LA DIFESA DI D'ALFONSO, DI PANGRAZIO, PAOLUCCI E DI NICOLA DOPO LA CRISI FEBBO ALL'ASSALTO CON DUE NOTE, ''ASSESSORE DISTRATTO, DIRETTORE SCRIVE''

CONSIGLIO IN BILICO: ”NON SI SCIOGLIERA”’, ‘MA LA GERARDIS SI SMARCA CON LA CORTE’

23 Luglio 2015 20:45

Regione - Politica

PESCARA – “Voglio rassicurare tutti gli abruzzesi e anche gli italiani che non solo non esiste il rischio, ma che è giuridicamente impossibile che si realizzi ciò che è stato scritto” e cioè la possibilità di scioglimento del Consiglio regionale.

Così il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, a proposito del provvedimento della Corte dei conti che ha chiesto lo scioglimento dell’assemblea regionale per gravi inadempienze nella gestione contabile.

Parole, quelle di D'Alfonso, che ricalcano quelle pronunciate un po' da tutti i principali interlocutori della vicenda: il presidente del Consiglio, Giuseppe Di Pangrazio, l'assessore al Bilancio, Silvio Paolucci, per i quali non c'è alcun rischio, e il presidente della commissione Bilancio del Consiglio, Maurizio Di Nicola, unico a fare almeno un po' di autocritica, “la segnalazione della Corte sarà raccolta sarà raccolta aumentando ancor più il senso di responsabilità istituzionale”.

Ma dopo la figuraccia finita anche sui media nazionali, l'opposizione non molla la presa e torna a contestare, principalmente con il “picconatore” Mauro Febbo, presidente del commissione di Vigilanza e autore di ben due note sulla vicenda.

Nella prima, bacchetta Paolucci per la confusione sulle delibere sulla rendicontazione, invitandolo a occuparsi solo di Sanità, un'altra delle sue pesanti deleghe dove per Febbo sta comunque mettendo in atto una “macelleria sociale”.

Nel secondo comunicato, il forzista svela l'esistenza di una lettera spedita ai giudici contabili dal direttore generale della Regione, Cristina Gerardis, con la quale a suo dire si smarcherebbe dall'inghippo, e che il consigliere prende a esempio per sottolineare il “clima teso” nella squadra dei fedelissimi di D'Alfonso. (alb.or.)

D'ALFONSO: “L'OPPOSIZIONE NON E' RIDICOLA, E' RIDENTE”

“Il fatto che pongano questa questione le opposizioni – ha aggiunto il governatore a margine di una conferenza stampa a Pescara – è ridente, e non ho detto ridicolo. La questione che giustamente la Corte dei conti ha rappresentato riguarda il rendiconto del 2013 e del 2014. Il 2013 è propedeutico al 2014 e noi per quanto riguarda il riaccertamento dei residui del 2013 lo abbiamo già fatto a giugno del 2015, lo abbiamo comunicato alla Corte ed è venuto anche meno a questo punto il significato del pronunciamento della corte”.

“In alcune realtà territoriali, addirittura – ha proseguito D’Alfonso – ci sono nuove maggioranze che fanno realizzare l’accertamento a figure commissariali scelte ad hoc proprio per non mettere il pollice in ciò che è stato il passato. Noi abbiamo assunto una condotta istituzionale come è giusto che sia e vogliamo portare alla luce le ragioni documentali sia dell’accertamento dei residui che della rendicontazione”.

Il governatore ha assicurato che “lo stiamo facendo con la fatica che questo impone, ma noi diciamo ad alta voce che per quanto riguarda i nostri cinque anni faremo tutti i compiti allineatamente per tempo”.

“Quando lasceremo per ricandidarci e governare il prossimo quinquennio – ha concluso – avremo già fatto la rendicontazione. Non lasceremo il lavoro non affrontato”.

DI PANGRAZIO: “NON CI SARA' NESSUNO SCIOGLIMENTO”

“Il Consiglio regionale non è stato sciolto, né verrà sciolto, ma continua a operare nella pienezza delle sue funzioni per risolvere le tante questioni che riguardano la comunità abruzzese”.

Lo afferma il presidente dell’assemblea legislativa Giuseppe Di Pangrazio, intervenendo sulla pronuncia della Corte dei Conti relativa alla mancata approvazione dei rendiconti 2013 e 2014 della Regione. Tace per il momento il governatore Luciano D'Alfonso, duramente attaccato anche da Beppe Grillo sul suo blog.





“La deliberazione della Corte dei Conti – continua la difesa di Di Pangrazio – non implica nessuna automatica applicazione dell’articolo 126 della Costituzione, perciò non esiste alcun problema di scioglimento del Consiglio regionale. Sono certo che la Giunta regionale provvederà a tutti gli adempimenti richiamati dalla Corte dei Conti nei tempi più rapidi ed urgenti, come già dichiarato dall’assessore Silvio Paolucci. Abbiamo il massimo rispetto delle indicazioni della Corte dei Conti, anche se va precisato che la questione dei rendiconti 2013 e 2014, oltre a quella relativa all’accertamento dei residui attivi e passivi, sono materie su cui la Giunta regionale sta lavorando fin dal suo insediamento, per recuperare i ritardi accumulati in precedenza”.

PAOLUCCI: “NESSUNO SCIOGLIMENTO”

“Non c’è alcun pericolo di scioglimento del Consiglio regionale”, ha detto a difesa ieri anche l’assessore regionale al Bilancio Silvio Paolucci.

“Ferma restando la consapevolezza delle difficoltà della Regione a perseguire l’allineamento del ciclo di programmazione finanziaria, derivante in grandissima parte dai ritardi accumulati negli anni passati, l'attuale Giunta regionale ha raggiunto l’importante obiettivo di approvare il riaccertamento dei residui al 31 dicembre 2013. La deliberazione, la numero 546, è stata assunta il 26 giugno scorso ed è in fase di trasmissione alla Corte dei Conti”.

La tegola caduta sulla testa della Regione è apparsa ieri molto pesante. Secondo la Corte dei conti “persiste un comportamento omissivo della Regione Abruzzo nella redazione dei documenti consuntivi”, non avendo inviato né la bozza di rendiconto del 2013 né l’accertamento dei residui al 31 dicembre 2013 né la bozza di rendiconto per il 2014”.

Ieri le opposizioni di centrodestra e Movimento 5 stelle si sono scatenate lanciando bordate contro la maggioranza e invocando il ritorno alle urne.

Sulla vicenda, la parola passa al Consiglio dei ministri che avrà una relazione del ministero competente con tre ipotesi: Roma si accontenta delle argomentazioni dell'ente dando un tempo per ottemperare, commissariare il bilancio, oppure, epilogo più grave, attivare l'iter per il decreto di scioglimento del Consiglio da parte del capo dello Stato.

DI NICOLA: “SAREMO PIU’ RESPONSABILI”

“Non ci stupiscono le censure della Corte dei Conti alla Regione Abruzzo in quanto erano ampiamente preannunciate dal giudizio di parifica del rendiconto 2012 che si è tenuto per l’Abruzzo, purtroppo, solo nel luglio 2014, laddove tutte le altre regioni italiane avevano adempiuto già nel corso dell’anno 2013. Fatto notorio, infatti, che in tema di approvazione dei rendiconti la Regione Abruzzo versava in un cronico ritardo già dall’anno 2008”.

Lo scrive in una nota il presidente della prima commissione (Bilancio) del Consiglio regionale, Maurizio Di Nicola.

“La segnalazione della Corte, operata nel quadro normativo della riforma della contabilità pubblica regionale e nello svolgimento delle funzione di ausilio all’organo legislativo regionale – assicura – sarà raccolta aumentando ancor più il senso di responsabilità istituzionale da parte non solo della Giunta ma dell’intera maggioranza consiliare, affinché con duro lavoro quotidiano si possa recuperare il troppo tempo perso dalle precedenti amministrazioni regionali”.

A Di Nicola dispiace che, “per un mero disguido di trasmissione di documenti, la Corte dei Conti, riunita nella seduta del 17.07.2015, non abbia potuto prendere atto della delibera di Giunta Regionale n. 549 del 26 giugno 2015, con la quale si è dato adempimento proprio a uno dei rilievi mosso dai giudici contabili, vale a dire il riaccertamento dei residui attivi, passivi e passivi perenti al 31.12.2013 ai fini della predisposizione del rendiconto generale per l’esercizio 2013”.

“I nuovi adempimenti conseguenti alla riforma della contabilità regionale avviata dal D.Lgs. n.118/11 coinvolgono tutti i servizi dell’ente e non solo gli uffici di ragioneria e bilancio, necessitano di aggiornamenti informatici dei sistemi gestionali e di adeguamenti normativi al regolamento di contabilità dell’ente Regione – prosegue ancora – In questo senso la Commissione consiliare Bilancio e Affari generali sarà a breve investita dell’esame di un progetto di legge relativo al nuovo ordinamento contabile, elaborato con la collaborazione degli uffici del Consiglio e della Giunta, per affiancare sul versante legislativo il serio lavoro di riforma che sta svolgendo l’Assessore Paolucci, al fine di garantire il riallineamento del ciclo finanziario della Regione Abruzzo, con un piano di ammortamento del disavanzo accertato definitivamente che non pregiudichi le garanzie ed i diritti sociali e di cittadinanza della comunità abruzzese”.

FEBBO 1: “IL DISTRATTO PAOLUCCI CONFONDE ANCHE LE DELIBERE”

“Le dichiarazioni dell’assessore Paolucci dimostrano chiaramente quanto affermato in precedenza: è talmente preso a mettere in atto la ‘macelleria sociale’ in Sanità da essere troppo distratto in tema Bilancio e fare confusione anche sui numeri delle delibere”.





È quanto dichiara il presidente della commissione di Vigilanza Mauro Febbo in merito alle dichiarazioni dell’assessore regionale sulle osservazioni della Corte dei conti.

“Nel goffo tentativo di giustificare l’operato della sua Giunta – sottolinea Febbo – Paolucci fa riferimento alla delibera con la quale è stato approvato il riaccertamento dei residui al 31.12.2013 sbagliando però il riferimento. La deliberazione infatti non è la n. 546, tra l’altro approvata il 24/06/2015 (“Conferimento, ai sensi dell’art. 20 della L.R. n. 77/99 e ss.mm. e ii., dell’incarico di dirigente del Servizio Beni e Attività Culturali del Dipartimento Trasporti, Mobilità, Turismo e Cultura alla dott.ssa Francesca Iezzi, dirigente regionale”) come dichiarato dallo sbadato assessore al Bilancio ma è la n. 549 del 26/06/2015”.

“Cosa ancora più strana riguarda il passaggio nel quale lo stesso Paolucci dichiara che il provvedimento è in fase di trasmissione alla Corte dei Conti, così come stabilito dalla stessa Delibera che ne affida il compito al Servizio Bilancio – prosegue Febbo – Ebbene la Corte dei Conti, sezione regionale di controllo per l’Abruzzo, si è riunita in Camera di Consiglio il 17 luglio (depositando la sentenza il 20 luglio) ma agli atti mancava proprio la Delibera approvata oltre 20 giorni prima”.

“Perché il provvedimento di Giunta non è stato trasmesso immediatamente? È questo il modo di lavorare che D’Alfonso intendeva promettendo una Regione facile e veloce? – si chiede polemicamente – Inoltre, la fiacca autodifesa di Paolucci certifica come all’interno della struttura regionale regni il caos, nonostante i proclami governativi che annunciavano grandi riorganizzazioni e rivoluzioni”.

“Lo stesso servizio Bilancio è in enorme sofferenza e bisogna ricordare che nel mese di maggio l’allora direttore Cipollone aveva rassegnato le dimissioni; del resto avere un capo dipartimento ad interim in un settore strategico produce anche questi pessimi risultati – continua nell’invettiva – Ammesso e non concesso che la delibera fosse arrivata in tempi ragionevoli negli uffici della Corte dei Conti va comunque sottolineato che non è stato ancora recuperato l’anno 2014 (le osservazioni della Corte infatti valgono sia per il 2013 sia per l’anno successivo) poiché il Conto consuntivo andava approvato in Giunta entro il 30 aprile 2015 e portato in Consiglio entro il 31 luglio; scadenze che non verranno rispettate, almeno fino al 31 dicembre (sic!!!)”.

“Bene ha fatto la Corte dei Conti a intervenire sulla gestione della Giunta D’Alfonso che in poco più di un anno sta tornando ad accumulare pesanti arretrati, vanificando di fatto il lavoro della Giunta Chiodi che era riuscita a sanare una situazione drammatica – conclude Febbo – A questo punto invito l’assessore Paolucci a occuparsi esclusivamente del Bilancio lasciando le incombenze della Sanità al commissario ad acta e al sub-commissario, magari, mi auguro, riuscirà a fare meno danni”.

FEBBO 2: “LA GERARDIS SCARICA RESPONSABILITA’, CLIMA TESO”

 “La delibera della Corte dei Conti non solo ha mostrato le evidenti lacune di questa amministrazione ma ha squarciato il velo sugli uffici regionali e sulla squadra del presidente D’Alfonso, dove evidentemente si respira un clima molto teso. Dopo un goffo tentativo di autodifesa dell’assessore Paolucci, il direttore generale Cristina Gerardis ha deciso di correre ai ripari prendendo carta e penna per mettersi al riparo da ogni responsabilità”.

È quanto aggiunge Febbo che ripercorre le tappe della vicenda.

“Il 26 giugno 2015 la Giunta, con Delibera n.549, approva il riaccertamento dei residui al 31.12.2013 nel corso di una seduta dove Paolucci risulta addirittura assente e questo la dice lunga sull’atteggiamento con cui affronta le questioni di Bilancio (confermato dall’errore di ieri nel richiamare il numero della Delibera)”.

“Solo il 17 luglio però, seguendo una antipatica consuetudine di questo Governo regionale, la Delibera esce dalla Segreteria di Giunta e di fatto il 22 luglio approda negli uffici del Servizio Bilancio (come da timbro sulla comunicazione del dott. Gariani) – prosegue – È bene ricordare che il punto 9 del provvedimento adottato dall’Esecutivo stabilisce che il Servizio Bilancio è incaricato di trasmetterlo alla Corte dei Conti ma il 17 luglio, giorno della riunione in camera di Consiglio (la sentenza sarà depositata il 20 luglio), chiaramente la Delibera non è agli atti perché ancora ferma negli uffici regionali”.

“Ed è proprio su questo punto che la Gerardis entra in scena. Guarda caso proprio oggi ha inviato alla Corte dei Conti (sic!!!) una comunicazione, datata 22 luglio, per ribadire che spettava al Capo dipartimento del servizio Bilancio il compito di inviare la Delibera n.549 a Corte dei Conti, Collegio dei Revisori e Commissione Bilancio; ma come avrebbe potuto visto che è stata acquisita solo il 22 luglio? Si tratta chiaramente di una ‘furbata’, un modo per scaricare ogni sua responsabilità sui ritardi”.

“Ma di fatto la Gerardis, che vanta un prestigioso curriculum e D’Alfonso ha fortemente voluto alla Regione strappandola all’Avvocatura di Stato, è direttore generale, capo dipartimento Risorse e organizzazione all’interno del quale è collocato proprio il servizio Bilancio (di cui Carmine Cipollone era Capo dipartimento fino a maggio quando si è dimesso), quindi chiaramente non può certo esimersi in nessun modo da eventuali responsabilità”, fa notare.

“In tutto questo – conclude Febbo – mentre assistiamo a un patetico scaricabarile, nessuno spiega che il problema non riguarda solo l’annualità 2013 ma anche il 2014 (come evidenziato dalla sentenza della Corte dei Conti), in quanto il Conto consuntivo andava approvato in Giunta entro il 30 aprile 2015 e portato in Consiglio entro il 31 luglio; scadenze che non sono state rispettate e l’iter non sarà portato a termine neanche per il 31 dicembre”.

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