CROLLO CASA DELLO STUDENTE: 22 APRILE IN AULA COMINCIA IL PROCESSO D’APPELLO

di Alberto Orsini

20 Marzo 2015 17:14

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – Comincerà il prossimo 22 aprile il processo d’Appello per il crollo della Casa dello studente, uno dei simboli tragici del sisma del 6 aprile 2009, dove morirono 8 giovani, da cui è scaturito uno dei filoni d’inchiesta più importanti tra i 200 della maxi indagine aperta dalla procura della Repubblica fin dai primi giorni dopo il terremoto.

Il ricorso è stato presentato da quattro imputati di omicidio colposo, disastro colposo e lesioni condannati nel processo di primo grado: Bernardino Pace, Pietro Centofanti e Tancredi Rossicone, tecnici autori dei lavori di restauro del 2000 sullo stabile, alla pena di 4 anni di reclusione; Pietro Sebastiani, tecnico dell’Azienda per il diritto agli studi universitari (Adsu) aquilana, che gestiva la struttura, alla pena di 2 anni e 6 mesi.

Gli indagati dal pubblico ministero Fabio Picuti erano inizialmente 15, quattro dei quali deceduti. Poi la posizione del progettista Claudio Botta, 92 anni, è stata stralciata e in seguito il processo è stato sospeso per incapacità di partecipare al processo.





Dei rimanenti dieci, otto ad aprile 2012 sono stati ammessi al rito abbreviato, che ha consentito di saltare la fase dibattimentale, chiudendo i conti nell’udienza preliminare con uno sconto di un terzo della pena in caso di condanne, dopo due anni e mezzo di processo con molti stop.

Oltre alle 4 condanne, altri 4 dirigenti e tecnici di restauri minori sono stati assolti e per altri 2 indagati, con il rito ordinario, è stato dichiarato il non luogo a procedere. Per tutte queste posizioni non c'è stato ricorso in appello.

Elemento cardine del processo di primo grado, la maxi perizia di 1.300 pagine complessive del perito nominato dal giudice Giuseppe Grieco, la professoressa del Politecnico di Milano Gabriella Mulas.

Secondo la quale la Casa dello studente era nata male, con un piano in più, con un progetto malfatto, ed è stata ristrutturata peggio, aumentando i carichi senza accertarsi se fosse lecito e proponibile.





Con il sisma delle 3.32 non poteva non crollare, a differenza degli altri edifici anche vicini, che sono rimasti in piedi.

In udienza la Mulas ha definito il progetto originario della Casa viziato da errori “che si potevano vedere dalla prima pagina” e bollato i lavori di restauro come “soldi gettati nella spazzatura”.

Gli appelli dei difensori contestano anche queste valutazioni.

Nel crollo sono rimasti uccisi Luca Lunari, Marco Alviani, Luciana Capuano, Davide Centofanti, Angela Cruciano, Francesco Esposito, Hussein “Michelone” Hamade e Alessio Di Simone.

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