CENTRO DIABETE POPOLI: GRAVI DISSERVIZI, CID, ”CHI NON HA MEZZI RINUNCIA A CURE”

17 Ottobre 2019 16:07

Pescara -

POPOLI – Ben tre medici in pensione, che non sono stati sostituiti, visite di controllo non prenotabili al cup e quindi niente visite di controllo, con conseguente impossibilità di portare avanti il piano terapeutico.





Queste le condizioni del centro Diabete dell'ospedale di Popoli, della Asl di Pescara. A denunciare la situazione, in una nota, è il Centro iniziativa diabete Alta Val Pescara-Val Tirino.

“La visita diabetologica specialistica è indispensabile per la prevenzione e per la cura delle diverse forme di diabete al fine di assicurare ai pazienti una corretta prescrizione e dispensazione dei farmaci. Quando si parla di salute è sempre valido il principio 'prevenire è meglio che curare' quindi, prima che si cominci a parlare dell’esclusione del presidio di Popoli dalla rete dei centri diabetologici della regione Abruzzo, è opportuno segnalare ciò che sta accadendo ai pazienti in cura presso il Servizio Diabetologico dell’Ospedale di Popoli”, si legge nella nota.





“Ben tre medici sono andati in pensione e non sono stati sostituiti. Ad oggi – viene spiegato – non sono state attivate le necessarie procedure per l’inserimento di personale medico. Centinaia di pazienti già in cura non possono prenotare le visite diabetologiche di controllo perché il Cup – Centro Unico Prenotazioni non dispone dei calendari delle visite da effettuarsi a Popoli. Molti di questi pazienti necessitano di rinnovo del Piano Terapeutico che ha una validità limitata. Senza visite di controllo niente piano terapeutico, niente farmaci e niente presidi per diabetici (siringhe e aghi per insulina, lancette pungidito, strisce reattive per glicemia)”.

“Questa situazione sta portando danni incalcolabili alla salute dei cittadini di tutto il comprensorio di Popoli e dell’alta Val Pescara e della Val Tirino. Oggi sappiamo che molti non possono permettersi lo spostamento in altri centri e pertanto stanno rinunciando a curarsi. Anziani, soprattutto anziani, ma anche pazienti giovani e disoccupati dimenticati anche nella difficoltà della cura di una malattia che non si può combattere senza la prevenzione e la sensibilità di chi ha il dovere di prendere decisioni”, conclude la nota.

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