SIT-IN SOSPESO DOPO INVITO DEL MINISTRO AL ROMA PER IL 5 LUGLIO NAZZARRO, ''RIVEDERE CONVENZIONE'', SECA, ''COSTI NON PIU' SOSTENIBILI''

CAROPEDAGGI A24-A25: SINDACI, ”ATTENDIAMO SOLUZIONI DA MINISTRO, LOTTA NON SI FERMA”

di Filippo Tronca

27 Giugno 2018 21:00

Regione - Politica

CARSOLI – Il 5 luglio prossimo potrebbe essere una data decisiva per la battaglia dei sindaci abruzzesi e laziali contro l’aumento record dei pedaggi sulle autostrade A24 e A25.

Il ministro alle infrastrutture pentastellato Danilo Toninelli in quella data riceverà infati a Roma una delegazione di primi cittadini, come ha comunicato ieri pomeriggio alla coordinatrice della mobilitazione, il sindaco di Carsoli (L’Aquila) Velia Nazzaro, poche ore prima del sit in annunciato per oggi fuori il ministero, e che per tale ragione è stato annullato.

Ad Abruzzoweb però sia Nazzarro, che il sindaco di Castelli Rinado Seca, portavoce dei colleghi del teramano, dicono chiaro e tondo.

“Il ministro nella mail che ci ha inviato ha detto che ha già fatto avviare l’istruttoria per studiare una soluzione. Non ci accontenteremo dunque di promesse, ci aspettiamo fatti concreti, riprenderemo la mobilitazione”.

Sono del resto un ottantina i sindaci inviperiti contro gli aumenti dei pedaggi sulle autostrade A 24 e A25, gestita dalla società privata Strada dei Parchi, che fa parte del gruppo industriale dell’abruzzese Carlo Toto.

Loro obiettivo è ottenere il congelamento di tale aumento del 12 per cento, e una riduzione tariffaria almeno per i pendolari, attraverso abbonamenti calmierati. Una misura annunciata a gennaio, ma mai diventato realtà.





Molti primi cittadini abruzzesi e laziali hanno poi in queste settimane presentato richieste di accesso agli atti, per conoscere il testo della convenzione con la quale l’Anas concesse, nel 2001, al Gruppo industriale Toto la gestione delle A24-A25.

“Chiediamo anche l’istituzione di un tavolo – spiega Nazzarro – per ridefinire i criteri di concessione, e al fine di garantire una tariffa adeguata per un'area interna svantaggiata. Chiediamo al nuovo governo anche una legge ad hoc che modifichi gli attuali criteri concessori, con tariffe a carico della fiscalità generale, come del resto può essere previsto dalla legge sui Piccoli Comuni, recentemente approvata”.

E ancora, uno degli obiettivi è anche quello del “declassamento della tratta A24 da 'montano' a 'non montano', nel suo tratto laziale e di pianura, e che prevede, visto che serve meno manutenzione, tariffe più basse”.

Infine spiega il sindaco di Carsoli: “pretendiamo di prendere visione della convenzione originale, diritto che ci è incomprensibilmente negato dai dirigenti del Ministero. Ed è per questo che stiamo preparando un ricorso al Tribunale amministrativo regionale”.

Per i sindaci abruzzesi questa è del resto una battaglia di vitale importanza, e le ragioni le riassumono sia Nazzarro, per la rea marsicana e della Piana del Cavaliere, che il sindaco Seca, per l’area teramana.

“Nel nostro territorio ci sono tantissimi pendolari che vanno a Roma e anche a L’Aquila per studio e lavoro – osserva Nazzarro – , e dover pagare pedaggi che sono tra i più cari d’Italia, rappresenta un impoverimento per le famiglie e per tutta l’economia locale. Carsoli, si dice, è la porta dell’Abruzzo, ma così questa porta rischia di rimanere chiusa: la distanza tra noi e Roma è di appena 40 chilometri, ma se si usa l'autostrada si spendono oramai 14 euro andata e ritorno, più di quello che si spende per il carburante. Un  costo non giustificato, visto che l’A24 nel tratto Roma Carsoli, ricordo nuovamente,  non è di montagna”.

Rincara la dose il sindaco di Castelli, centro teramano che tra l’altro è stato colpito duramente dai terremoti dell’aprile 2009 e del gennaio 2016.





“A Toninelli diremo che la gestione di questa autostrada deve tornare all’Anas, in mano pubblica. E occorrerà capire come fare, tenuto conto che si rischia di andare incontro a penali salatissime da versare al gestore privato. Un discorso avviato con l’ex ministro Graziano Delrio, e che ora auspichiamo venga portato avanti da Toninelli”.

Anche per Seca i super pedaggi sono una jattura.

“Dico solo questo: da gennaio, dopo gli ennesimi aumenti sulla A24, si è registrato un sensibile aumento di traffico sulla provinciale 491. E’ quella dei pendolari che non si possono più permettere di prendere l’autostrada. Tutto ciò è paradossale: abbiamo un’infrastruttura strategica, costruita con i soldi degli italiani, e molti italiani non se la possono più permettere”.

“E poi vogliamo parlare del danno che sta subendo il turismo, linfa vitale per noi, che siamo un comune terremotato che però rimane un polo mondiale della ceramica artistica? Alla a24 per arrivare da Roma e per andarci, del resto non ci sono alternative, sia stradali che ferroviarie”, conclude il sindaco.

A metà giugno anche Strada dei Parchi ha preso posizione sulla vicenda, ricordando che la società “non decide, né potrebbe farlo, gli aumenti tariffari: essi sono frutto di scelte del Governo come previsto dal contratto di concessione pubblicato sul sito del Ministero delle Infrastrutture, in un documento consultabile da ogni cittadino. È quindi la legge che stabilisce i criteri per la determinazione delle tariffe”.

“In fondo, pedaggi più bassi – ha aggiunto nella nota – sarebbero nell’interesse di Strada dei Parchi in quanto potrebbero favorire un aumento del traffico autostradale. Va ricordato, inoltre, che quasi il 57 per cento dell’importo del pedaggio finisce alla parte pubblica e che Strada dei Parchi su ogni euro incassa effettivamente solo 43 centesimi, con cui deve garantire il servizio, i dipendenti, la manutenzione, la sicurezza, la remunerazione degli investimenti e tutto quanto è necessario all’autostrada – si legge ancora nella nota -. Strada dei parchi ricorda come l’autostrada percorre un territorio montuoso, complesso (153 viadotti e 54 gallerie) e soggetto a scosse sismiche”.

 

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