CHIETI: ”IL MARRUCINO PERDE 100 MILA EURO PER I TEATRI DI TRADIZIONE”, MA C’E’ LA SMENTITA

di Arianna Iannotti

26 Agosto 2015 19:21

Chieti - Cultura

CHIETI – Il Teatro Marrucino di Chieti perde il finanziamento nazionale da oltre 100 mila euro relativo alla qualifica di teatro di tradizione.

La notizia è arrivata dal capogruppo di “Chieti per Chieti” Luigi Febo, e da quello del Partito democratico Chiara Zappalorto, che hanno puntato il dito contro il Comune per accusare la maggioranza di cattiva gestione anche per quanto riguarda il teatro.

Ma la notizia non ha fatto in tempo a fare il giro della città che subito è stata smentita dall’onorevole Fabrizio Di Stefano (Forza Italia) ex consigliere delegato al teatro Marrucino, che ha appena presentato la propria candidatura a entrare nel Consiglio d’amministrazione dell’istituzione teatrale, Cda che il sindaco, Umberto Di Primio, deve rinnovare a breve. 





La notizia da cui partono Febo e Zappalorto è comunque un fatto oggettivo e incontestabile: il teatro teatino, proprio come è accaduto a quello di Lecce, è uscito fuori dall’elenco dei teatri di tradizione cui il ministero assegna il finanziamento.

Il 5 agosto è stato pubblicato sul sito del ministero per i Beni culturali il decreto direttoriale numero 949 del 31 luglio 2015 di attribuzione delle risorse destinate ai progetti triennali per il triennio 2015-2017 e ai relativi programmi annuali per il 2015 proposti dai 29 teatri di tradizione italiani. Solo quelli di Chieti e Lecce sono stati esclusi.

Su cosa questa esclusione significa, invece ci si può dividere. Per Febo e Zappalorto il Marrucino è stato “escluso dai finanziamenti 2015 destinati ai teatri di tradizione  perché non ha i requisiti minimi richiesti dal ministero per accedere ai fondi relativi ai programmi annuali”.

“A graduatorie pubblicate, l’8 agosto scorso – dicono i due consiglieri – l’onorevole Di Stefano, il sindaco Di Primio e i direttori artistico e amministrativo Ettore Pellegrino e Cesare Di Martino parlavano del futuro del teatro, dimenticandosi questo piccolo particolare. Oppure non lo sapevano?  Gravissime entrambe le cose”.





“Luigi Febo – dice invece Di Stefano – evidentemente non ancora ripresosi dalla scoppola elettorale, appare molto confuso. Non comprende infatti  il decreto ministeriale che non mette assolutamente in discussione il titolo di Teatro della Tradizione, attribuito al Marrucino, tra l'altro  grazie ai governi di centrodestra, così come il finanziamento ministeriale per la lirica. Come precisato dal direttore amministrativo, infatti, il finanziamento è semplicemente stato spostato da un paragrafo a un altro delle risorse ministeriali, nello specifico sulla “lirica ordinaria”.

E dunque, secondo Di Stefano, in realtà il Marrucino non perde i finanziamenti ministeriali. Bisognerà ora vedere quanti ne avrà assegnati con questo diverso canale di finanziamenti.

Che non perda il titolo di teatro di tradizione, è comunque certo. Che non lo perderà neanche a partire dal prossimo anno, questo, invece, è tutto da vedere e il fatto che l’istituzione culturale teatina sia finita fuori dall’elenco dei finanziamenti per i teatri di tradizione qualche preoccupazione certamente la desta.

Toccherà al territorio, se avrà forza e unità d’intenti, difendere sui tavoli romani il destino della prestigiosa e antica istituzione culturale teatina.

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