MILANO – “Non c'è lavoro per me in questo momento, ieri è saltata una serata in un albergo di lusso rimasto praticamente vuoto. Quindi mi tocca restare a casa, spero soltanto per una settimana. È una situazione surreale questa del Coronavirus, che però sta causando danni economici enormi”.
Momento molto complicato per chi vive e lavora, ma anche per chi è solo di passaggio, a Milano, a causa emergenza per il Coronavirus.
E tra chi a Milano vive e lavora c'è Nelson Tordera, dj, produttore e compositore milanese cresciuto all'Aquila, figlio dell'ex manager della Asl 1 di Avezzano-Sulmona-L'Aquila Rinaldo Tordera.
“Avevo in programma un dj set in un albergo di lusso frequentato soprattutto da stranieri – racconta Tordera ad AbruzzoWeb – ma alla fine è saltato tutto. Molti si sono chiusi in camera, altri hanno disdetto le prenotazioni e sono andati via. Che dire, non si capisce quando questa emergenza finirà, anche perché le informazioni che arrivano dai media non permettono di capire a fondo ciò che sta accadendo”.
“Ovviamente parlo con mio padre che sta all'Aquila – continua il dj – è preoccupato, certo, ma non è una preoccupazione da 'allarme'. Sarà che abbiamo vissuto il terremoto del 2009, una tragedia incredibile, quindi le spalle larghe le abbiamo”.
“Quindi – dice ancora Tordera – per adesso mi limito a rispettare le regole base di queste situazioni. Anche se domenica scorsa sono andato a fare la spesa come ogni domenica e non per fare scorta di cibo, acqua e disinfettanti. Però, in mezzo ad una folla davvero inusuale per quel giorno al supermercato, ho comprato qualcosa in più per reggere una settimana in casa”
“Ci è stato consigliato di non uscire e comunque di evitare zone affollate ed assembramenti di vario genere – afferma quindi – ed io lo sto facendo. La mia vita non solo lavorativa, del resto, mi porta a stare in mezzo a tantissima gente, quindi non ha senso rischiare senza motivo quando i locali sono tutti chiusi”.
“Speriamo che questa emergenza finisca al più presto – conclude – Economicamente, Milano sta prendendo delle botte terribili, ci sono tanta insicurezza e tanta incertezza che non fanno bene a nessuno. È chiaro, però, che voglio tornare a breve all'Aquila, dove, al di là di qualche paura per questo virus, abbiamo già passato un inferno”.
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