CONTRATTO GIORNALISTI IN REGIONE, DOCCIA FREDDA DA IMPUGNATIVA DEL GOVERNO

di Filippo Tronca

26 Ottobre 2017 07:00

Regione -

L'AQUILA – Un contenzioso tra governo e Regione Lazio rischia di poggiare una pietra tombale sull’annosa battaglia per inquadrare gli addetti degli uffici stampa del Consiglio regionale e della Giunta regionale dell'Abruzzo con il contratto nazionale dei giornalisti, e non con quello, meno vantaggioso, degli enti locali.

L'esecutivo Gentiloni ha, infatti, impugnato alla Corte Costituzionale la legge numero 9 dell’agosto 2017 della Regione Lazio, che prevede che “al personale iscritto all'albo nazionale dei giornalisti che, a seguito di specifico concorso, presta servizio presso gli uffici stampa istituzionali della Giunta e del Consiglio regionale, si applica il contratto nazionale di lavoro giornalistico”.

Nell’opporsi alla norma regionale, i legali di palazzo Chigi ritengono infatti che “la materia dell’ordinamento civile è riservata alla competenza dello Stato” e che la norma laziale contrasti, inoltre, “con i principi generali in materia di coordinamento della finanza pubblica”, insomma contro l’articolo 117 della Costituzione sulla potestà legislativa.





Se la Consulta dovesse dare ragione al governo, a caduta dovranno essere messi in discussione anche i contratti giornalistici di addetti stampa che operano in altre Regioni come, per esempio, Piemonte e Marche. E ovviamente diventerà impossibile applicare una normativa analoga anche in Abruzzo.

Del resto un precedente, che ricalca le argomentazioni del governo, si è avuto proprio in questa regione, con una sentenza della giudice del lavoro dell’Aquila del 2012.

Bisogna infatti sapere che una legge del 2005, approvata ai tempi del presidente di centrodestra, Giovanni Pace, con un emendamento d’aula “notturno” presentato sotto la presidenza del consiglio di Giuseppe Tagliente, di Forza Italia, aveva dato obbligo di applicare il contratto nazionale dei giornalisti impiegati nell’ufficio stampa del Consiglio e della Giunta: il loro contratto di categoria, e non più quello degli enti locali.

Nel 2010, nel pieno della crisi economica e finanziaria, il ministro Giulio Tremonti ha poi bloccato il rinnovo dei contratti pubblici, blocco che dura tuttora. È avvenuto così che Rita Centofanti, ex responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione del Consiglio regionale, ora in pensione e nominata da poco vice presidente del Teatro stabile aquilano, si è rivolta al Tribunale del Lavoro per ottenere comunque miglioramenti contrattuali, previsti dal contratto giornalistico, che a differenza di quello pubblico, era stato rinnovato.





L’amministrazione regionale si è opposta, mossa sopratutto dal fatto che, a parità di mansioni, un contratto giornalsitico, per esempio da caporedattore, e non da funzionario regionale, ha un costo sensibilmente più alto per le casse pubbliche.

Il Tribunale del lavoro ha dato ragione a questo assunto. E sulla scorta di questa sentenza è stata di fatto disapplicata la norma del 2005.

Ora, infatti, tutti i componenti dell’ufficio stampa della Regione sono inquadrati con il contratto nazionale degli enti locali, come gli altri dipendenti.

Da tempo l’ordine dei giornalisti regionale ritiene che sia invece giusto inquadrare con il contratto giornalistico anche coloro, iscritti all’ordine, che svolgono tale mansione negli enti pubblici, per tutelare la loro specifica professionalità e la loro autonomia dal potere politico e dall’amministrazione pubblica, per il quale curano la comunicazione istituzionale.

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