CASEMATTE: GIUDICE STOPPA DOMANDE ALLA GUZZANTI, ”VIAGGIO INUTILE”

31 Ottobre 2014 18:05

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – “La mia testimonianza è durata molto poco perché il giudice ha dichiarato inammissibili praticamente tutte le domande che mi dovevano fare, me ne hanno rivolte solo due o tre: è stato un viaggio un po’ inutile”.

Così l’attrice Sabina Guzzanti racconta ad AbruzzoWeb la brevissima deposizione rilasciata oggi al processo per l’occupazione dell’edificio di proprietà dell’Azienda sanitaria locale che è stato rinominato “Casematte”, nell'udienza dedicata ai testimoni della difesa. Al termine delle deposizioni, il dibattimento è stato aggiornato al prossimo 6 febbraio.

Nel procedimento giudiziario sono imputate 11 persone, accusate di invasione di edifici pubblici, mentre la Asl si è costituita parte civile chiedendo un risarcimento di 50 mila euro.

“A Casematte sono andata a girare qualcosa, a seguire qualche dibattito, un po’ come molti aquilani, non ho vissuto in prima persona le vicende della sua occupazione”, prosegue la Guzzanti che racconta anche di come ci sia stato “un battibecco tra il giudice che dichiarava inammissibili le domande e l’avvocato che non era d’accordo”.

L’Aquila, “per quel poco che ho visto è sempre uguale, ma non ho fatto un giro per la città” mentre la regista del discusso docufilm sul post-sisma Draquila non vuole raccontare i contenuti del breve colloquio avuto con il sindaco del capoluogo, Massimo Cialente: “Adesso non ci allarghiamo, non c’è alcuna notizia in quello che ci siamo detti”, conclude.





La Guzzanti era stata citata “perché nella fase del post-terremoto è stata in città diverse volte, partecipando a eventi che si sono tenuti proprio a Casematte”, aveva spiegato alla vigilia l’avvocato della difesa, Gregorio Equizi, ma il giudice di questo procedimento Giuseppe Grieco non si è trovato troppo d’accordo.

Chiaro come si trattasse di una deposizione tesa più a dare rilevanza mediatica a questo processo che non a conseguire risultati sul piano testimoniale ma il magistrato è stato molto severo tanto che, da quanto si è appreso, a un certo punto ha anche allontanato alcune telecamere dall'aula.

Tra gli altri testimoni della difesa, l’ex direttore generale della Asl, Roberto Marzetti, predecessore di Silveri, ha dichiarato di aver avuto rapporti con il Comitato 3e32 con il quale si sarebbero gettate le basi per formalizzare l’accordo prima del termine del suo mandato.

Il già citato Cialente ha ribadito che si era interessato per consentire la presenza del Comitato con note alla Asl e incontri. Il primo cittadino ha affermato anche di aver chiesto alla Asl di assegnare lo spazio al Comune per affidarlo ad associazioni.

L’antropologo Antonello Ciccozzi ha rilevato come la vicenda giudiziaria si possa parafrasare in una persona che presta la propria automobile e poi ne denuncia il furto mentre il dottor Alessandro Sirolli del Centro diurno psichiatrico ha evidenziato come grazie al Comitato sia stata fatta anche terapia a pazienti psichiatrici.

Fonti difensive hanno espresso soddisfazione rilevando come in questa udienza sia stato sostanzialmente legittimato l’accesso degli imputati all’area. Alberto Orsini





IL PROCESSO

Alla sbarra ci sono Francesco Camizzi, Marco D’Antonio, Alessio Di Giannantonio, Alessandra Di Vincenzo, Giuseppe Gasbarri, Mattia Lolli, Marco Sebastiani, Gianluca Taralli, Alessandro Tettamanti, Sara Vegni e Angelo Venti.

Inizialmente gli imputati erano 12 ma uno di loro, Fabrizio Pambianchi, si è tolto la vita nel novembre 2013.

Dopo l’occupazione, lo spazio di Casematte è stato rimesso a nuovo e trasformato in una sorta di bar autogestito, sala concerti, zona per attività artistiche e culturali e punto d’aggregazione.

Negli anni ha acquisito una sua dignità, tanto da essere citato anche nel Piano di ricostruzione del Comune dell’Aquila.

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