PRESIDENTE DELL'ORDINE PROVINCIA DELL'AQUILA ORTU, ''SITUAZIONE SOTTO CONTROLLO, REPARTI MALATTIE INFETTIVE TRA I MIGLIORI DEL PAESE''''

CORONAVIRUS: MEDICI ABRUZZO AL LAVORO, ”ORGOGLIOSI DEI NOSTRI OSPEDALI”

di Azzurra Caldi

24 Febbraio 2020 07:52

Regione - Cronaca

L'AQUILA – “Da medico non posso che essere fiero del nostro sistema sanitario e, da aquilano, sono orgoglioso del San Salvatore e degli ottimi reparti di Malattie infettive che abbiamo in Abruzzo, non siamo secondi a nessuno”.

Il presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi della provincia dell'Aquila, Maurizio Ortu, non ha dubbi sull'efficienza e la preparazione dei reparti abruzzesi, pronti a gestire l'eventuale emergenza Coronavirus, arrivato in Italia generando comprensibile apprensione da nord a sud, mentre i casi di contagio aumentano di ora in ora.

“In Abruzzo ci sentiamo protetti, i nostri reparti sono delle eccellenze – spiega Ortu – lo sottolineo affinché si capisca che nulla è stato lasciato al caso, niente è stato sottovalutato in questo caso specifico e, in generale, possiamo contare su attrezzature e preparazione adeguata. Certo, l'attenzione resta alta ma non è il caso di allarmarsi”.

Soprattutto, secondo Ortu, per scongiurare ogni pericolo è necessario che i cittadini collaborino attivamente affinché si limitino i casi di contagio e pone l'accento sull'importanza dell'igiene.

“Per evitare la trasmissione del virus è fondamentale lavarsi bene e spesso le mani, non è una misura superflua ma è il primo necessario step di prevenzione. Sono state diffuse le linee guida dal Ministero e bisogna attenersi a quelle. Le mascherine sono efficaci ma non c'è bisogno di farsi prendere dal panico, vanno indossate solo se si sospetta il contagio o se si ha a che fare con casi acclarati”.





In Abruzzo, assicura Ortu, la questione è stata affrontata da subito con estrema serietà: “Abbiamo richiesto un nuovo incontro all'assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì per una task force, una sorta di 'assicurazione' sulla prevenzione”.

E intanto si è tenuto a Pescara un summit ai massimi livelli, convocato dall’assessore Verì, nella tarda serata di ieri in seguito al decreto legge emanato dal presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte. Presenti tra gli altri il governatore, Marco Marsilio, i direttori generali delle quattro Asl abruzzesi, i responsabili della prevenzione e anche delle farmacie.

Al centro della discussione l'organizzazione della sanità abruzzese in caso di contagi soprattutto in riferimento a mezzi, strutture, strumentazioni e disponibiltà di medicinali. Annunciato anche il vaglio di ipotesi delle strutture per ricoverare persone in quarantena.

Per quanto riguarda i medici, dice Ortu, “sono ore particolarmente frenetiche, la situazione è delicata perché si lavora in emergenza e non è semplice gestire i pazienti. Fortunatamente in Abruzzo al momento non si registrano casi ma la paura è tanta, può scattare la psicosi. Proprio per questo ricordo di evitare di recarsi al Pronto soccorso se si sospetta di aver contratto il virus”.

“Il personale sanitario rischia ogni giorno, un aspetto a cui siamo abituati, abbiamo gli 'anticorpi' in questo senso, ma medici e infermieri sono esseri umani e, anche se prevale il raziocinio, le accortezze sono ben diverse”.

Secondo quanto si è appreso, sono in atto esercitazioni e simulazioni negli ospedali abruzzesi, in particolare nei sei reparti di Malattie Infettive.





Particolarmente a rischio i medici di famiglia, “perché negli ambulatori all'inizio era, ed è tuttora, impossibile distinguere tra le varie patologie, non c'era neanche l'allarme e quindi non sono state prese misure, come dimostrano alcuni episodi in Lombardia”.

A tal proposito, “per evitare che si possano moltiplicare le occasioni di contagio è doveroso per i medici di famiglia aumentare la disponibilità telefonica per i pazienti che presentano sintomi influenzali così da evitare che questi pazienti si rechino personalmente presso gli studi sul territorio o i servizi sanitari come pronto soccorso e Continuità Assistenziale”, scrivono in una nota il segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) Silvestro Scotti e il presidente della Società italiana di medicina generale (Simg) Claudio Cricelli.

Per quanto riguarda le cure, “la ricerca fa grandi passi avanti”, come ha spiegato in queste ore il direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito: “E' una malattia non mortale, il sistema funziona, il Paese regge”.

“Certo, farmaci antivirali efficcissimi non ci sono ma, se si supera la fase critica con il sistema di respirazione di sostegno, è possibile sconfiggere il virus – sottolinea Ortu – Non abbiamo ancora una casistica precisa ma in ogni caso, contrarre il Coronavirus non significa andare incontro allo scenario peggiore. Ci sono già diversi casi di persone fuori pericolo, altre sono sotto osservazione e rispondono bene. Le vittime italiane avevano più di 70 anni e patologie pregresse. Per quanto riguarda le donne incinte il pericolo maggiore si ha solo all'inizio della gravidanza. E' consigliabile in questo e in altri casi delicati evitare luoghi affollati”.

“Risulta molto difficile fare ipotesi, ogni singola parola usata per qualcuno può tradursi in paura o sottovalutazione. Occorre mantenere la calma e tenere alta l'attenzione senza cedere all'allarmismo”, conclude Ortu.

 

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