UN MOVIMENTO CIVICO DENUNCIA PRESUNTE ILLEGITTIMITA' NELL'ASSEGNAZIONE DEGLI ALLOGGI, ''RIPOPOLAMENTO FASULLO, PAESE RISCHIA DI FAR PARTE DEI 'FURBETTI'''

DISABITATE LE CASETTE PER I TERREMOTATI DI CAPITIGNANO INAUGURATE 40 GIORNI FA

21 Marzo 2018 07:00

L'Aquila -

CAPITIGNANO – È trascorso più di un mese, esattamente 43 giorni, da quando sono state inaugurate in pompa magna, ma ad oggi sono ancora in gran parte inutilizzate le casette costruite a Capitignano (L'Aquila) per ospitare gli sfollati del terremoto del 18 gennaio 2017. Le 18 soluzioni abitative di emergenza (Sae), parte delle 2.837 consegnate in 41 comuni del centro Italia di cui 188 in Abruzzo, avrebbero dovuto dare la possibilità di tornare in paese ad 80 persone, almeno stando agli annunci.

La denuncia arriva dal Movimento civico per Capitignano e frazioni, che già il 25 gennaio scorso aveva presentato un'interrogazione in Consiglio comunale per chiedere se fossero state effettuate tutte le verifiche documentali in merito al diritto dei richiedenti ad ottenere gli alloggi.

Il sospetto, è infatti quello che ad alcune famiglie siano state assegnate le casette pur non essendo in possesso dei requisiti, perché da anni vivono di fatto altrove.





“Sindaco e vice sindaco hanno affermato che sarebbero dovute rientrare 80 persone e si sarebbe ricostituita una comunità, ma così non è stato”, dice Pio Fulvi, del Movimento civico per Capitignano e frazioni, che parla di un “ripopolamento fasullo”.

“Hanno già chiuso un negozio di alimentari che dava la vita al paese e il bar – aggiunge – Abbiamo il sentore che altre attività stiano per chiudere, dopo il terremoto ci sono state moltissime case dichiarate inagibili e circa duecento persone sono state ospitate nel progetto C.a.s.e. dell'Aquila”.

Le 18 Sae sono divise tra il capoluogo, dove ne sono sorte 12, e la frazione di Pago, dove ne sono state realizzate 6.

“Abbiamo molti dubbi sull'assegnazione di queste case emergenziali, poiché ci si conosce tutti e tutti sanno le situazioni logistiche delle famiglie assegnatarie – continua Fulvi – Purtroppo anche Capitignano corre il serio rischio di essere inserito tristemente tra quei comuni del cratere infestati dai 'furbetti' delle emergenze”.





I moduli abitativi sono stati assegnati in base alle richieste pervenute tramite schede Aedes, con cui si è dovuto dichiarare di essere residenti nel comune montano alla data del sisma e di aver abitato l’immobile in maniera stabile e permanente, così come richiede la normativa specifica dell'emergenza sisma.

La speranza del rientro di quelle 80 persone sembra oggi essere naufragata tanto da indurre la lista di opposizione, rappresentata in Comune da Alessandra Fulvi, ad affiggere un manifesto denuncia contro l’amministrazione e ad invitare Pelosi e il suo vice, Franco Pucci, “a spiegare subito e per iscritto, dove siano finite le restanti 60/65 persone annunciate e mancanti all’appello, l'esigenza più impellente è quella di ripopolare il paese ed evitare come conseguenza dello spopolamento, la chiusura di altre attività commerciali, come accaduto, nell'ultimo anno, per un bar e un alimentari”.

Sono 2.837 le casette consegnate in 41 comuni del centro Italia colpiti dai terremoti del 2016, ha fatto sapere il Dipartimento della Protezione Civile secondo il quale sono in corso i lavori in 50 aree per consegnare le circa mille Soluzioni abitative d'emergenza che ancora mancano. In particolare, sono 1.230 le Sae realizzate nelle Marche, 755 nel Lazio, 664 in Umbria e 188 in Abruzzo.

Le casette ordinate da 50 comuni delle 4 regioni sono complessivamente 3.845, comprensive dei successivi ordinativi espressi dalle regioni Marche (124 unità) e Abruzzo (60 unità). In particolare, il Lazio ha ordinato 826 Sae per 6 comuni, l'Umbria 758 per 3 comuni, le Marche 1.963 per 28 comuni e l'Abruzzo 298 per 12 comuni. (m.sig. – l.l.)

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