NIDOLI (FUTURIS): ''AUTORIZZATI, SE CI DANNEGGIANO CHIEDEREMO RIMBORSO''

CENTRALE BIOMASSE L’AQUILA, L’AZIENDA: ”NON INQUINA E CREERA’ 100 NUOVI POSTI”

di Marianna Galeota

11 Dicembre 2013 08:04

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – “La centrale a biomasse non è dannosa per la salute pubblica e per il territorio. Il nostro progetto darà un centinaio di posti di lavoro e stimolo all'economia. Ho la presunzione di pensare che sarà un piccolo passo verso un avvenire sano e sereno”.

Così in una intervista con AbruzzoWeb a 360 gradi, Antonio Nidoli, consigliere d'amministrazione della Futuris Aquilana, l'azienda che dovrebbe costruire la centrale a biomasse nella zona industriale di Bazzano, all'Aquila, risponde con la volontà imprenditoriale di chi vuole “fare bene e nel pieno rispetto delle leggi” a quanti, tra comitati e politici, in questi ultimi mesi stanno osteggiando la realizzazione dell'impianto, ritenuto “dannoso” per la salute pubblica e mancante di pareri giudicati fondamentali.

Un giudizio negativo è arrivato, lo scorso 14 novembre, dal Consiglio comunale del capoluogo che ha approvato all'unanimità la mozione contraria alla localizzazione dell'impianto nella zona Est della città a firma del capogruppo di Rifondazione comunista, Enrico Perilli, presidente della II commissione (Territorio).

Oltre alla verifica approfondita e definitiva della procedura che ha portato all’autorizzazione Unica regionale, nella mozione si impegnano il sindaco Massimo Cialente e la Giunta a richiedere alla Regione Abruzzo la convocazione di una nuova conferenza interistituzionale dei servizi per discutere tutti gli aspetti legati anche al piano di approvvigionamento di materiale da bruciare in centrale, ascoltando anche i Parchi e gli usi civici, lasciati fuori dalla prima conferenza.

Un provvedimento che, secondo Nidoli, “non avrà alcun effetto su un’autorizzazione pienamente legittima” ed è inoltre “basato su informazioni tecniche sbagliate in modo così evidente da svuotarlo di ogni significato”.

L'esponente del Cda Futuris, inoltre, conferma che se la mozione dovesse causare “danni economici o di immagine”, la società chiederà un rimborso come previsto dalla legge.

Nel frattempo, la battaglia dei comitati 'no biomasse' non si ferma: sono oltre 5 mila le firme raccolte contro la realizzazione della struttura, perché la centrale sarebbe troppo vicina alle abitazioni e a un nucleo industriale sempre più inurbato.

Un'altra mozione contraria alla centrale sarà presto portata in Consiglio provinciale, a firma dei consiglieri Pierpaolo Pietrucci, Paolo Federico, Fabrizio D’Alessandro e appoggiata dall'assessore alla Ricostruzione Guido Liris, che ricalca a grandi linee quella già votata a Villa Gioia.

Dopo lo stop del Consiglio comunale, Futuris Aquilana sta valutando se esistono gli estremi per una richiesta di danni. Perché? Di che tipo di danni si tratterebbe?

L'ordine del giorno è solo un atto di indirizzo che non ha alcun effetto su un’autorizzazione pienamente legittima. Tra l’altro è basato su informazioni tecniche sbagliate in modo così evidente da svuotarlo di ogni significato. Prima della votazione abbiamo informato i consiglieri di questi errori, non per far cambiare loro opinione, ma per riportare il dibattito sul piano della verità. Tuttavia se l’ordine del giorno, così come altri episodi, causerà danni economici o di immagine, la società chiederà un rimborso come previsto dalla legge.





I comitati contestano l’iter burocratico che ha portato il territorio ad avere una centrale a biomasse, ritenuta da tutti dannosa. Contestano nello specifico l’Autorizzazione unica regionale, ottenuta da una Conferenza dei servizi alla quale non hanno partecipato né i Parchi, né gli usi civici. Pareri imprescindibili, secondo i comitati, per quanto riguarda l'approvvigionamento  di biomasse. Cosa ne pensa?

La centrale non è dannosa per la salute pubblica e per il territorio. A confermarlo sono i 23 pareri favorevoli rilasciati nella conferenza dei servizi, e il Cetemps dell’Università dell’Aquila, il cui studio era stato considerato la fine del progetto spingendo a chiedere la revoca dell’autorizzazione per motivi di salute pubblica. Ebbene nel 2013 è stata pubblicata una revisione in cui gli stessi autori confermano che la centrale non causerà alcun superamento della soglia di attenzione per la salute pubblica. Nella Conferenza dei servizi non è mancato nessun ente e nessun parere imprescindibile: è la norma a indicare quali debbano essere i partecipanti e i pareri. E poi l'11 novembre 2010, la Regione, su richiesta del Comune, ha avviato un tavolo tecnico interistituzionale per riesaminare l'iter, conclusosi nel luglio del 2011 con la conferma dell’autorizzazione.

Le biomasse non basterebbero: stando ai piani di assestamento del Corpo Forestale, il milione di tonnellate che occorrerebbe per le 14 centrali previste in Abruzzo non sarebbe presente sul territorio, che disporrebbe di sole 90/100 mila tonnellate. In questo caso, cosa si andrebbe a bruciare? I comitati temono che finiscano tra le fiamme i rifiuti solidi urbani e quindi l'immissione nell’aria di fumi deleteri per la salute.

La centrale non potrà mai funzionare con i rifiuti senza rompersi, quindi questa possibilità non esiste. Poi ci sono biomasse a sufficienza. Oltre a quelle raccolte nei boschi, le centrali usano sottoprodotti che derivano dall’agricoltura, dalle potature, dalle segherie. Le 90/100.000 tonnellate che avete citato si riferiscono alle sole biomasse raccolte nei boschi. Siamo stati molto più severi e ne abbiamo considerati disponibili solo 53.000 al netto delle pinete. Responsabile delle risorse forestali è la Regione che ha pubblicato le “linee di indirizzo per la programmazione regionale nel settore forestale” che ammettono e quantificano il prelievo di biomassa a fini energetici. Secondo questa guida, gli ettari di bosco utilizzabili sono 320.000, mentre noi ne consideriamo solo 270.000, ben 50.000 in meno.

Le centrali a biomassa previste in Abruzzo non sono 14, ma 5, per un totale di 16,8 MW e non 70. Sono 7 se consideriamo due impianti che usano biomasse diverse: vinacce e sansa. Per farle funzionare servono circa 180 mila tonnellate, mentre nel nostro bacino, che non si sovrappone completamente a quello delle altre centrali, sono disponibili quasi 290 mila tonnellate. Sono dati verificabili, visto che abbiamo indicato la fonte e le metodologie di stima. Cosa che non tutti qui all’Aquila hanno fatto. Saranno poi le centrali in corso di autorizzazione a dover tener conto della disponibilità residua.

La centrale dovrebbe nascere in zona B del piano paesistico del fiume Aterno, il che necessiterebbe della verifica di compatibilità ambientale, di cui all'articolo 8 delle Norme tecniche coordinate del piano vigente. Cosa ne pensa al proposito?

Il percorso autorizzativo ha tenuto conto di tutti gli aspetti tecnici, anche quelli legati al sistema dei vincoli. Proprio per questo con il progetto abbiamo consegnato anche una “Relazione di fattibilità ambientale”, come previsto dalle norme, in cui si è tenuto conto delle distanze dalle aree protette e di tutta la vincolistica esistente, regionale, provinciale e comunale.

Altro nodo da sciogliere: nel progetto il locale di stoccaggio delle biomasse è sotto il livello della campagna, non conforme quindi al Piano stralci alluvione, all'articolo 21 e 22, che vieta di costruire piani interrati in zone alluvionali. È così?

No. Il locale di carico delle biomasse è un volume tecnico senza soffitto che non prevede la presenza di personale e per questo ammesso dal piano stralcio alluvione.

La centrale è osteggiata dal Comune e, probabilmente lo sarà anche dalla Provincia. Il primo ente ha già espresso un indirizzo politico contrario, la seconda voterà a breve la mozione in Consiglio, in attesa del pronunciamento del Tar. Come avete intenzione di muovervi?

Andando avanti nella costruzione della centrale nel pieno e totale rispetto delle leggi e raccontando la verità con informazioni certe e verificabili.





Cosa vi aspettate invece dal Tar?

Che emetta una sentenza nel merito. I ricorrenti sembrano più orientati a ritardare il giudizio con il deposito, ormai sono già due volte, di motivi aggiunti il giorno prima dell’udienza. Noi abbiamo rinunciato al tempo concesso dalla legge per l'esame dei motivi aggiunti pur di avere una sentenza. Peccato che i ricorrenti non siano stati dello stesso avviso.

L'assessore Guido Liris ha parlato di paura, da parte della Futuris, di affrontare l'argomento politico dopo una vostra smentita a questo giornale riguardo l'intervista da lui rilasciata. Per le autorizzazioni, la Futuris ha infatti interloquito con i vertici delle amministrazioni comunali, provinciali e regionali che nel 2008 erano guidate rispettivamente da Massimo Cialente come sindaco dell'Aquila, Stefania Pezzopane come presidente della Provincia e Ottaviano Del Turco a capo della Regione.

Preferiamo dedicarci a creare industria, posti di lavoro e ricchezza per questo Paese, guadagnando il giusto nel totale rispetto della legge e dell’ambiente. Dovrebbe bastare questo per consentire a un investitore di realizzare una nuova industria.

Le sembra un voltafaccia repentino quello delle istituzioni che vi hanno concesso le autorizzazioni e che oggi ritrattano le loro posizioni?

Non conosciamo le dinamiche elettorali tra maggioranze e opposizioni, tra sinistra e destra. Quello che noi capiamo è il rispetto delle leggi che deve valere per noi, ma anche per chi ha scelto l’arte della politica. Ovvio che non ci fermeremo e se qualcuno non rispetterà le leggi chiederemo danni e riparazioni.

A prescindere dalla burocrazia e dalla politica, siete davvero interessati a ciò che la popolazione desidera per il suo territorio?

Certamente. Qui come altrove le persone vogliono tutela, benessere, sicurezza, posti di lavoro e un avvenire sano e sereno per i propri figli. Ho la presunzione di pensare che il nostro progetto, che non crea rischi per la salute, che darà un centinaio di posti di lavoro, che sarà da stimolo all’economia e alle imprese locali, che potrà dare calore a case e industrie a un prezzo inferiore, che trasferirà 2,5 milioni di euro l’anno ad agricoltori e operatori forestali aquilani, sia un piccolo passo in questa direzione.

Fareste un incontro pubblico per esprimere il vostro punto di vista e dire la vostra, ascoltando anche le esigenze dei cittadini?

Ne abbiamo già fatti, e saremo sempre a disposizione di chiunque per parlare del progetto. Come abbiamo scritto ai consiglieri comunali non vogliamo far cambiare idea a nessuno. Chiediamo solo che le opinioni siano basate su fatti veri e non falsati per accendere le emozioni o per richiamare l’attenzione.

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI:


    Abruzzo Web