DISCARICA BUSSI: MINISTRO COSTA, ”REINVESTIRE 50 MILIONI”, SINDACO, ”SONO VINCOLATI, SERVE LEGGE”

8 Aprile 2020 22:39

Pescara - Cronaca

BUSSI SUL TIRINO – “Quei fondi sono vincolati, sono soldi del terremoto finalizzati a una Bonifica per una successiva reindustrializzazione. Per poter essere utilizzati in modo diverso bisogna che venga approvata una legge che li tolga da quel fondo sull'Aquila 2009 e li metta in un altro fondo. Come fa il ministro, quindi, a togliere quei fondi per L'Aquila e mandarli, che so, a Bergamo?”. 

Lo dice all'Ansa il sindaco di Bussi sul Tirino, Salvatore Lagatta dopo le dichiarazioni del ministro dell'Ambiente Sergio Costa in merito alla sentenza del Consiglio di Stato che attribuisce a Edison la responsabilità dell'inquinamento dell'area dove nel 2007, a Bussi, è stata scoperta la “discarica dei veleni”. 





Per Costa, “La burocrazia, oltre alle necessarie verifiche amministrative, per troppi anni, hanno bloccato le bonifiche. Da quando sono al timone del ministero abbiamo definito la questione della proprietà dei siti e stanziato i primi 50 milioni, pronti a partire appena emessa la sentenza. Ora non ci sono più dubbi. Chi ha inquinato deve pagare e bonificare. Abbiamo inconfutabilmente il responsabile di tutto ciò: la Edison – dichiara Costa – Lo dicevamo da anni, ma un conto sono le parole un altro i fatti. La Edison si attivi immediatamente per le bonifiche. Vigileremo e ci renderemo parte attiva affinché Edison nel più breve tempo possibile inizi le attività di bonifica e potremo re-investire i 50 milioni per altre operazioni di messa sicurezza del nostro Paese”.

Ma Lagatta sottolinea che “la cosa più semplice è quella di firmare il contratto subito per dare vita alla Bonifica del sito di Bussi”. 





“Io non so neanche se questa gara d'appalto per la bonifica sia stata annullata e non lo dicono a me che sono il proprietario di quel terreno? Nessuno eventualmente mi ha detto nulla, quindi mi si spieghi perché questa proposta. Quel progetto di bonifica e non di tombatura è stato approvato da un progetto fatto dal ministero che lo ha fatto approvare: ora, se il ministero non è più d'accordo ci deve spiegare qual è il motivo vero di questo dietrofront”.

 

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