CHIUSURA SIMPLY TERAMO: SIT-IN DIPENDENTI E FAMIGLIE, ”AIUTATECI”, PEZZOPANE, ”MINISTERO PRENDA POSIZIONE”

di Augusto Bucciarelli

8 Settembre 2018 15:42

Teramo - Gallerie Fotografiche

TERAMO – “Abbiamo famiglia, non possiamo andare in un'altra regione con poco più di 800 euro al mese, come faremo? Dopo vent'anni di lavoro ci abbandonano improvvisamente e senza possibilità di appello. Aiutateci, siamo disperati”. 

È una delle tante voci, un grido che si leva dal gruppo dei 53 lavoratori del Simply di Piano d’Accio a Teramo, per la maggior parte donne e mamme, accompagnati dalle proprie famiglie, che questa mattina si sono uniti in protesta, attraverso un presidio davanti al punto vendita e otto ore di sciopero contro la decisione di chiudere l'esercizio il 30 settembre prossimo.

“Non possiamo accettare questa situazione assurda, solleciterò il ministero del Lavoro affinché prenda una posizione con il gruppo che gestisce il punto vendita. Una decisione così importante non può essere presa dalla sera alla mattina, senza preavviso”, così ad AbruzzoWeb la deputata aquilana del Pd, Stefania Pezzopane, che ha voluto partecipare al sit-in e mostrarsi solidale verso i dipendenti.

Gli addetti non verranno licenziati, ma ricollocati in altri punti vendita nel territorio nazionale, tuttavia un ricollocamento sarebbe “deleterio per i dipendenti che verrebbero allontanati dalle proprie famiglie”, secondo i sindacati e gli stessi lavoratori, che in caso di auto licenziamento perderebbero tutti gli ammortizzatori sociali previsti per legge. 





“Bisogna salvare questi lavoratori e fare in modo che restino sul territorio, sono tutti adulti e hanno una famiglia alle spalle, chiedere loro di trasferirsi fuori regione è assurdo – aggiunge Pezzopane – Sono quasi tutte donne nel Simply teramano, questa mattina ho avuto modo di conoscerle e parlare con loro”.

“Sono disperate, impaurite, è una situazione davvero molto complessa, mi sono lasciata coinvolgere dalle loro storie e dal loro dolore, mi impegnerò affinché si possa risolvere tutto al più presto”, conclude l'onorevole. 

Si tratta quindi di una situazione complessa, all’esame dei sindacati che contestano il provvedimento della Sma, casa madre dell’Ipersimply. 

Intanto dinanzi al supermercato si alza la voce della protesta: “Ci ricollocano in un'area molto vasta che va dalla Romagna, abbraccia una parte dell’Umbria, le Marche e l’Abruzzo fino a Pescara”, dice una dipendente. 

“Siamo cinquantatre, ma è fondamentale capire che tra noi ci sono trentasette donne con contratto part-time, ventiquattro ore settimanali per novecento euro, come me. È una cosa che non si può sostenere, io con ottocento o novecento euro di stipendio dove vado?”, afferma un’altra lavoratrice. 





Ci sono anche i mariti a sostenere la lotta di queste donne, perchè in questione qui ci sono non solo il lavoro e il “far quadrare i conti a fine mese”, ma l'equilibrio e la serenità delle famiglie. 

Al presidio ha partecipato anche Andrea Core, capogruppo in Consiglio comunale di Insieme Possiamo: “Questa mattina siamo stati all’Ipersimply per esprimere la nostra solidarietà e vicinanza ai lavoratori e per incontrare la proprietà. Solidarietà e vicinanza a cui vogliamo dare concretezza: per questo proporremo al Consiglio comunale un presentazione congiunta di un ordine del giorno straordinario alla prossima seduta dell’11 settembre”, annuncia in una nota Core. 

“Siamo certi che su un tema assai delicato come questo, l’amministrazione comunale tutta, a prescindere dai colori politici, saprà dimostrarsi compatta nel lavorare per la nostra città, così come dimostrato questa mattina dalla presenza oltre che del sindaco Gianguido D’Alberto, del vice sindaco Maria Cristina Marroni, degli assessori Valdo Di Bonaventura e Stefania Di Padova, del presidente della Provincia Renzo Di Sabatino e degli onorevoli Stefania Pezzopane (Pd) e Fabio Berardini (M5s), oltre ai consiglieri di maggioranza e minoranza Lancione, Pilotti, Passerini, Micheli, Ciammariconi”, sottolinea ancora.

“L’ipersimply, per molti di noi ex Cityper, ha rappresentato e rappresenta un punto di riferimento per tantissimi teramani. La chiusura di quel punto vendita, decisa senza alcun preavviso e comunicata in tempi troppi ristretti, non rappresenta una soluzione accettabile. Vogliamo rassicurazioni immediate sul fatto che la scadenza venga spostata dalla data ad oggi fissato, così come è necessario che la proprietà chiarisca le proprie intenzioni future. Sono condizioni necessarie per far partire i due tavoli previsti: istituzionale e sindacale, due tavoli che dovranno lavorare e collaborare parallelamente per arrivare ad una soluzione nell’interesse dei lavoratori e dei teramani”, conclude il capogruppo.

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