DISCARICA BUSSI: COMMISSIONE PARLAMENTARE, ”SERVONO ALTRE INDAGINI”

13 Gennaio 2017 16:36

Pescara - Politica

BUSSI – Un supplemento di inchiesta parlamentare sulla discarica di Bussi è stata annunciata questa mattina da Alessandro Bratti del Partito democratico, presidente della commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlate, nel corso dell'incontro nella sala consiliare del Comune del centro pescarse, dove si è tentuia una lunga riunione a chi hanno preso parte oltre alla rappresentanza di senatori e deputati componenti la Commissione, anche il presidente della Regione Luciano D'Alfonso, il sindaco di Bussi Salvatore La Gatta, rappresentanti del Ministero, dell'Agenzia regionale tutela ambientale, della Confindustria e dei sindacati.

Proprio ieri al termine della requisitoria pronunciata nell’ambito del processo in Corte d’Assise d’Appello all’Aquila relativo alla mega discarica, vista “la gravità delle condotte”, il sostituto procuratore generale della Corte d’Appello dell’Aquila Domenico Castellani ha chiesto la conferma pene formulate dal pubblico ministero nel processo di primo grado. Le condanne per l’accusa di disastro ambientale e avvelenamento dell’acqua. Per 18 dei 19 imputati variano da un massimo di 12 anni e 8 mesi a 4 anni.

Bratti ha giustificato le nuove indagini della commissione, “alla luce delle tante novità emerse nel corso dell'incontro odierno, soprattutto per dare la mano in un momento delicato come l'attuale. Nelle vicende come questa ci sono sempre due verità, quella giudiziaria che spetta ai magistrati e quella che va raccontata. Noi proviamo a farlo seguendo step by step quello che sta succedendo  – ha aggiunto – e questo sicuramente aiuta tutti a fare quello che oggi è stato promesso di fare e mi riferisco alla reindustrializzazione del sito, alla gara d'appalto, alla chiusura del quadro conoscitivo e ai compiti che dovrà svolgere l'Arta regionale. Tutte cose che vanno verificate”.

Soddisfatto dell’esito dell’incontro il presidente della Regione Abruzzo D'Alfonso.





“Mi è piaciuto molto l'atteggiamento che ha assunto la Commissione d'inchiesta – ha affermato – Il rigore del presidente Bratti e questa convergenza, finalmente, dopo 10 anni, dello stato conoscitivo di ciascuno, dell'atteggiamento doverosamente collaborativo di ciascuno, senza più ipocrisie e senza più dispetti. Sono stati 10 anni in grande parte persi – ha proseguito D'Alfonso – poiché c'è stata molta logica dell'egoismo istituzionale. Io ho letto e studiato ogni riga della relazione e ho visto come ad alcuni punti corrisponde la verità dei fatti circa l'egoismo delle condotte individuali. Noi abbiamo garantito la massima collaborazione al Ministero quando è finita la stagione della vita commissariale. Abbiamo richiamato la condotta del commissario che troppe volte è stato un appaltatore del Novecento”.

“Garantiamo che l'Arta fornirà ogni collaborazione per quanto riguarda le attività funzionali alla caratterizzazione ambientale anche delle altre proprietà pubbliche. Così come vogliamo che aumenti la dotazione finanziaria, nata tra virgolette, in relazione al terremoto – conclude il Presidente della Regione – Cinquanta milioni sono pochi e questo incontro serve anche per richiamare le attenzioni dello Stato ad aumentare la dotazione finanziaria”.

Il sindaco di Bussi La Gatta a sua volta ha osservato che se “non si realizza un accordo di programma che è lo strumento affinché le istituzioni possano controllare, vigilare, indirizzare sulle opere che sul territorio bisogna realizzare, mi riferisco alla bonifica, alla messa in sicurezza propedeutica alla reindustrializzazione, il rischio è che abbiamo fatto, anche oggi, un bel convegno senza però trovare soluzioni efficaci per risolvere il problema”.

 “Prendo atto – ha aggiunto –  che da parte del ministero ormai si parla di una gara che va verso la conclusione: la dottoressa D'Aprile ha detto che entro il mese di gennaio saranno aperte le buste con le offerte, credo che quello sia il momento della vera bonifica del territorio”.





Interviene anche il fronte ambientalista: il presidente regionale  di Legambiente Giuseppe Di Marco parla di ''una giornata positiva ma l'importante è ora, come giustamente sottolineato tra gli altri dal presidente D'Alfonso, è passare alla concreta fase operativa senza lasciar trascorrere inutilmente altri dieci anni, com'è successo dalla riscoperta della discarica nel 2007 a oggi. Tra l'altro in apertura del suo intervento il primo cittadino di Bussi ha presentato e diffuso una pianta topografica e due documenti dai quali si evince che nel 1972 Montedison cercava soluzioni alternative al seppellimento in discarica sino ad allora praticato, “operazione non più attuabile – si legge in una lettera dattiloscritta dell'epoca – per ragioni di inquinamento, e siamo continuamente pressati dalle autorità locali per la immediata risoluzione del problema”. 

Di Marco sottolinea poi che “la reindustrializzazione non può prescindere da scelte di qualità: Confindustria Abruzzo deve guardare al futuro, a una economia che sia veramente green. Non può continuare a portare avanti un modello industriale ormai a detta di tutti superato, penalizzante e dannoso, come quello che ha determinato il disastro che oggi stiamo vivendo a Bussi e altrove nella regione”. 

Luciano Di Tizio, delegato Abruzzo del Wwf, mette in evidenza invece una dichiarazione fatta dal presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta,  Brutti, che nella sua relazione conclusiva ha insistito sulla necessità di affidare la gestione delle agenzie di tutela ambientale a tecnici, svincolandole dal controllo della politica, sottolineando come da una tale scelta la politica stessa guadagnerebbe in credibilità: “In Abruzzo – sottolinea Di Tizio – si è fatto esattamente il contrario, nominando ancora una volta un direttore scelto per meriti di appartenenza. Nulla da dire sulla persona scelta, che valuteremo sulla base del suo concreto operare, ma resta ancora una volta il vizio di forma di aver scelto un direttore mettendo in secondo piano le competenze tecniche ed eludendo di fatto la legge nazionale che proprio in questi giorni entra in vigore. Purtroppo per la Regione un'altra occasione perduta per cominciare a volare davvero alto”.

“In ogni caso è positivo l'impegno assunto – concludono i rappresentanti di Wwf e Legambiente – per arrivare presto a bonifica e reindustrializzazione perché, come più volte sottolineato in questi anni e in attesa che la Corte d'Assise d'Appello dell'Aquila si esprima di nuovo a breve sugli aspetti penali della vicenda, la vera giustizia per i cittadini può essere rappresentata solo e unicamente dalla restituzione di un territorio finalmente libero dai veleni”.

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