IL DIRETTORE DI INGEGNERIA SPIEGA CHE IL MATERIALE E' DI INTERESSE STORICO, MENTRE LE DUE PROFESSIONISTE MINACCIANO QUERELE TRAMITE L'AVVOCATO

DIGITALIZZAZIONE STUDIO INVERARDI CON FONDI UNIVAQ, SORELLE RETTRICE SI DIFENDONO

13 Luglio 2018 00:04

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – “Le architette Inverardi si sono limitate a donare all'Archivio di Stato la documentazione dell'attività dello studio di ingegneria paterno, che ha operato dalla seconda metà dall'Ottocento. Si tratta di un complesso di documenti di assoluto rilievo come attesta il fatto che è stato sottoposto a vincolo dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografia dell'Abruzzo e del Molise con decreto del 22 giugno 2018”.

La puntualizzazione fatta in nome e per conto delle sorelle Carla Camilla Inverardi, da parte dell'avvocato del foro aquilano Fausto Corti, è accompagnata dalla minaccia di querela nei confronti di AbruzzoWeb qualora non non avesse provveduto a cancellare immediatamente l'articolo.

Le doglianze delle sorelle del rettore dell'Università dell'Aquila, Paola Inverardi, sono relative ad un articolo in cui si dà notizia della pubblicazione di un avviso pubblico, da parte del Dipartimento di Ingegneria dell'Ateneo, per il conferimento di una borsa di studio per la digitalizzazione dell'archivio documentario dello studio tecnico già di proprietà delle stesse sorelle del magnifico rettore.

Copiosi documenti ritenuti di grande valore storico donati all'Archivio di Stato.

Oltre alla reazione delle sorelle Inverardi, il rendere pubblica una notizia che risponde a tutti i requisiti previsti dal diritto di cronaca, ha provocato polemiche e imbarazzi all'interno e all'esterno dell'Ateneo che tuttavia non sono stati manifestati pubblicamente per i timori e l'atteggiamento prudente che contraddistinguono il mondo accademico.

In questo quadro il rettore è rimasto con la bocca cucita, a circa un anno dalle elezioni per la scelta del suo successore che rendono il clima ancora più teso.





Ha parlato invece il direttore del Dipartimento, Angelo Luongo, che dal canto suo ha spiegato come “la catalogazione del materiale dell'Archivio Inverardi riveste un interesse storico nel campo dell'Architettura, riconosciuto dalla Soprintendenza”.

“Proprio in virtù della sua particolare importanza e stanti le dimensioni del corpus di documenti che lo compone”, sostiene l'avvocato Corti, “al fine di renderlo fruibile in modo adeguato il Dipartimento di Architettura dell'Università ha deciso, di sua iniziativa, di istituire una borsa di studio finalizzata alla digitalizzazione dell'archivio dell'ing Inverardi”.

“Si tratta di una iniziativa alla quale le mie assistite sono del tutto estranee e che non può recare loro alcun vantaggio, poiché riguarda un bene di cui si sono spogliate e che è nella esclusiva disponibilità dello Stato, il quale ha diritto di scegliere se e come utilizzarlo”.

“È evidente, quindi, la la falsità del titolo utilizzato da AbruzzoWeb poiché vi si afferma che il denaro stanziato dall'Ateneo sarà utilizzato per digitalizzare lo studio delle sorelle della rettrice', ossia per favorire l'attività privata delle mie assistite”.

“Una simile ricostruzione di quanto accaduto costituisce una grave mistificazione che La diffido a sanare oggi stesso, disponendo la immediata rimozione dell'articolo dal sito di Abruzzoweb”, intima l'avvocato Corti al direttore di questo giornale.

Un “ordine” al quale non si può dare seguito, anche se sottolineiamo che ringraziamo le sorelle Inverardi e lo studio Corti per la tempestiva precisazione che avremmo pubblicato in ogni caso, ad onor del vero, anche se avesse utilizzato un tono più garbato e conciliante.





Più equilibrata e conciliante la nota del professor Luongo, anche se non avendo visto pubblicata nelle ore successive la sua replica, ha reiterato l’istanza ad AbruzzoWeb annunciando che in assenza di un segnale positivo avrebbe inviato una nota richiamando la norma sul diritto di replica.

“Quale direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile-Architettura ed Ambientale (Diceaa), ho attuato una delibera presa dal Consiglio di Dipartimento, che, a termini di Statuto, è l'organo collegiale avente titolo ad istituire borse di studio su temi scientifici”, puntualizza in una nota il prof Luongo.

“Come da voi stessi riportato, la catalogazione del materiale dell'Archivio Inverardi riveste un interesse storico nel campo dell'Architettura, riconosciuto dalla Soprintendenza. La catalogazione – spiega il direttore – è volta a memorizzare su supporto informatico, a diffondere e tramandare alla collettività dei prodotti intellettuali, artistici e tecnici. È dunque azione che l'Università svolge a vantaggio del territorio, nel pieno rispetto della sua terza missione”.

“L'Archivio Inverardi – continua Luongo – contiene documenti prodotti in un ampio periodo storico, da fine '800 fino al 1970, ed è principalmente riferibile all'attività del suo fondatore, Giuseppe; non riguarda dunque, se non in modo minimale, i progetti recenti delle 'sorelle Inverardi', come il titolo potrebbe far pensare”.

“La borsa di studio istituita dal Diceaa crea occupazione, sia pure limitata e temporanea, in quanto consente ad un giovane studioso, da selezionare, di effettuare una ricerca archivistica equamente retribuita, ed al contempo arricchire la sua esperienza scientifica e professionale”, aggiunge il direttore. 

“L'articolo dà notizia di non meglio precisati presunti 'imbarazzi' suscitati in seno alla comunità accademica, imbarazzi che nessun membro del Diceaa ha mai avvertito nel votare i provvedimento. Infatti”, conclude Luongo nella nota, “la documentazione oggetto di catalogazione è stato donata all'Archivio di Stato, e non è dunque più di proprietà della famiglia Inverardi”.

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