DEL VECCHIO, ''DECISIONE PER ESIGENZE ORGANIZZATIVE, PERCORSO LINEARE''

DI MATTEO TROVA UFFICIO REGIONE CHIUSO ”GRAVISSIMO!”; LA REGIONE, ”SERVE SPAZIO”

27 Aprile 2018 12:30

Regione - Politica

PESCARA – Ex assessore arriva nella sede del Consiglio regionale d'Abruzzo e trova il suo ufficio chiuso a chiave.

È accaduto questa mattina a Pescara dove Donato Di Matteo, dimissionario componente della Giunta di centrosinistra guidata da Luciano D'Alfonso, ha minacciato di chiamare i carabinieri.

A quel punto un collaboratore della segreteria del governatore ha riaperto gli uffici, consentendo a Di Matteo, ora consigliere regionale, di liberare i locali e traslocare. Enzo Del Vecchio, responsabile della segreteria, già vice sindaco del Comune di Pescara, in una nota replica a Di Matteo “i miei comportamenti sono stati lineari lineari”.

“Questa brutta sorpresa rasenta il reato di sequestro di atti personali. Mi hanno riferito – racconta l'ex assessore – che il presidente è venuto personalmente a prendere le chiavi, chiudendo le stanze del mio ufficio. Va detto che qualche giorno fa avevo concordato che questa sera avrei liberato gli uffici, lasciando i locali del quarto piano per spostarmi al quinto”.





Non si fa attendere la replica del presidente della Regione Luciano D'Alfonso, che invita a leggere lalettera nella quale la segreteria particolare della Presidenza comunicava al direttore generale della Regione Vincenzo Rivera, al direttore delle risorse umane Fabrizio Bernardini e all'istituto di vigilanza Ivri ''l'impellente necessità di dover disporre di un adeguato numero di stanze'' per la sistemazione del personale dagli uffici della regione di viale Bovio a quelli di Piazza Unione.

Le stanze in questione erano ''già assegnate temporaneamente all'Enea e alla segreteria temporanea di un assessore dimissionario''.

Quindi per garantire la salvaguardia dei beni rimasti nelle stanze le chiavi sono state poi affidate al servizio di guardiania. Stamani le stanze sono state riaperte e il materiale riconsegnato a Di Matteo.

Di Matteo, che a febbraio era uscito dal Partito democratico lamentando “un'assenza di collegialità delle scelte politiche”, si era dimesso il 13 marzo scorso, insieme al collega di Giunta Andrea Gerosolimo; entrambi, dopo l'analisi del voto alle politiche, in considerazione della perdita di “fiducia da parte di 180 mila abruzzesi”, chiedevano al governatore, eletto senatore con il Pd, di azzerare la Giunta.

“Quanto accaduto questa mattina è grave. Sono stato sfrattato dal proprietario della Regione Abruzzo, lui ha concepito questo ente come sua proprietà. Da domani continuerò a fare quello che ho fatto fino a oggi per quattro anni e lavorerò affinché nel centrosinistra si avvii una fase diversa, spero che D'Alfonso capisca di doversi mettere da parte. Il mio prossimo atto – conclude Di Matteo – sarà votare la decadenza di D'Alfonso che non può giocare con le istituzioni. Non doveva candidarsi al Senato perché era presidente della Regione. Ha voluto fare questo e adesso deve scegliere se fare il senatore o il presidente della Giunta regionale”.





LA REPLICA DI DEL VECCHIO

“Non è mio costume e non è nella mia funzione di responsabile della segreteria del presidente della Regione confrontarmi in questi termini con consiglieri, assessori, dirigenti e colleghi dell'ente regionale con argomenti menzogneri o posizioni ambigue”.

Lo si legge nella nota che Enzo Del Vecchio ha stilato in risposta alla presa di posizione di Donato Di Matteo sulla vicenda delle stanze e della lettera della Regione.

“Sulla vicenda richiamata dal consigliere regionale Donato Di Matteo, a cui va pure la mia simpatia personale (peraltro ricambiata, a quanto mi consta), voglio rassicurarlo sulla linearità dei miei comportamenti e delle azioni sottese con la nota datata 26 aprile 2018 (il sistema ne certifica la creazione alle ore 19,21) che questa mattina è stata regolarmente protocollata (il sistema registra alle ore 8,49) ed inviata ai destinatari della stessa – puntualizza – Sempre questa mattina ho ricevuto una telefonata dal consigliere Di Matteo (la memoria remota del telefono indica le ore 8,53) nel corso della quale mi veniva rappresentato il suo disagio e disappunto. Senza ulteriormente addentrarmi nella questione posta, gli elementi di memoria remota su tutto il procedimento sin qui tenuto dallo stesso non sono da ricondurre a fasi successive alla telefonata citata dal consigliere”.

“Spero così di aver rappresentato correttamente e linearmente il percorso tenuto in una attività che nulla ha di polemico ma è unicamente dettata da esigenze organizzative derivanti dal decreto del presidente numero 20 del 9 aprile scorso sulla revoca e nomina di nuovi assessori e sulla necessità – di cui la riunione odierna delle ore 17,30 è ulteriore testimonianza – di reperire spazi adeguati per far fronte alle esigenze della Regione Abruzzo”, conclude Del Vecchio.

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI: