PIOGGIA DI MILIONI SUGLI ENTI PUBBLICI PARTI CIVILI, IL DIBATTITO: CHE FARNE?

DISCARICA BUSSI: APPELLO CAMBIA SENTENZA CONDANNE PER GLI IMPUTATI E RISARCIMENTI

17 Febbraio 2017 18:29

Regione - Cronaca

L'AQUILA – La Corte d'Assise d'Appello dell'Aquila ha certificato che il sito industriale e le discariche dei veleni dello stabilimento Montedison di Bussi sul Tirino (Pescara) hanno effettivamente avvelenato le acque di falda e riconosciuto che sul disastro colposo esistono dei comportamenti aggravati che impediscono la prescrizione del reato. Il presidente della Corte, Luigi Catelli, ha usato un eufemismo quando, cominciando a leggere il dispositivo, ha parlato di “parziale riforma della sentenza di primo grado”, aumentando così la tensione in aula.

Ma alla fine della lettura più che di parziale riforma si può parlare di sentenza rivoluzionata che, due anni e tre mesi dopo la contestata sentenza della Corte d'Assise di Chieti, apre scenari nuovi sulla vicenda.

La sentenza di oggi riconosce l'avvelenamento delle falde, seppure prescritto, e condanna dieci imputati per disastro colposo, con provvisionali milionarie: ma se nella sentenza di primo grado nulla sarebbe successo, stavolta i giudici aquilani hanno spiegato che invece ci sono colpe precise e l'inquinamento è assodato.

Una sentenza che arriva dopo anni di veleni non solo materiali: gravano su quella di primo grado i dubbi di alcune inchieste sul presidente della Corte chietina, Camillo Romandini, sulle presunte pressioni sui giudici popolari che hanno portato all'apertura di un fascicolo disciplinare aperto dal Ministero di Grazia e Giustizia.

In primo grado, il 19 dicembre 2014, la Corte d'Assise di Chieti aveva derubricato il reato di disastro ambientale in disastro colposo e giudicato gli imputati non colpevoli per sopraggiunta prescrizione; i giudici di secondo grado, oggi, sono arrivati alla condanna perché un ricalcolo dei tempi ha portato a stabilire che la prescrizione non era scattata.

La Corte ha stabilito che tutte le condanne, che vanno dai 2 ai 3 anni di reclusione, sono condonate perché i fatti sono tutti antecedenti al 2 maggio 2006. A 3 anni di reclusione, pena condonata, sono stati condannati Maurilio Agugia, Carlo Cogliati, Leonardo Capogrosso e Salvatore Boncoraglio; alla pena di due anni, anche questa condonata, Nicola Sabatini, Domenico Alleva, Nazzareno Santini, Luigi Guarracino, Carlo Vassallo e Giancarlo Morelli.

Si tratta nella maggior parte dei casi di ex manager della Montedison.

Le provvisionali e le spese legali da riconoscere alle parti civili ammontano a 3,7 milioni di euro, suddivisi in 2,705 milioni di provvisionali e 592 mila euro che, con gli oneri, arriveranno a un milione di spese legali.

In tal modo la sentenza ha stabilito il principio del risarcimento danno che viene per ora coperto solo parzialmente dalle provvisionali; il conto successivo sarà fatto in sede civile.

“È una grande sentenza perché dimostra la giustezza delle nostre tesi: i fatti ci sono, è stato riconosciuto l'avvelenamento delle falde acquifere” ha detto l'avvocato dello Stato Cristina Gerardis. “L'obiettivo finale resta comunque la bonifica del territorio e l'applicazione del sacrosanto principio del chi ha inquinato paghi” commenta il delegato Wwf Abruzzo, Luciano Di Tizio, che ha seguito il processo per il Wwf Italia.

LE CONDANNE

La Corte ha condannato a 3 anni di reclusione, pena condonata, con l'accusa di disastro innominato colposo nell'ambito del processo sulla cosiddetta megadiscarica di Bussi sul Tirino (Pescara) della Montedison, Maurilio Aguggia (responsabile di protezione ambientale e sicurezza della sede centrale di Milano), Carlo Cogliati (amministratore pro-tempore Ausimont), Leonardo Capogrosso (coordinatore dei responsabili dei servizi di protezione ambientale e sicurezza degli stabilimenti facenti capo alla Montedison-Ausimont di Milano) e Salvatore Boncoraglio (responsabile di protezione ambientale e sicurezza della sede centrale di Milano).





Condannati alla pena di 2 anni, anche questa condonata, Nicola Sabatini (vice direttore Montedison di Bussi dal 1963 al 1975), Domenico Alleva (responsabile tecnico della terza discarica), Nazzareno Santini (direttore dello stabilimento di Bussi dal 1985 al 1992), Carlo Vassallo (direttore dello stabilimento di Bussi dal 1992 al 1997), Luigi Guarracino (direttore dello stabilimento di Bussi dal 1997 al 2002) e Giancarlo Morelli (responsabile protezione ambientale e sicurezza dello stabilimento Montedison/Ausimont di Bussi dal 1997 al 2001).

Tra gli altri verdetti, assoluzione piena per Guido Angiolini (amministratore di Montedison dal 2001 al 2003,) perché il fatto non sussiste.

Giudicato inammissibile il ricorso della procura per Maurizio Piazzardi (perito chimico) mentre un altro imputato, Vincenzo Santamato (direttore Ausimont), nel frattempo è deceduto.

La sintesi del lungo e articolato dispositivo letto dal presidente della Corte d'Assise d'Appello dell'Aquila, Luigi Catelli, è che l'avvelenamento aggravato è stato riconosciuto ma prescritto.

In merito al disastro colposo il riconoscimento delle aggravanti annulla la prescrizione consentendo così la condanna di dieci imputati.

I RISARCIMENTI

Pioggia di risarcimenti su numerosi enti pubblici abruzzesi dopo la condanna di 10 dei 19 imputati al processo d’Appello sulla mega discarica di Bussi (Pescara) della Montedison.

Il collegio giudicante ha disposto risarcimenti immediati e rimborso delle spese processuali alle parti civili per complessivi 3 milioni 716 mila euro, ma non è finita.

Il risarcimento del danno, infatti, andrà stabilito in un giudizio separato, una maxi causa civile che è destinata a durare molti anni nei vari gradi.

Nel frattempo ci sono le provvisionali da liquidare subito, con il dibattito già aperto su che cosa dovranno farci gli enti, e le idee che già circolano di impiegarli nella bonifica o nello studio delle discariche.

Questa la lista delle decisioni dei giudici.

I condannati sono Maurilio Agugia, Carlo Cogliati, Leonardo Capogrosso e Salvatore Boncoraglio (3 anni di reclusione, pena condonata); Nicola Sabatini, Domenico Alleva, Nazzareno Santini, Luigi Guarracino, Carlo Vassallo e Giancarlo Morelli (2 anni, anche questa condonata).

Ambito territoriale ottimale (Ato) 4 Pescarese, 1,01 milioni di euro; Regione Abruzzo, 500 mila euro; commissario delegato per il bacino Aterno-Pescara, 500 mila; Provincia di Pescara, 200 mila euro; Comune di Pescara, 200 mila euro; famiglia Domenico Bucci, Katiuscia Setta, Antonio Bucci e Francesco Bucci, 200 mila euro; Comune di Bussi sul Tirino, 100 mila euro; Comune di Tocco da Casauria, 100 mila euro; Comune di Castiglione a Casauria, 100 mila euro; Comune di Chieti, 50 mila euro; Comune di Torre de Passeri, 40 mila euro; Comune di Popoli, 30 mila euro; Comune di Alanno, 30 mila euro; Comune di Spoltore, 25 mila euro; Azienda comprensoriale acquedottistica (Aca), 25 mila euro; Wwf Italia, 10 mila euro; Legambiente, 10 mila euro; associazione Mila Donna Ambiente, 5 mila euro; associazione Ecoistituto Abruzzo, 5 mila euro; associazione Italia Nostra, 5 mila euro; associazione Marevivo, 5 mila euro; associazione Codici Abruzzo, 5 mila euro;





I soli imputati Cogliati e Sabatini dovranno Solvay s.a., Solvay Speciality Polimers Italy Spa e Solvay Chimica Bussi Spa con 30 mila euro ciascuno di provvisionale e 31 mila euro complessivi di spese legali.

Fin qui i risarcimenti. Ma i 10 condannati dovranno risarcire anche le spese legali per ministero dell’Ambiente (avvocato Generoso Di Leo, 42 mila euro), Regione e commissario Aterno-Pescara (Cristina Gerardis, 42 mila euro),  Provincia di Pescara (31 mila euro), Comune di Tocco da Casauria (31 mila euro), Comune di Popoli e Comune di Spoltore (37.200 euro), Comune di Bussi sul Tirino (31 mila euro), Comune di Castiglione a Casauria e Comune di Alanno (37.200 euro), Comune di Torre de Passeri (31 mila euro), Comune di Pescara (31 mila euro), Comune di Chieti (31 mila euro), Aca Spa (31 mila euro), Ato 4 (31 mila euro), associazione Mila Donna ed Ecoistituto (37.200 euro), associazione Italia Nostra e associazione Marevivo (37.200 euro), associazione Codici (31 mila euro), Wwf Italia e Legambiente (37.200 euro), famiglia Domenico Bucci, Katiuscia Setta, AQntonio Bucci e Francesco Bucci (43.400 euro).

LE REAZIONI

GERARDIS: “GRANDE SENTENZA, RICONOSCIUTO AVVELENAMENTO”

“È una grande sentenza perché dimostra la giustezza delle nostre tesi: i fatti ci sono, è stato riconosciuto l'avvelenamento delle falde acquifere”.

Lo ha detto l'avvocato dello Stato, Cristina Gerardis, dopo la lettura della sentenza della Corte d'Assise d'Appello dell'Aquila in merito alla mega discarica dei veleni della Montedison di Bussi sul Tirino (Pescara).

WWF: “RICONOSCIUTA LA VERITA' STORICA DEI REATI”

 “La Corte d'Assise d'Appello dell'Aquila ha emesso una sentenza nella quale sostanzialmente riconosce la verità storica di entrambi i reati: sia l'avvelenamento delle acque sia il disastro ambientale riqualificandoli in fatti di colpa”: così il Wwf commenta, in una nota, la sentenza sulla mega discarica dei veleni di Bussi sul Tirino (Pescara).

“Dopo due anni di lavoro e di assoluta fiducia nella giustizia possiamo dire che anche i reati ambientali possono trovare un giusto accertamento di verità” dichiara l'avvocato Tommaso Navarra che ha rappresentato il Wwf.

“Oggi è stato compiuto un passo avanti importante nell'accertamento della verità, ma l'obiettivo finale resta la bonifica del territorio e l'applicazione del sacrosanto principio del chi ha inquinato paghi” aggiunge Luciano Di Tizio, delegato Abruzzo che ha seguito il processo per il Wwf Italia. “L'affermazione di responsabilità ha portato anche alla condanna al risarcimento del danno, da quantificare in separata sede, nonché alla condanna a varie provvisionali per oltre tre milioni – si legge ancora nella nota del Wwf – Un milione di euro in favore dell'Ato, 500mila euro in favore della Regione Abruzzo, 200mila euro in favore di tutti i Comuni, 10mila euro in favore del Wwf Italia e di Legambiente, 5mila euro in favore delle restanti associazioni ambientaliste che si erano costituite parte civile”.

FORUM DELL'ACQUA, “ORA VERA GIUSTIZIA SARA' LA BONIFICA”

“Dopo quanto accaduto in fase di udienza preliminare e in primo grado questa sentenza di appello almeno ristabilisce la verità su fatti di inaudita gravità che hanno riguardato la qualità della vita di 700.000 persone”. È il commento di Augusto De Sanctis, attivista del Forum H2O, sulla sentenza nel processo relativo alla mega discarica dei veleni di Bussi sul Tirino.

“Le pene sono miti a cui si aggiunge il condono con contorno di prescrizione – dichiara – a testimonianza su come le leggi nel nostro Paese considerino la tutela dell'ambiente e la difesa della salute. Comunque la vera giustizia per noi è la bonifica, il nostro territorio deve essere risanato fino in fondo subito e risarcito per i danni subiti, come prevede la sentenza. Non possiamo aspettare un minuto di più, nella Val Pescara è un disastro con i pesci al mercurio. Una vergogna internazionale che deve finire. Questa sentenza può aiutarci senz'altro”.

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