CARICHIETI: BANKITALIA SI DIFENDE IN COMMISSIONE, ”GOVERNANCE INADEGUATA”

12 Dicembre 2017 13:46

Chieti - Economia

ROMA – “La governance delle quattro banche è risultata fortemente inadeguata in tutte le sue articolazioni”.

È quanto ha detto il capo della Vigilanza di Bankitalia Carmelo Barbagallo in audizione presso la commissione banche su Banca Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti.

Barbagallo ha precisato che “sulla qualità della governance di tre di queste banche (Marche, Chieti e Ferrara) ha inciso la strategia delle Fondazioni, volta a conservare un ruolo dominante; ne sono conseguiti una riluttanza a ricorrere al mercato dei capitali e atteggiamenti ostili a soluzioni aggregative. Di segno non diverso i problemi della Popolare dell'Etruria, dove al debole controllo degli azionisti ha fatto riscontro l'autoreferenzialità dei vertici aziendali, decisi a mantenere condizioni di autonomia anche a fronte di una situazione sempre più critica”.

Barbagallo ha sottolineato che ''la crisi delle quattro banche poste in risoluzione il 22 novembre 2015 trae origine da cause comuni: governance inadeguata, politiche di erogazione imprudenti, comportamenti irregolari. La crisi economica ha fatto deflagrare fragilità già esistenti impedendo, in un contesto normativo europeo radicalmente mutato, l'utilizzo degli strumenti di soluzione delle crisi sperimentati in passato''.

Parlando in particolare delle carenze nella governance, il capo della Vigilanza di Bankitalia ha quindi spiegato che ''la proprietà non ha svolto il ruolo di selezione e vaglio dei vertici aziendali; il Consiglio di amministrazione e il management non hanno realizzato un modello di gestione sano e prudente; i meccanismi di controllo interno non hanno funzionato''.





Dunque, come riscontrato nelle altre banche in crisi, ha sottolineato, “le insufficienze della governance si sono tradotte in una scadente qualità del credito, che ha risentito di cattiva organizzazione, pratiche inadeguate, violazioni di norme e regolamenti”.

Quanto ai crediti deteriorati delle quattro banche, Barbagallo ha ricordato che in tempi diversi hanno raggiunto “percentuali almeno doppie rispetto a quelle del sistema bancario, determinando tensioni di liquidità e pesanti perdite patrimoniali, all'origine del dissesto”.

Parlando dell'insufficiente risposta del management delle 4 banche Barbagallo ha precisato che “i rafforzamenti patrimoniali non si sono talvolta nemmeno realizzati; i ricambi degli esponenti di vertice non ne hanno migliorato i comportamenti; la pervicace difesa dell'autonomia ha scoraggiato la ricerca di potenziali acquirenti”. Ricordando poi che le banche “sono imprese” e che proprio per questo la Vigilanza non può sostituirvisi, il responsabile di Bankitalia ha osservato che “la Vigilanza ha il compito di far emergere i problemi, di stimolare gli interventi necessari affinché essi vengano risolti e non si ripetano”.

Ma perché ciò accada è indispensabile la collaborazione degli organi aziendali: “Gli azionisti di maggioranza devono consentire che la banca diventi contendibile se non hanno risorse sufficienti per sostenerla; l'assemblea dei soci deve sostituire con soggetti adeguati gli organi amministrativi e di controllo che si rivelino inadatti; il Consiglio di amministrazione e il Collegio sindacale devono intervenire sulla Direzione quando le criticità sono ascrivibili a quest'ultima”.

Secondo Barbagallo, “nella nostra esperienza sono minoritari i casi in cui tutti i livelli di responsabilità aziendali si mostrano refrattari a sanzioni, raccomandazioni e prescrizioni della Vigilanza. In questi casi non resta che disporre, al ricorrere delle condizioni di legge, gli interventi di rigore: dal commissariamento alla liquidazione. Da quel momento la crisi è conclamata, anche se l'autorità di Vigilanza ha fatto, tempo per tempo, quanto possibile per evitarla. Questo – ha conlcuso – è quanto accaduto per le quattro banche, di cui è stata disposta l'amministrazione straordinaria all'emergere dei presupposti di legge”.

Il provvedimento di risoluzione delle quattro banche è stato “gravoso per gli azionisti, per i sottoscrittori di obbligazioni subordinate, per il sistema bancario”, tuttavia “sono state evitate due soluzioni alternative ben più distruttive: il bail-in o la liquidazione coatta”, ha detto ancora il capo della Vigilanza di Bankitalia precisando che “in entrambi i casi le conseguenze sistemiche sarebbero state ben più gravi rispetto a quella della risoluzione”.





Nella vicenda della crisi di Banca Etruria, Banca Marche, Cariferrara, e Carichieti “la collaborazione con la Consob, che ha avuto a disposizione a partire dal protocollo 2012, un flusso continuo di dati economici, patrimoniale, di rischiosità, si è svolta nell'alveo di una prasi generalizzata e degli accordi esistenti, che prevedono comunicazioni di sintesi dell'azione di Vigilanza”.

“Dal 2008 fino al commissariamento sono state condotte 18 ispezioni, equamente distribuite tra le quattro banche. È grazie ad esse che sono emersi i problemi”, ha detto Barbagallo, precisando che “ai primi esiti negativi di tali accertamenti la Vigilanza ha rafforzato i controlli”.

Nel periodo considerato “sono state irrogate oltre 140 sanzioni a persone fisiche, per un totale di 14,4 milioni di euro”.

Fu la Commissione europea a bloccare l'ipotesi di salvataggio delle 4 banche finite poi in risoluzione da parte del Fondo Interbancario di tutela dei depositi perché considerato “aiuto di stato”, ha aggiunto il responsabile della vigilanza secondo cui non si poteva “ribellarsi” alla decisione di Bruxelles e andare avanti perché le 4 banche avrebbero dovuto “sterilizzare contabilmente l'aiuto, i privati coinvolti non sarebbero intervenuti dato il rischio di revoca”.

Infine la Bce, cui spetta autorizzare le acquisizioni, si sarebbe allineata agli orientamenti della Commissione.

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