CONSIGLIO REGIONALE: PROTESTA DEI SINDACI ESCLUSI DAL CRATERE SISMICO, APPROVATO ORDINE DEL GIORNO

di Filippo Tronca

21 Marzo 2017 16:33

Regione - Politica

L’AQUILA – Un consiglio regionale cominciato con le scintille, quello oggi in corso a Palazzo dell'Emiciclo. Fuori i cancelli le proteste degli inquilini delle case popolari dell'Aquila non ancora ricostruite dal 2009, e dei dipendenti della Strada dei Parchi contrari all' automazione dei caselli autostradali della A24 e A25. Dentro tanti sindaci con fascia tricolore dei comuni del teramano e del pescarese esclusi dal cratere sismico del 2016, o con in territori duramente colpiti da frane e smottamenti.

A dare battaglia sugli scranni le opposizioni di centrodestra e Movimento 5 stelle. Forza Italia con tanto di striscione srotolato in aula, aveva minacciato di occupare l' Emiciclo se a Roma il decreto sisma, in via di approvazione alla Camera, non sarà corretto e il cratere ampliato inserendo in primis anche comuni come Penna Sant’Andrea, Basciano, Penne, Catignano e Civitella Casanova dove ribadiscono i primi cittadini il sisma inferto danni non inferiori ad altri comuni inseriti nel cratere. Il consiglio ha alla fine approvato un ordine del giorno che impegna il presidente Luciano D'Alfonso a far pressioni sul governo per estendere il cratere.

“C'è rabbia e incredulità – spiega ad AbruzzoWeb il sindaco di Basciano Alessandro Frattaroli  – abbiamo 180 edifici inagibili e 120 sfollati in un paese di  2000 abitanti, siamo circondati dal cratere sismico, c'è stata volontà politica di escuderci”. 

Gli fa eco il sindaco di Catignano Enrico Valentini: “abbiamo 521 sfollati, torri e chiese pericolanti, attività economiche chiuse. Facciamo affidamento al buon senso di tutti”. 





E ancora Maurizio Giancola, sindaco di Scafa: “non abbiamo danni dal sisma, ma smottamenti sono notevoli, e siamo stati lasciati soli davanti alle frane. Chiediamo ristoro immediato, il fattore tempo è determinante”. 

Alla fine dopo un serrato dibattito, è stato approvato, con l'astensione del centrodestra e il M5S che non ha partecipato al voto, un ordine del giorno in favore dei Comuni colpiti dalle calamità naturali del gennaio 2017, che “impegna il Presidente della Regione Luciano D'Alfonso a porsi quale intermediario principale tra il territorio e il governo nazionale, non escludendo l'ulteriore estensione del cratere, consentendo ai Comuni che hanno attivato le somme urgenze, verificate e validate dai Geni civili regionali, di potersi vedere posticipati di un anno i pagamenti dovuti per mutui e prestiti attivati presso la Cassa depositi e prestiti”.

Respinta la risoluzione presentata dal centrodestra che impegna il presidente della Giunta regionale “a chiedere l'adeguamento del cratere sismico tenendo conto della realtà della provincia di Teramo, della porzione montana della provincia di Pescara, dell'area montana dell'Alto Aterno”. La risoluzione del centrodestra chiedeva di garantire a questi territori i finanziamenti necessari ad assicurare la ricostruzione pubblica dei centri fuori “cratere” ristorando i Comuni che hanno affrontato l'emergenza neve, delle frane e del dissesto stradale.

Il presidente D’Alfonso ha però rassicurato i sindaci presenti, e ha parlato “mitizzazione del cratere”.





“Siamo pienamente soddisfatti della consistenza normativa e finanziaria del decreto governativo sul sisma e sul maltempo – ha spiegato il presidente – c’è una mitizzazione del cratere, essere inseriti direttamente o meno nel cratere sismico non comporta minori diritti o minori risorse”.

Ricordando che frane e terremoto, saranno riconosciuti da subito 20 milioni per danni indiretti, tipo il turismo, mentre per la sola Civitella del Tronto interessata dalle frane, ci sono 25 milioni. E ancora “con l'ordinanza maltempo per l'Abruzzo potrebbero essere disponibili altri 100 milioni di euro”.

I consiglieri d’opposizione hanno invece accusato di immobilismo la maggioranza di centrosinistra. “È una legislatura morta – ha detto il capogruppo di Forza Italia Lorenzo Sospiri – cosa sta a fare D'Alfonso qui, invece di andare a Roma a protestare. Quella sul decreto sisma che è insufficiente non è una battaglia delle opposizioni ma di tutto l'Abruzzo il cratere non è stato allargato alla Val Fino o a Penne, che succederà a chi ne è rimasto fuori? Il governo ignora la doppia calamità che ha colpito l'Abruzzo, neve, sisma, frane, strade distrutte: crediamo che la priorità per il governo sia quella di mantenere le promesse e invece D'Alfonso è qui a discutere degli arazzi di Penne”, riferendosi ad una legge in materia che sarà approvata nella seduta pomeridiana.

 

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