CORONAVIRUS: BORGIA (BCC), ”ANCHE AD ABRUZZO SERVE PIANO MARSHALL”

25 Marzo 2020 15:57

Regione - Economia

PESCARA  – “Faremo tutto quello che potremo per dare sollievo alle attività produttive messe in crisi da questa vicenda. Anche perché le banche sono piene di liquidità e questo in sostanza non è denaro privato ma pubblico grazie agli interventi della Bce. Vorremo aiutare le filiere in difficoltà, a patto che non siano pannicelli caldi: quel denaro dovrà servire a fare fatturato, non ad indebitare nuovamente le imprese, se no poi si finisce in crisi per credito. Quindi serve un piano serio, un altro Piano Marshall per infrastrutture, insistente, serio”.





Interviene così Michele Borgia, docente universitario e presidente della Bcc di Cappelle sul Tavo, una delle poche banche locali rimaste a operare sul territorio. Per Borgia insomma “già se ripartisse con un piano del genere l'indotto potrebbe rimettersi in moto. Noi ripeto, dal piccolo commercio alla ristorazione, faremo tutto ciò che è in nostro potere”.

La Bcc di Capelle, 25 mila clienti nell'area metropolitana di Pescara, un bacino di 400 mila persone dove viene generato il 35% del pil abruzzese, e che gestisce il 10% dei prestiti erogati in tutta la regione, è uno degli istituti più a contatto con la piccola media realtà economica locale. Quindi è un osservatorio per certi versi privilegiato.





“Ora che i vincoli di bilancio si sono allentati – prosegue il docente – ci sono condizioni favorevoli per quel tipo di rilancio: la politica ci aiuti però. Lavori pubblici essenziali, noi siamo pronti a supportare ma serve colpo di reni”. Dal territorio intanto arrivano i primi segnali: “al momento grosse difficoltà da parte delle ''partite Iva” non ne abbiamo, ma riceviamo questo sì tante telefonate di chi teme ripercussioni. Noi siamo una banca etica, siamo sul territorio e dobbiamo dare beneficio a quelle attività, ristoratori, commercianti, edili ecc, che operano a stretto contatto col territorio. Ma vorrei tranquillizzare tutti: anche noi regoleremo la nostra attività e correggeremo il tiro strada facendo se riterremo di doverlo fare. Non siamo i medici dell'economia, non ci poniamo sul loro nobile livello, ma non abbiamo certezze precostituite, questo voglio dirlo”, chiude Borgia.

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