CORONAVIRUS: A PESCARA DOPPIO PERCORSO NASCITA, ALGORITMO PER MAGGIORE SICUREZZA

1 Aprile 2020 19:30

Pescara - Cronaca

ROMA – Parto in sala Covid all'ospedale di Pescara lo scorso 23 marzo.

Qui già da almeno 20 giorni era stato attivato il doppio percorso per partorienti affette da Covid-19 e partorienti senza contagio.

E per un filtro attento il reparto ha ideato anche un algoritmo per attivare i percorsi in piena sicurezza.





A fare il punto è il primario di Ginecologia, Maurizio Rosati, direttore Dipartimento Materno-Infantile UOC Ostetricia e Ginecologia del nosocomio.

“Ho predisposto una sala parto, una sala tagli cesarei e letti riservati e debitamente isolati per prodromi e puerperio, appositamente per le gravide sospette Covid+, con punto di triage e video informativi all'ingresso del blocco parto. In questo momento è importante e tranquillizzante mostrare alle pazienti che c'è organizzazione e rigore”.

In particolare, “per le partorienti positive – spiega Rosati all'Ansa – abbiamo attivato la zona triage pazienti gravide; un video informativo su Covid-19 e uscita sala parto Covid+; ingresso blocco parto con video informativi”.

A destra il monitor con informazioni sale parto standard, a sinistra con informazioni sala parto Covid. Inoltre ingresso sala parto riservato al personale; uscita sala parto riservata al personale; accettazione pronto soccorso Covid; e poi sala parto Covid”.





Inoltre “sono stati predisposti 2 letti travaglio parto per Covid e 4 letti travaglio parto per non Covid. A partorire in area Covid, riferisce Rosati, una donna di 41 anni. Il parto è avvenuto il 23 marzo. “Un maschietto di 3 chili e 180 grammi in buona salute risultato negativo al tampone per Coronavirus”.

La paziente, dopo tre giorni di degenza in stanza riservata ai Covid positivi, è stata dimessa insieme al bimbo, entrambi asintomatici e in buone condizioni generali. A domicilio la madre farà i controlli di routine riservati ai pazienti asintomatici positivi. Il neonato ripeterà il tampone dopo 2 e 4 settimane.

“L'ospedale – conclude Rosati – con regole e filtri, deve funzionare. Fare terrorismo è la cosa più sbagliata, altrimenti si rischia di arrivare in gravi condizioni”.

 

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