CASA STUDENTE IN CASSAZIONE: DA CANZIO A SCHIRO’ QUANTI EX, E PICUTI ESULTA

11 Maggio 2016 22:10

L'Aquila - Cronaca, Video

dal nostro inviato

ROMA – “In bocca al lupo, fatemi sapere come è andata”.

Il saluto, prestigioso e mattiniero, ai primi legali giunti tra i tanti del processo Casa dello studente è di un viso familiare: quello di Giovanni Canzio, per un biennio presidente della Corte d'Appello aquilana e ora al “Palazzaccio” sullo scranno più alto, quello di primo presidente.





Per la Grandi rischi in piazza Cavour c'erano i comitati, gli ultrà del calcio, gli striscioni, stavolta nessuno sfida la solennità senza tempo della Suprema Corte.

Un altro viso familiare che si incontra in ascensore, ma che gira a largo dall'aula “Tartaglione”, molto più piccola dell'aula magna e piena all'inverosimile, è quello di Stefano Schirò, che nel capoluogo, da successore di Canzio, ha difeso l'operato dei giudici aquilani d'Appello dopo le assoluzioni nel processo Grandi rischi, poi divenute definitive, contestando la rivolta di piazza, lui invece è divenuto presidente del settore manutenzione del palazzo.

L'udienza è convocata alle 10, ma si comincia solo alle 12.20 perché c'è prima una quindicina di cause da trattare.

“Conosciamo perfettamente il processo e tutti i motivi di ricorso, quindi è inutile che ci ripetiate cose note”, l'avvertimento del presidente del collegio Rocco Blaiotta, che vuole fare alla svelta e pungola gli avvocati.





“Abbiamo capito i motivi del suo ricorso, ce li ha detti tre volte”, dirà al difensore Mercurio Galasso. Assiste in silenzio, invece, al breve sfogo dell'avvocato Angelo Colagrande, che quasi si commuove a ricordare le giovani vittime e il terremoto che “non è stato come il rumore del tram sul lungotevere”.

Tanti i familiari che restano senza fiato quando il sostituto procuratore generale Oscar Cedrangolo chiede “l'annullamento con rinvio”, poi si capisce che riguarda solo le attenuanti e comunque la richiesta è di confermare le condanne. Alla fine la gioia dei tanti familiari delle vittime presenti.

Che coinvolge, pur nell'istituzionalità del ruolo, anche il sostituto procuratore che ha dato vita a questa e altre inchieste, Fabio Picuti. “Mi fa piacere che da questo lavoro sia emersa una risposta certa che la Cassazione ha dato in sette anni, un tempo abbastanza breve – dichiara ad AbruzzoWeb – Il compianto procuratore Alfredo Rossini diceva che dovevamo cercare risposte e per la Casa dello studente e il Convitto c'è stata una risposta certa. Mi dispiace per gli imputati perché nessuno gioisce delle condanne”, conclude. Alberto Orsini

 

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