatti Pomante – nei prossimi mesi, attraverso una serie di eventi sul territorio, solleciteremo le istituzioni all'adozione di tecniche di ingegneria naturalistica in luogo delle soluzioni c.d. tradizionali, vigilando sulla ricostruzione e proponendo al Governo centrale di dare priorità ai finanziamenti diretti a tali tipologie di interventi.
Le tecniche di introduzione di vegetali idonei a consolidare il terreno e proteggere la superficie dall'erosione determinata dagli eventi atmosferici, consentono di abbinare ai tradizionali interventi di mero mantenimento, come le classiche reti di contenimento, le gallerie paramassi e le palificazioni, fortemente impattanti, delle soluzioni che puntano sul miglioramento della zona soggetta a dissesto e sulla riqualificazione dal punto di vista ambientale.
“Soprattutto le strade – conclude Pomante -possono beneficiare degli interventi di ingegneria naturalistica, atteso che il gelo e l'erosione generata dal deflusso delle acque sono i principali responsabili delle varie tipologie di dissesto. Gli esperti hanno ormai selezionato materiali e vegetali idonei a garantire i migliori risultati e la sperimentazione effettuata in regioni come il Piemonte e il Trentino Alto Adige consente di essere decisamente ottimisti sul rapporto tra qualità e prezzo dell'intervento, che non risulta, invece, affatto positivo nelle soluzioni d'emergenza conseguenti ad eventi disastrosi come quelli che hanno caratterizzato il nostro territorio”
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