VIAGGIO NEL CRATERE/43. IL SINDACO DE ROSA, ''LA MIA PROPOSTA DI NORMA''

CASTELLI: ”PER RICOSTRUIRE SERVONO ANCORA I PRECARI”

di Stefano Castellani

8 Gennaio 2013 08:04

Teramo - Gallerie Fotografiche

CASTELLI – Castelli, in provincia di Teramo, tra i borghi più belli d’Italia, il terremoto del 6 aprile 2009 ha provocato diversi danni, anche se fortunatamente non ci sono state vittime.

Castelli sorge ai piedi del Gran Sasso a 500 metri sul livello del mare, in posizione apicale alla vallata del Vomano, è uno dei paesi più antichi e dell’Appennino teramano.

Il sindaco è il cinquatonovenne Enzo De Rosa, eletto il 16 maggio 2011.

De Rosa racconta ad AbruzzoWeb i danni del sisma di quasi quattro anni fa e i problemi dell'iter della ricostruzione chiedendo al ministro uscente Fabrizio Barca ”l'approvazione di una norma legislativa, come completamento e chiarimento alla legge, che dia la possibilità agli uffici già costituiti all'interno dei Comuni e, comunque ai Comuni che abbiano l'intenzione di avvalersene, di continuare il vaglio delle istruttorie delle pratiche progettuali e del mantenimento dei tecnici precari già occupati fino alla messa a regime degli uffici delle aree omogenee”.

Quali danni ha fatto il terremoto?

I danni maggiori sono relativi al centro storico che attualmente è pressoché disabitato. Le frazioni, poi, sono state interessate da danni strutturali alle abitazioni.





Com'è stata risolta l'emergenza abitativa?

Sono stati costruiti 32 Map. Altri miei cittadini si sono arrangiati con l'autonoma sistemazione.

Quali sono le condizioni della zona rossa?

La zona rossa, quella relativa al centro storico, data la lentezza dei piani di ricostruzione, flemma comune a tutti paesi del “cratere”, oggi è ferma. Infatti bisogna precisare che un Comune solo possiede il Pdr approvato dall'ufficio sisma centrale e nessuno è partito con i lavori di riferimento.

A che punto è il piano nel suo Comune?

Il piano di ricostruzione è stato redatto e presentato pubblicamente alla cittadinanza per le osservazioni lo scorso 27 dicembre.

A oggi, qual è il problema più urgente da affrontare?





L'inizio dei lavori di ricostruzione del centro storico, che purtroppo non dipende dai Comuni ma dalla ricostituzione degli uffici sisma.

Cosa vorrebbe dire al ministro uscente Fabrizio Barca, inviato del Governo per la ricostruzione?

Chiedo una nuova norma per proseguire l'opera di ricostruzione e in particolare iniziare quella relativa ai centri interni alla perimetrazione, che si andrà a bloccare per tempi inimmaginabili a causa della costituzione dei nuovi uffici delle aree omogenee e della loro messa a regime, come previsti e ordinati dal decreto-legge numero 83, coordinato con la legge di conversione numero 134. In particolare, la possibilità agli uffici già costituiti all'interno dei Comuni e comunque ai Comuni che abbiano l'intenzione di avvalersene, di continuare il vaglio delle istruttorie delle pratiche progettuali e del mantenimento dei tecnici precari già occupati fino alla messa a regime degli uffici delle aree omogenee.

Una norma simile, nel rispetto degli articolati della legge 134, potrebbe essere inserita come disposizione transitoria in atti e procedure da individuare, come per esempio nella normativa d'attuazione, nel protocollo d'intesa, nel decreto legge, disposizioni transitorie e nel testo unico all'articolo 67 sulle disposizioni transitorie e finali. Altrimenti, qualora questa norma non venisse discussa e approvata, si arriverebbe al licenziamento immediato del personale tecnico oggi utilizzato nei nostri uffici comunali, oggi già prorogati al 28 febbraio a causa della mancata costituzione degli uffici zonali e centrali.

Quanto ci vorrà per ricostruire il suo paese?

I lavori che riguardano alcuni aggregati e abitazioni fuori della perimetrazione sono in corso. Alcuni progetti devono essere ancora vagliati e approvati dal nostro ufficio tecnico comunale, fin che gli verrà garantita l'esistenza, oggi così gravemente minacciata. Non esistono previsioni attendibili sui tempi occorrenti alla ricostruzione all'interno della perimetrazione, dove è necessario avere il piano di ricostruzione approvato dall'ufficio sisma del Coordinamento centrale, a causa della labilità delle azioni messe in campo dal Governo che non offrono certezze sia sulla tempistica e sia sull'effettivo funzionamento degli uffici che, oggi, ripetiamo, si devono ancora costituire.

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